Tre Bicchieri al «Vin de la Neu» – Di Giuseppe Casagrande

Il massimo riconoscimento assegnato per la prima volta ad un vino della Val di Non ottenuto da vitigni resistenti: lo Johanniter di Nicola Biasi

Nicola Biasi, l'enologo pioniere dei Piwi, vitigni resistenti.
 
Nei giorni scorsi la guida del Gambero Rosso edizione 2023 ha reso noto le etichette premiate con il riconoscimento più prestigioso: vale a dire i mitici «Tre Bicchieri», traguardo ambito da molte cantine poiché orientano le scelte del mercato (vedi il servizio pubblicato da L'Adigetto.it il 7 ottobre scorso).
Per quanto riguarda il Trentino, sono stati premiati sette spumanti Trentodoc, quattro vini rossi e un Piwi della Val di Non.
Se gli Oscar assegnati alle bollicine non fanno più notizia visti i ripetuti allori conquistati dal Trentino negli ultimi anni nei vari concorsi enologici nazionali e internazionali, viceversa costituisce un fatto eclatante la notizia che per la prima volta sia stato premiato con i «Tre Bicchieri», simbolo di eccellenza qualitativa, un vino della Val di Non.
L'exploit lo si deve ad un piccolo vignaiolo winemaker di Coredo, Nicola Biasi, madre friulana, papà trentino, premiato dal Gambero Rosso per un vino bianco: il «Vin de la Neu» (il vino della neve) annata 2020. Una new entry che fa onore al Trentino.
 
Questo vino bianco Piwi resistente alle malattie fungine nasce in alta quota da uve Johanniter (incrocio di Riesling e Pinot Grigio).
Dell'annata 2020 sono state prodotte 957 bottiglie e 30 magnum. Ne avevamo parlato l'anno scorso in occasione della consacrazione ufficiale del Vin de la Neu al Merano WineFestival.
Un vino di grande fascino prodotto dall'enologo friulano-noneso che guida una pattuglia di giovani vignaioli che credono alle potenzialità dei vitigni resistenti.
Vitigni - sostengono - che sono il nostro futuro nell'era della sostenibilità ambientale. E la Val di Non ha tutte le carte in regola per giocare questa importante carta.
 

Alcuni grappoli di Johanniter tra la neve: ecco dove nasce il «Vin de la Neu».
 
 La prima vendemmia sotto la neve nella vigna di famiglia a Coredo  
Il «Vin de la Neu» nasce nella vigna di famiglia in quel di Coredo ed è stato battezzato con questo nome dialettale per ricordare la grande nevicata caduta durante la prima vendemmia.
È un vino dalle caratteristiche complesse che, grazie all'affinamento, migliorano negli anni garantendo una straordinaria longevità.
Nasce - dicevamo - da uve Johanniter al 100%, una varietà creata nei laboratori dell’Istituto Statale di Viticoltura di Friburgo (Brisgrovia, Foresta Nera, Germania) dal prof. Johannes Zimmerman.
 
Nel calice, «Vin de la Neu» è limpido, brillante e si presenta di un bel colore giallo limone con riflessi tendenti al verde. Al naso regala sentori di frutta fresca a polpa bianca con mele cotogne, pere e pesche bianche.
Con il passare del tempo, nel calice si alternano note fresche e balsamiche che ricordano la citronella, la menta piperita e l’eucalipto.
In bocca è avvolgente e la struttura polifenolica regala al palato una chiusura sapida e intensa.
 

 
 Il vino è un tripudio di gioventù con un finale sapido e vibrante  
Il «Vin de la Neu» 2020 è il primo vino da varietà resistenti a ricevere questo prestigioso riconoscimento. I curatori della Guida del Gambero lo descrivono così.
«Nonostante i due anni di età il vino mostra ancora un giallo paglierino con riflessi verdi, sintomo dei bianchi che hanno ben poca paura di invecchiare.
«Il naso è un tripudio di gioventù: sentori di agrumi si alternano a tocchi di fiori bianchi, su un fondo di erbe di montagna di gran fascino. In bocca è fresco, tagliente, ma dotato di un bel corpo avvolgente e cremoso che dà equilibrio e armonia.
«Fantastico il finale, sapido, profondo, pulito e vibrante.»
 

 
 «Questo riconoscimento mi rende particolarmente orgoglioso»  
Il produttore Nicola Biasi, miglior giovane enologo d’Italia 2020, Cult Oenologist 2021 per il Merano WineFestival ed Enologo dell'anno 2022 per Food and Travel Italia, ha accolto con entusiasmo questo traguardo che corona anni di intenso lavoro, costante convinzione e dedizione nello sviluppare vini di alta qualità, legati al territorio e con un approccio sempre attento ad una reale e concreta sostenibilità ambientale.
«Tutti i riconoscimenti sono sempre importanti, ma devo ammettere che essere riuscito ad arrivare ai Tre Bicchieri con un vino da vitigni resistenti mi rende particolarmente orgoglioso.
«Dieci anni fa, il progetto del Vin de la Neu nasceva con l’obiettivo preciso di rompere gli schemi e di mostrare che si possono fare grandi vini anche in territori meno conosciuti, ma non per questo meno vocati.
«Che il Vin de la Neu 2020 si sia aggiudicato uno dei 455 tre bicchieri tra i 46mila vini degustati dai curatori del Gambero Rosso, conferma e dimostra ancora una volta tutto il potenziale qualitativo di queste varietà.
«A questo punto, tutti gli enologi e tutti i produttori non possono più far finta di niente: produrre grandi vini con una reale e concreta sostenibilità è possibile. Dipende solo dalle nostre capacità.»
 

 
 Il 2022 un anno di successi per il giovane enologo friulano-noneso  
Il 2022 è un anno importante per l’enologo Biasi che con il suo Vin de la Neu 2020, oltre ai Tre Bicchieri del Gambero, ha ricevuto numerosi premi che confermano il percorso intrapreso nel segno della sostenibilità e della continua ricerca della massima qualità: i Cinque Grappoli di Bibenda, il punteggio di 97 centesimi da Winescritic, l’Oro Stella 96 centesimi da Vinoway, il Faccino DoctorWine da Daniele Cernilli, il Gold Award per il The WineHunter Merano WineFestival.
Nei giorni scorsi, infine, ha ricevuto da Food and Travel Italia l’ambito riconoscimento «Progetto vino dell’anno» e il titolo di «Enologo dell'Anno».

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Giuseppe Casagrande – [email protected]