Un Palio della Quercia 2022 da record con Roberta Bruni

Roberta Bruni vola al record italiano e «imita» cinquant'anni dopo il mito Renato Dionisi, a sua volta da primato a Rovereto. Serata no per Yeman Crippa

Roberta Bruni - Foto di Valeria Biasion.

Record doveva essere e record è stato nel 58° Palio Città della Quercia. Il protagonista più atteso doveva essere il trentino Yeman Crippa (Fiamme Oro) che tornava in pista una decina di giorni dopo la cavalcata trionfale dei 10.000 metri degli Europei di Monaco, ma sul palcoscenico di Rovereto è invero salita di prepotenza Roberta Bruni (Carabinieri) che sulla pedana dell'asta che proprio 50 anni fa aveva esaltato Renato Dionisi si è regalata un nuovo centimetro per portare il proprio record italiano a 4,72, misura che le consente anche di pareggiare il primato del Palio, fino a ieri in mano alla sola "pioniera" Stacy Dragila.
E sono stati tre nel complesso i record del Palio, compreso l'11"02 nei 100 metri di Twanisha Terry (primato pareggiato) ed il 13'08"43 del burundese Egide Ntakarutimana, portacolori dell'Us Quercia Trentingrana, nei 5.000 metri che hanno visto Yeman Crippa alzare bandiera bianca dopo circa due terzi di gara.
Una volta superata la metà distanza, il serbatoio del pluriprimatista italiano è andato svuotandosi rapidamente, tanto da indurlo a chiudere anzitempo l'ultimo impegno stagionale, mentre il compagno di colori Pietro Riva andava a siglare un nuovo PB sul piede del 13'22"73.
 

Roberta Bruni in volo - Foto di Valeria Biasioni.
 
 Tutti i risultati  
BRUNI BIS
La miglior Roberta Bruni di sempre. Per la seconda volta quest’anno riscrive il suo record italiano, ancora di un centimetro e ancora all’ultima prova, come nel primato di metà giugno in piazza a Barletta. Stavolta la gioia esplode allo stadio Quercia, nella tappa Silver del World Athletics Continental Tour, in un meeting storico che non smette di regalare emozioni.
Più forte di tutto la portacolori dei Carabinieri: della pioggia, che sul più bello comincia a bagnare la pedana, e della stanchezza di fine stagione, ad appena quattro giorni dalla convincente prestazione di Losanna, quarta in Diamond League per tornare al 4,60 che le mancava dal record.
Si esalta l’azzurra a Rovereto, valicando con grinta anche 4,63 al primo tentativo, anticamera del nuovo exploit.
Una gara iniziata con un errore a 4,23, misura superata al secondo assalto, poi 4,33 e 4,43 alla prima e 4,53 alla seconda. “Mi sono rialzata dopo i Mondiali, dove ero uscita in qualificazione. È un risultato di tutti e due: mio e del coach Riccardo Balloni, che non era qui a bordo pedana ma mi dava consigli a distanza.
 
CHE 800
Entra in una nuova dimensione Simone Barontini. Con un’ultima parte di gara in piena spinta, che lo vede recuperare quattro posizioni negli ultimi duecento metri, il marchigiano delle Fiamme Azzurre si dimostra combattivo e tutt’altro che appagato dopo aver raggiunto la finale europea.
A nove giorni dal personale di Monaco (1:45.66) ecco il salto di qualità anche dal punto di vista cronometrico per il campione d’Europa under 23 in carica: prima volta sotto 1:45, oltre un secondo guadagnato in confronto al 2021 e adesso con 1:44.96 sugli 800 diventa il nono italiano di sempre.
A vincere è il britannico Kyle Langford (1:44.49 PB). Ancora più ampio il progresso della compagna di club Eloisa Coiro, classe 2000, che corre in 2:00.50.
Nove decimi esatti in meno del proprio limite ottenuto con l’argento ai Giochi del Mediterraneo (che fa il paio con quello europeo U23 dell’anno scorso) e un secondo e mezzo di “upgrade” nel saldo stagionale. Il balzo in avanti nelle liste nazionali alltime è fino all’ottava posizione, così come ottava chiude sul traguardo. Vince la statunitense Allie Wilson in 1:58.53, non completano la gara invece le altre due mezzofondiste delle Fiamme Azzurre, Elena Bellò e Gaia Sabbatini.

ZENONI OK
Torna a migliorarsi Marta Zenoni (Luiss) nei 3.000 metri per scendere a un significativo 8:50.58, togliendo quasi sedici secondi al personale di tre anni fa.
La bergamasca, argento europeo under 23 dei 1.500 nella scorsa estate, riesce così a inserirsi nella top ten italiana di sempre outdoor, al decimo posto. In gara è settima, con l’affermazione della giapponese Nozomi Tanaka in 8:41.93.
 

Nick Ponzio.

PONZIO +21
Dopo sette gare, di nuovo oltre i ventuno metri. Sulla pedana dove l’anno scorso ha vinto il suo primo titolo italiano, al quinto turno con 21,22 trova l’acuto Nick Ponzio (Athletic Club 96 Alperia) nel peso.
L’azzurro, ai piedi del podio agli Europei e all’ennesima uscita di una stagione lunghissima, si era già portato nei dintorni di quel muro lanciando 20,89 al terzo.
Per Leonardo Fabbri (Aeronautica), quarto posto con 20,54.

SPRINT
Tra i record del meeting c’è quello nei 100 di Twanisha Terry, campionessa mondiale con la staffetta Usa, in 11.02 (+0.3) eguagliando il crono della giamaicana Christania Williams nel 2016.
Al rientro dagli Europei di Monaco, dove ha conquistato il bronzo della 4x100, sesta Zaynab Dosso (Fiamme Azzurre) in 11.41.
Nella gara maschile sfreccia l’americano Kendal Williams: 10.08 (-0.1) per il successo.
 
BOCCHI SECONDO
Bel duello sulla pedana del triplo, con un botta e risposta che dura per tutta la gara. Alla fine Tobia Bocchi è secondo con 16,73 (+0.7) in una serie che comprende anche 16,69 e 16,67 per l’emiliano dei Carabinieri, quarto agli Europei di Monaco.
L’ultimo salto è quello decisivo con lo statunitense Donald Scott che atterra a 16,89 (+0.5). Nel lungo pregevole 6,78 (+0.2) della serba Milica Gardasevic, settima Ottavia Cestonaro (Carabinieri) con 6,21 (+1.1).
Si aggiudica l’alto il giapponese Tomohiro Shinno, che oltrepassa 2,27 alla prima prova mentre l’ucraino Oleh Doroshchuk ci riesce alla terza, e quinta piazza di Manuel Lando (Aeronautica) a 2,19.
 
OSTACOLI
Si esprime ancora a buon livello José Bencosme nei 400 ostacoli.
È terzo in 49.54 il piemontese del Gs Avis Barletta, davanti a un finalista europeo come il francese Victor Coroller, quarto in 49.60, mentre il tedesco Constantin Preis completa la rimonta vincente sul transalpino Ludvy Vaillant, 49.04 contro 49.07. Settimo invece Mario Lambrughi (Atl. Riccardi Milano 1946) in 50.84.
Al femminile notevole 53.75 della giamaicana Rushell Clayton che domina sull’ucraina vicecampionessa europea Viktoriya Tkachuk, 54.77.
 
GIRO DI PISTA
Anche quest’anno il campione olimpico della staffetta del miglio Michael Cherry (Usa) è il padrone dei 400 a Rovereto in 45.27 per battere il britannico bronzo europeo Alex Haydock-Wilson (45.50), più dietro sesto Vladimir Aceti (Fiamme Gialle, 46.24) e settimo Edoardo Scotti (Carabinieri, 46.31).
La statunitense Kaylin Whitney prevale tra le donne in 51.12, con Alice Mangione (Esercito, 52.61) in settima posizione.