«Sport: un potenziale strategico per ricerca e innovazione»

Un seminario per dar conto dell’esperienza Universiade – Prossimo obiettivo: intercettare i programmi comunitari Horizon 2020 ed Erasmus

Dopo il successo dell’esperienza dell’Universiade, prosegue l’impegno dell’Ateneo trentino per valorizzare lo sport come volano di innovazione, ricerca e formazione.
Oggi nella sede di UniSport, seminario per dare conto dei risultati di alcuni dei progetti di ricerca finanziati in occasione dell’Universiade.
Prossimo obiettivo: intercettare i consistenti finanziamenti della ricerca per lo sport previsti dai programmi comunitari Horizon 2020 e Erasmus+ (238 milioni per i prossimi sette anni).
Cresce intanto l’interesse delle aziende trentine: anche Dedagroup sigla la dichiarazione internazionale di Rovereto sullo sport.
 
Lo sport ha un impatto fondamentale sulla dimensione economica, sociale, della salute e della formazione. Quanto lo sport sia strategico per stimolare innovazione e creatività nella ricerca e nello sviluppo tecnologico lo si è visto proprio in occasione delle recenti Universiadi invernali, che per alcune settimane hanno messo il Trentino al centro dell’attenzione internazionale.
Oggi, su questa positiva esperienza, si è voluto ulteriormente riflettere in occasione del seminario organizzato dall’Università di Trento insieme ai ricercatori e ai rappresentanti di istituzioni pubbliche e aziende che sull’Universiade e sullo sport come volano di sviluppo hanno lavorato e scommesso.
 
Il seminario dal titolo «Il potenziale strategico dello sport per l’Ateneo. Territorio, formazione, ricerca e innovazione» si è aperto questa mattina nella sede Unisport del Cus Trento (in via Prati a Trento) con il saluto della rettrice Daria de Pretis e del presidente del comitato organizzatore dell’Universiade, Sergio Anesi.
«La giornata – ha spiegato il delegato di Ateneo per lo sport, Paolo Bouquet – ha come obiettivo quello di fare il punto sui progetti dedicati allo sport avviati in occasione dell’Universiade e di promuovere nuovi spunti per dare concretezza all’idea dello sport come volano di sviluppo.
«Dalla dichiarazione internazionale firmata a Rovereto pochi giorni prima dell’avvio dell’Universiade (a cui oggi si è aggiunta la firma di una realtà imprenditoriale importante come Dedagroup) sono stati fatti passi avanti importanti per dare corpo alle aspettative maturate attorno al binomio sport-innovazione.
«Ma le opportunità che si aprono in questa fase storica a livello internazionale sono cruciali.»
 
Proprio nel 2013, infatti, l’Unesco ha siglato la «Berlin Declaration on Sport» e l’OECD ha inserito lo sport nel documento programmatico «Strategic Orientation on 2013 and beyond».
Altre opportunità si apriranno inoltre con il programma Horizon 2020 e con il programma Erasmus+ che ha decuplicato il budget destinato a finanziare attività che riguardano lo sport (da 30 a 238 milioni per il periodo 2014-20).
I focus dei finanziamenti europei riguarderanno in particolare la gestione di alcuni problemi sociali collegati allo sport (come il doping, le violenze, razzismo e intolleranza), temi di forte attualità (pari opportunità, salute, attività fisica, volontariato) e alcune opportunità emergenti, come le doppie carriere per atleti-universitari.
 
L’Ateneo trentino si sta muovendo in questa direzione nel tentativo di intercettare questi finanziamenti, attraverso un consolidamento della rete con i partner locali e internazionali, sia pubblici che privati.
Per questo motivo è stata annunciata nel seminario di oggi l’organizzazione di una giornata di presentazione dei progetti di ricerca e di riflessione collettiva sullo sport come volano di innovazione che si terrà a maggio.
 
«Le Universiadi – ha commentato la rettrice Daria de Pretis – hanno mostrato il potenziale enorme che lo sport ha, non soltanto come momento formativo ma anche come stimolo e occasione straordinaria per la ricerca e come motore per l’innovazione.
«Questa esperienza ha cementato i rapporti tra l’Ateneo e il territorio e ci ha permesso di aprire nuovi canali, ad esempio con i partner dell’Euregio, con cui potremo sviluppare collaborazioni fruttuose.»
 
Nel tracciare un bilancio dell’esperienza appena trascorsa il presidente Sergio Anesi ha evidenziato così.
«In varie occasioni internazionali il Trentino ha ricevuto molti complimenti per l’organizzazione dell’Universiade: l’edizione organizzata nel minor tempo e con minori risorse a disposizione. Ma anche per aver rinnovato l’immagine della manifestazione in Italia, restituendole l’importanza che invece da tempo riveste negli altri Paesi.»
Durante il suo intervento Sergio Anesi ha anche ricordato la figura del presidente del Cusi (Centro Universitario Sportivo Italiano), Leonardo Coiana, scomparso poche settimane fa, il suo entusiasmo e il suo contributo nelle fasi di organizzazione dell’evento.
 
Il seminario è proseguito con la presentazione dettagliata degli esiti di alcuni dei progetti di ricerca finanziati in occasione dell’Universiade e con una tavola rotonda finale con i rappresentanti delle varie istituzioni di ricerca e delle aziende coinvolte nell’Universiade e interessate al progetto sport.
Per l’occasione, anche l’assessora provinciale all’Università, Sara Ferrari, ha voluto inviare un messaggio di appoggio all’iniziativa.
«Con le Universiadi e la conferenza siamo riusciti a internazionalizzare le idee. Queste prospettive istituzionali sono importanti e, continuando a fare sistema, alcune idee potranno essere valorizzate, soprattutto pensando al semestre italiano di presidenza dell’Unione europea e ai nuovi programmi Erasmus Plus.
«Siamo in un periodo di razionalizzazione delle risorse, ma facendo sistema e mettendo in rete le eccellenze trentine, le Universiadi hanno dimostrato come si possano internazionalizzare le idee e creare nuovi laboratori, partendo dalla dimensione locale e arrivando a creare nuovi legami con le istituzioni europee.»