«OLTRE»: il Gruppo Aquarellisti Trentini – Di Daniela Larentis

La mostra resterà aperta al pubblico tutti i giorni dal 14 al 25 aprile 2016, negli splendidi spazi di Torre Mirana, Trento

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«OLTRE» è il titolo della mostra del Gruppo Acquerellisti trentini inaugurata innanzi a un folto pubblico il 14 aprile, con presentazione critica di Enrica Buratti, un’esposizione che resterà aperta al pubblico dal 14 al 25 aprile presso Sala Thun, in via Belenzani a Trento (orari apertura: tutti i giorni dalle 10-12.00 e dalle 15. 30 -19.00).
Il G.A.T., creato con il preciso scopo di promuovere la conoscenza e la diffusione dell’acquerello, presenta ogni primavera, puntualmente, una collettiva negli splendidi spazi di Torre Mirana.


 
Lina Pasqualetti Bezzi, prima presidente, ora presidente onoraria del gruppo nato nel 1998, è stata una dei soci fondatori con Luigi Bevilacqua e Carla Corradi.
Diplomata al Magistero d’Arte di Venezia nel 1961, si iscrive lo stesso anno all’Accademia Belle Arti di Venezia.
Insegna materie artistiche fino agli inizi degli anni Ottanta. Ha partecipato a più di 150 mostre (collettive e personali in Italia, Messico, Argentina, Brasile) e a concorsi nazionali di pittura, ottenendo medaglie d’oro e d’argento, numerosissimi i riconoscimenti.
Attualmente insegna storia dell’arte in un liceo privato parificato, collabora con l’Università della terza età dove tiene corsi di disegno e tecniche pittoriche.
Fa parte del gruppo UCAI e del gruppo «La Cerchia d’artisti trentini».
 

 
Due parole su un altro fondatore del Gruppo Acquerellisti Trentini, Luigi Bevilacqua, il quale frequenta negli anni Settanta-Ottanta i corsi del Gruppo Studio Arti Visuali di Trento, seguiti dall’artista scomparso prof. Mariano Fracalossi.
È anche tra i fondatori del Gruppo Belle Arti La Fontana di Gardolo di cui è presidente. Anche lui ha ottenuto molti riconoscimenti, partecipando a numerosissime esposizioni.
Quando fu fondato il G.A.T. non esistevano fino a quel momento a Trento associazioni interessate esclusivamente all’acquerello, tecnica che con la sua immediatezza non permette errori, ritenuta una fra le più difficili da imparare.
L’attuale Presidente è Enrica Buratti, apprezzata pittrice, la quale ha seguito numerosi corsi di disegno e pittura con diversi insegnanti non solo trentini. Fa parte del Gruppo Acquerellisti Trentini e del suo direttivo dal 2007, molte le collettive a cui ha partecipato.
 

 
Insegnante di lettere in pensione, fondatrice e Presidente del Circolo Culturale Cognola, si occupa di eventi culturali, oltre a dipingere scrive in prosa e poesia: ha pubblicato due libri di versi «Foglie di stagioni diverse» e «L’incantato respiro del mondo», un libro storico-fotografico «Tante immagini e una storia. Cognola e il 900».
Ha ricevuto numerosi riconoscimenti in concorsi letterari ed è presente in molte antologie con poesie e racconti.
In occasione della presentazione dell’evento sottolinea: «Tutto il percorso esistenziale dell’uomo è un continuo tendere all’oltre, nel senso che egli non si accontenta di sostare presso la meta raggiunta […]».
 

 
A proposito di un certo tipo di ostacoli che definisce «ostacoli dall’uomo stesso ciecamente costruiti» come la guerra e l’emarginazione - «argomenti di ispirazione per alcuni di noi» - spiega così.
«…Tali ostacoli possono essere rappresentati metaforicamente da un muro, una siepe, un recinto, un baratro che bisogna superare, una porta o un cancello chiusi che bisogna in qualche modo aprire per trovare risposte.
«Anche la pittura, come la cugina poesia, si esprime con immagini allusive, con metafore, simboli, impressioni coloristiche (specie in una pittura più astratta) quando non vuole limitarsi solo a rappresentare quasi fotograficamente una realtà che le sta attorno, ma desidera anche dire qualcosa agli altri, secondo quella profonda esigenza di comunicare il proprio cuore, il proprio pensare… […]».
 

 
Il ruolo di Vicepresidente è invece ricoperto da Wilma De Nadai, la quale inizia a dipingere in giovane età; nel 1997 approfondisce l’acquerello seguendo i corsi della pittrice Lina Pasqualetti Bezzi, integrati con altri di disegno, ornato e storia dell’arte. Partecipa a diversi stage con gli artisti Ploner, Pircali e Anzelini.
Dal 1998 fa parte del G.A.T. e del suo direttivo e dal 2002 del Gruppo Belle Arti La Fontana di Gardolo. Ha al suo attivo numerose mostre di pittura e disegno, collettive e personali sia in Italia che all’estero.
Alcune sue opere si trovano in alcune sale comunali del Trentino.
Il titolo scelto quest’anno dal G.A.T. si presta a molte interpretazioni: è una naturale aspirazione dell’uomo tendere all’«oltre», cercare di superare i propri limiti come è stato evidenziato dalla Presidente del Gruppo.
 

 
Si può andare oltre una porta chiusa, oltre i recinti delle proprie convinzioni, oltre le siepi dei propri preconcetti, oltre i muri che ostacolano il cammino, si può gettare lo sguardo oltre l’apparenza, oltre un treno in corsa (come sembra ricordare l’opera della pittrice Vilma Casagrande, in cui è raffigurata una giovane donna che osserva pensierosa il panorama scorrere innanzi a lei, oltre i binari), si può dare un’occhiata oltre le vette, indugiando fra il bianco delle nuvole e il blu del cielo - come suggerisce l’opera di Pietro Bolner - si può andare contro quella che si ritiene essere l’assoluta verità, lasciandosi sfiorare dall’ombra del dubbio.
 

 
Transitando lungo il percorso espositivo, sembra che ogni opera suggerisca al visitatore di abbandonare le solide certezze inerenti alla vita quotidiana.
Impossibile citarle tutte, ogni quadro stimola una profonda riflessione. In mostra anche opere astratte, slegate dal figurativo classico, come quelle della pittrice Lina Pasqualetti Bezzi o della pittrice Renata Albertini: il quadro di quest’ultima, «Oltre l’ombra», sembra richiamare le parole scritte dal poeta greco antico Pindaro («[…] Sogno di un’ombra l’uomo», Pitica VIII), lui definisce gli uomini esseri che durano un solo giorno, sottolineando l’assoluta precarietà della loro esistenza.
L’opera ci invita a una seconda interpretazione, osservandola ci pare di scorgere le sbarre di ipotetiche prigioni (che suggeriscono, anche se non è visibile, la presenza umana), oltre le quali una luce infonde, tuttavia, speranza.
È una mostra, questa, che implicitamente invita a non accontentarsi di ciò che pare evidente, al contrario, rappresenta un’esortazione a fermarsi a meditare senza pregiudizi su ciò che accade attorno a noi ogni giorno, e sul significato che attribuiamo a tutto ciò di cui facciamo esperienza.
 
Daniela Larentis - [email protected]