Il salvagente alla Uil Trentina… Cioè no, qualcuno ci ha preceduti

Ci riferiamo alle dichiarazioni di Ermanno Monari della UIL, la cui smentita è arrivata dal suo sindacato prima di noi

Volevamo gettare subito il salvagente a Ermanno Monari della UIL Trentina, perché aveva fatto dichiarazioni piuttosto singolari per un sindacalista, attività peraltro che sta prendendo piede in Trentino, dato che l'altro ieri qualcuno si era scagliato contro l'apertura dei negozi la domenica e qualcun altro dava ragione a Tremonti che vorrebbe togliere alla Provincia autonoma di Trento fino al 20% dei propri introiti fiscali.

Ognuno ha il diritto di pensarla come vuole, sia ben chiaro, così come chiunque ha diritto della propria opinione, come noi.
Solo che abbiamo trovato singolare come si voglia salvaguardare chi ha il lavoro e senza pensare a chi non ce l'ha ancora.
Così come troviamo singolare che, non riuscendo ad alzare gli stipendi ai meno pagati, si pensi di abbassarli a chi guadagna di più.

E invece, prima ancora che avessimo cominciato a scrivere un nuovo pezzo per la rubrica del «Salvagente», ci ha pensato la stessa Uil Trentina a gettargliene uno. Il comunicato è raggiungibile tramite questo link.
Ma evidentemente non eravamo stati i soli a cominciare un testo sul tema, dato che poco dopo la smentita della Uil è arrivato alle redazioni anche un dotto comunicato dall'Ufficio Stampa della Cooperazione trentina. È raggiungibile tramite quest'altro link.
Il quale, pur tenendo conto della smentita della stessa Uil, ha ritenuto opportuno dare cifre per così dire «ufficiali».

Quindi non ci è rimasto che pubblicare entrambi i comunicati, quello della Uil e quello della Cooperazione.
Noi desideriamo solo aggiungere un paio di concetti di fondo.
Il primo è che qualsiasi nuova iniziativa fiscale si ripercuote sempre sul consumatore finale.
Il secondo è che le piccole aziende agricole, seguite in Trentino perlopiù come secondo lavoro, non possono permettersi una ulteriore complicazione amministrativa.

Il terzo è che l'agricoltura italiana sta attraversando un momento decisamente difficile per via dei mercati aperti all'Europa orientale. Lo sapevate che lo scorso anno ci sono stati migliaia di ettari nei quali non è stato seminato niente? E questo solo perché la semina costava più del raccolto.
Certo il Ministero delle Politiche agricole poteva incentivare in qualche modo una "semina forzata", ma non dimentichiamo che il Ministro Galan ha lasciato il Dicastero perché Tremonti non gli ha dato un solo euro per i contadini.