Attentato in Tunisia contro il Ministro dell’Interno Lotfi Ben Jeddou
Estremisti islamici hanno ucciso quattro persone ma il ministro non si trovava nell’abitazione
Nella notte tra martedì 27 e mercoledì 28 maggio, un commando di circa dieci uomini ha attaccato l’abitazione del Ministro dell’Interno Lotfi Ben Jeddou, nella cittadina occidentale di Kasserine, capoluogo dell’omonimo governatorato.
Gli uomini armati, giunti a bordo di un furgone, hanno aperto il fuoco contro gli agenti di sicurezza preposti al controllo della casa, uccidendone quattro e ferendone tre, senza riuscire però a introdursi nell’edificio dove si trovavano i familiari del Ministro.
Ben Jeddou, ex Procuratore Generale di Kasserine, noto per il suo impegno nella lotta alla diffusione dell’estremismo salafita in Tunisia, non si trovava nell’abitazione nel momento dell’attacco.
Anche in assenza di una rivendicazione dell’attacco, le autorità tunisine hanno puntato il dito contro i gruppi estremisti islamici che operano nell’area di Kasserine, al confine tra Algeria e Tunisia.
L’attacco di Kasserine rivela come, a fronte di un crescente sforzo da parte delle autorità per cercare di contenere la minaccia jihadista, la natura fluida dei legami che collegano la galassia salafita tunisina alle organizzazioni terroristiche maghrebine renda difficile prevedere e contrastare gli attacchi delle singole cellule attive nel Paese.
I tentativi di combattere e isolare questi gruppi, tra i quali spicca Ansar al-Sharia, non sono riusciti a impedire alle formazioni salafite di riorganizzarsi e continuare a effettuare la propria attività di proselitismo e di attacco alle istituzioni statali.