«Portiamo avanti il modello sperimentato con successo in Trentino»
Lo ha rimarcato sul Diritto di asilo l’Assessore Beltrami, oggi a Roma con una delegazione della Conferenza delle Regioni
L'assessore alla solidarietà internazionale Lia Giovanazzi Beltrami, oggi a Roma, nel corso dell'audizione di una delegazione della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome di fronte al «Comitato parlamentare di controllo sull’attuazione dell’Accordo di Schengen, di vigilanza sull’attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione», ha rimarcato la necessità di portare avanti il modello sperimentato in Trentino.
«Ribadisco la necessità di portare avanti il modello sperimentato con successo anche in Trentino – ha detto l’Assessore – nei confronti dei profughi provenienti dalla Libia nell'attività ordinaria di accoglienza dei richiedenti asilo politico e parimenti di realizzare una distribuzione equa dei richiedenti asilo e dei minori non accompagnati sul territorio nazionale, al fine di garantire il rispetto dei loro diritti e un esame rapido, puntuale ed efficace delle domande presentate.»
L'assessore Beltrami ha anche detto che riguardo ai profughi, sarebbe necessario concedere loro un permesso per motivi umanitari, dal momento che spesso non sono richiedenti asilo politico a tutti gli effetti; molti di quelli giunti dalla Libia in Italia, ad esempio, avevano già lasciato in precedenza i loro paesi di origine per motivi legati alla situazione politica generale (guerre, repressioni ecc.) e sono successivamente sbarcati sulle nostre coste per fuggire da un nuovo conflitto, quello che appunto ha interessato il paese nel quale erano stati accolti.
«Ciò consentirebbe loro – ha rimarcato Lia Beltrami – di costruirsi una nuova vita in Italia o di rientrare in Libia, o anche nel proprio paese, qualora le condizioni lo permettessero.»
Una situazione molto complessa, quindi, non solo dal punto di vista giuridico, quella in cui si trovano molti profughi e richiedenti asilo nel nostro Paese.
L'assessore Beltrami ha anche presentato l'esperienza dell'accoglienza dei profughi provenienti dalla Libia in Trentino, con le sue luci (la capacità dimostrata da tutti i soggetti coinvolti nella fase della prima accoglienza, la successiva integrazione nel tessuto sociale trentino, con il supporto del mondo del volontariato) e le sue ombre (in particolare l'impossibilità per le persone in attesa di una risposta di poter lavorare, con tutti i disagi, anche psicologici e sociali), che questa condizione produce.
L'audizione si è conclusa con l'auspicio di migliorare sotto tutti i punti di vista le condizioni dell'accoglienza in Italia, superando la logica della pura emergenza.
Nel frattempo è stato comunicato dal presidente dellai (a risposta di un'interrogazione) l’ammontare dei costi sostenuti dalla Provincia per il mantenimento dei profughi. A tutto giugno 2012 le spese ammontano a € 2.233.531, di cui 860.518 per le abitazioni e 1.373.013 per la gestione dei profughi. Spese che vengono rimborsate dallo Stato sulla base di una tariffa unica stabilita per tutto il Paese. Il Ttrentino ne spende meno e restituisce il resto allo Stato. E questo grazie al grande lavoro di volontariato che esiste nel nostro territorio. Secondo la stessa n o t a , i profughi accolti in Trentino sono 205, di cui 48 vengono dal Mali, 31 dalla Somalia, 22 dalla Nigeria, 15 dal Niger, 14 dal Ghana, 11 dalla Costa d'Avorio e dal Sudan. |