«Top Ganna» al Festival dello Sport di Trento
L'oro olimpico di Tokio nell'inseguimento a squadre è la ciliegina sulla torta di una carriera già straordinaria
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Adesso la sfida da vincere è la conquista del record dell'ora, magari con i consigli del trentino Francesco Moser.
Filippo Ganna, il signore del tempo su strada e su pista, ha ricevuto tutto l'affetto del pubblico del Festival dello Sport e a fine serata ha ricevuto in dono da Francesco Moser, invitato a salire sul palco del Teatro Sociale, una bottiglia di bollicine trentine prodotte dal campione di Palù di Giovo e apprezzate (soprattutto nella versione rosé) dal 25enne oro olimpico nell'inseguimento a squadre.
A 25 anni, nel ciclismo, nessuno ha vinto quanto Top Ganna, così come è soprannominato. E nessuno va così veloce: 67,5 km/h, più veloce del giaguaro.
L'oro olimpico di Tokio nell'inseguimento a squadre è la ciliegina sulla torta di una carriera già straordinaria.
Top Ganna nell'intervista durata un'ora sul palco trentino del Festival dello Sport ha mostrato tutte le sue doti: misurato, sobrio e efficace nella parola come nel gesto atletico su strada e su pista.
Un ragazzo d'oro, che da bambino ha ricevuto in dono la sua prima biciclettina da nonno Ambrogio e che la passione per lo sport l'ha ereditata da papà Marco, che nel 1984 gareggiò alle Olimpiadi di Los Angeles con la canoa.
Babbo - soprannominato il tedesco per la sua precisione e il suo rigore nel verificare i tempi del figlio già nella categoria allievi - che è intervenuto in collegamento in diretta al festival.
La sua disciplina mi ha fatto bene evidentemente,» – ha scherzato Ganna Junior. – Mondiali, Olimpiadi, le ultime cinque crono del Giro d'Italia.
Anche il 25enne che arriva dalla sponda piemontese del Lago Maggiore ha preso gusto a fare il cannibale.
«Questo sport, il ciclismo, mi rappresenta e mi dà gioia. E pensare che da bambino dissi: non mi piace, troppa fatica.»
In quarta superiore la scelta di puntare sul ciclismo: «Studiavo informatica e avevo capito che con i troppi impegni rischiavo l'anno. Ho interrotto gli studi.
«Mia sorella è la testa della famiglia, io sono le gambe. Quanto agli studi, forse oggi studierei meccanica.»
E per fortuna che c'è la bici, per restare in linea: «Vivo per mangiare. Con questo sport brucio tanto... Ho un debole per gli orsetti gommosi...!»
Un gioco di squadra quello riuscito al quartetto azzurro a Tokio.
«È la mia famiglia. A casa resto circa solo un mese l'anno, e nemmeno consecutivamente.»
Francesco Moser un esempio: ammiro la sua costanza, la sua testa, la sua determinazione. Checco è convinto: Top Ganna ha i numeri per provare il record dell'ora.
Quando? «A gennaio ci penserò. Magari l'estate prossima. A Montichiari ho fatto una prova di 30 minuti su 115 giri.
«Vedremo. Non è facile: la posizione del corpo è davvero estrema. Serve preparazione. – si è lasciato scappare Pippo Ganna, che la pista non la vuole più lasciare. – «Il mio compagno Elia Viviani ha aperto la strada. La pista ha qualcosa di speciale. Quando la capisci, non la molli più.»