Anche il Colosseo è rimasto chiuso il Primo Maggio
L’intero impianto contrattuale va rivisto: quando il lavoro c’è è un delitto perderlo
Ne avevamo parlato il 1° Maggio, quando abbiamo criticato la decisione di tener chiuso il Museo degli Uffizi di Firenze (vedi articolo).
Ma oggi abbiamo saputo che un altro monumento internazionale è rimasto chiuso al pubblico perché «il Primo Maggio non si deve lavorare»: il Colosseo.
Non abbiamo parole. Non è così che funziona: non si deve pensare solo a chi un lavoro ce l’ha, ma soprattutto a chi il lavoro non ce l'ha affatto.
Il ministro Dario Franceschini dice di aver «tentato» di far tenere aperti i musei principali, ma le trattative sindacali sono andate male.
«È una cosa da cambiare, – conviene con noi. – Rimedieremo nei prossimi anni.»
Ma non vediamo perché si dovrebbe attendere «i prossimi anni». Con tutta la gente che cerca lavoro, quando il lavoro c’è non si deve perdere neppure un’occasione.
E con gli annunci che ha fatto assumendo il ministero della Cultura, assicurando che i giacimenti culturali d’Italia sono una risorsa da sfruttare, ci attendiamo fatti concreti subito.
Nessuno contesta il diritto di fare i giorni di riposo che spettano, ma allora assumiamo qualcuno in più che lavori solo nelle festività.