Aperture festive, i sindacati ottengono l'impegno della Provincia

Oggi l'incontro con l'assessore Olivi: «Confronto positivo. Si agisca in tempi rapidi»

In un momento in cui il lavoro è poco, secondo noi si deve accettare di lavorare anche la domenica e i festivi.
Chi non ha un lavoro, lavorerebbe volentieri anche la notte.
Se le condizioni di lavoro dei dipendenti sono peggiorate con le aperture nei festivi, è del tutto inaccettabile inaccettabile.
Ma è su questo che secondo noi si dovrebbe lavorare: non va fermato il lavoro ma chi lo sfrutta.
Naturalmente i sindacati hanno diritto di muoversi come credono meglio, così come noi abbiamo il diritto di esprimere la nostra opinione.

Basta alle aperture festive e domenicali. Lo hanno ribadito oggi i tre segretari di Filcams, Fisascat e Uiltucs del Trentino, Roland Caramelle, Lamberto Avanzo e Walter Largher all'incontro con il vicepresidente della Provincia Alessandro Olivi, raccogliendo, nei fatti, una disponibilità da parte del titolare delle deleghe sul commercio.
Olivi si è impegnato ad intervenire sulla liberalizzazione delle aperture e si è detto pronto ad attivare tutti gli approfondimenti normativi necessari per arrivare in tempi ragionevolmente rapidi ad un disegno di legge in materia.
 
L'intento non è solo provare a ripercorrere la strada della regione Friuli Venezia Giulia, che ha definito le festività in cui le serrande restano abbassate, ma anche andare oltre definendo un modello nuovo sul quale trovare la convergenza anche con l'Alto Adige e, se possibile, con l'intero Euregio.
«La posizione espressa dal vicepresidente Olivi va nella direzione da noi auspicata – hanno commentato i tre segretari -. E' importante, comunque, che si arrivi alla definizione di una proposta in tempi ragionevolmente rapidi. Abbiamo ribadito che, dal nostro punto di vista anche le tempistiche sono importanti.»
Per Filcams, Fisascat e Uiltucs la liberalizzazione delle aperture domenicali e festive ha prodotto più costi che benefici, soprattutto per i lavoratori, ma in molti casi anche per le aziende.
 
«I dipendenti di negozi e supermercati hanno visto peggiorare le loro condizioni di lavoro, – rimarcano Caramelle, Avanzo e Largher. – Per questa categoria di lavoratori la conciliazione tra famiglia e lavoro è diventato molto spesso impossibile. L'aumento della concorrenza e la necessità di tenere aperto sempre per non avvantaggiare i concorrenti ha spinto molte aziende, anche in provincia, a scaricare sui lavoratori i maggiori costi fissi. In questi anni, infatti, le vendite non sono cresciute, la crisi dei consumi non è stata archiviata, però le aziende pretendono e spesso cercano di applicare, condizioni di lavoro al ribasso con la disdetta dei contratti integrativi, nuove assunzioni precarie e anche riduzioni di personale.»
Secondo Filcams, Fisascat e Uiltucs, dunque, un intervento legilstativo non è più rinviabile.
I sindacati chiedono alla Provincia di stabilire, per legge, una limitazione alle aperture domenicali e festive.
«La Provincia ha le competenze per farlo ed è tempo di agire con un iter rapido.»