Non solo la Turchia è al centro di rivolte – Di Michele Soliani

Viene quasi dimenticato quanto successo e sta succedendo in Francia e in Svezia

Continua la dura contestazione in Turchia con centinaia di foto di persone che si fanno immortalare ferme e di spalle.
Il fenomeno, che prende spunto dall’idea del coreografo e artista turco Erdem Gunduz, ha generato quindi un susseguirsi di atti imitativi caratterizzati dalla non violenza.
Di quanto sta avvenendo li già in molti ne stanno scrivendo mentre poco si parla di quanto è successo e di quanto silente sta succedendo in Francia e in Svezia.
Per quanto riguarda il primo paese, la questione non riguarda la costruzione di una moschea ma piuttosto il matrimonio gay.
 
Non entrando in merito alla questione, il mese di maggio è stato caratterizzato da pesanti scontri tra coloro che erano contrari a una simile decisione e le forze di polizia.
L’ultima contestazione ha visto l’arresto di ben 14 persone e l’ultima volta in cui Hollande è stato criticato se ne sono contati ben 93.
Durante l’ultimo avvenimento in merito alla questione del matrimonio omosessuale sono stati arrestati ben 300 persone. Nella notte del 26 maggio si sono contati ben 50 arresti a causa del tentativo di bloccare il traffico sulla via degli Champs Elysées.
Sorge spontaneo pensare che sicuramente si sarebbe trattato di persone pericolose, se per questo anche chi sta attualmente protestando in Turchia dovrebbe essere letto secondo questa ottica.
 
Altra silente rivolta è quella che vede protagonista la Svezia.
Durante la fine del mese di maggio si sono avute pesanti nottate caratterizzate da scontri che avevano come protagonisti gli immigrati e giovani.
Il problema li riguarda la crisi economica che sta pesantemente attanagliando il benessere delle classi maggiormente emarginate.
In una sola notte, parliamo della notte del 25 maggio, sono state bruciate ben 25 macchine e la protesta ha interessato varie città del paese.
A Linkoeping, 235 km dalla capitale, si è ripetuto lo stesso copione: un incendio è stato appiccato a un asilo infantile, mentre una farmacia è stata saccheggiata.
La situazione svedese, particolarmente delicata, ha portato nazioni, quali Stati Uniti e Gran Bretagna, a invitare i propri cittadini di girare per le periferie svedesi. La situazione sembra in questi ultimi giorni essersi calmata ma solamente a seguito di un forte intervento da parte delle forze di polizia locali.
 
Non è dunque solo la Turchia interessata da problemi e sarebbe giusto paragonare questa con tante altre rivolte che ormai si stanno verificando in tutto il nostro continente.
Interessante è il giudizio dato da Marika Guerrini, orientalista e scrittrice di numerosi libri in merito, sulla figura di Erdogan:
«Erdogan, malgrado il suo egocentrismo, è un moderato che non ha mai modificato la costituzione in senso islamico. Lui la settimana scorsa, di ritorno dal suo viaggio in Nordafrica, ha invitato i sostenitori che lo attendevano in aeroporto a tornare a casa e a evitare scontri di piazza con i manifestanti.
«Al momento in Turchia non c’è nessun pericolo di islamizzazione. Certo se Erdogan fosse fatto fuori la situazione potrebbe cambiare perché l’attuale premier rappresenta il punto di equilibrio tra le due tendenze della Turchia: quella più vicina all’Occidente e quella più vicina al mondo arabo.
«Se si rompe questo equilibrio c’è un duplice rischio: da un lato quello di islamizzazione e dall’altro quello di un’occidentalizzazione della Turchia esattamente come è avvenuto nei Paesi dell’Est dell’ex Unione sovietica.»
 
Michele Soliani
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