Servizi sociali e terzo settore, come formarsi per lavorare
Quali sono i contesti in cui è possibile operare, quali gli sbocchi lavorativi, come avanzare la propria candidatura
Quando parliamo di terzo settore dobbiamo far riferimento a un testo normativo ben preciso.
La legge delega 106/2016 lo definisce come l’insieme di enti privati «costituiti per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale e che, in attuazione del principio di sussidiarietà e in coerenza […], promuovono e realizzano attività di interesse generale mediante forme di azione volontaria e gratuita o di mutualità o di produzione e scambio di beni e servizi.[…]».
Quando parliamo di terzo settore dobbiamo inoltre ricordare che ne sono esclusi le associazioni politiche, i sindacati, le associazioni professionali e di rappresentanza di categorie economiche.
Quindi, quali sono i contesti in cui è possibile operare?
Si va dall’associazione di volontariato alle cooperative, passando per associazioni di protezione civile o di promozione sociale, sportiva dilettantistica, non governativa, mutuo soccorso, enti filantropici o un’impresa sociale.
Per questa sua poliedricità, negli ultimi dieci anni l’accesso al mercato del lavoro nell’ambito del terzo settore e dei servizi sociali è cresciuto in maniera esponenziale.
Ma prima di valutare i possibili sbocchi occupazionali, proviamo a capire quale sia il miglior percorso formativo e/o accademico da seguire.
Per poter accedere al mercato del lavoro con riguardo al terzo settore c’è da dire che non abbiamo un corso di laurea mirato in quanto le posizioni a cui è possibile accedere spaziano dalla professione legale a quella medica fino agli educatori.
Per questa ragione molti corsi di laurea con Giurisprudenza, Economia, Relazioni Internazionali, Scienze della Formazione, Sociologia garantiscono l’accesso a questa fetta di mercato del lavoro.
L’elemento determinante che può fare la differenza è rappresentato dalla formazione post laurea. Pensiamo ad esempio ad un master dedicato al servizio sociale.
Si tratta di un corso mirato e specifico per chi voglia ampliare o approfondire le proprie competenze e conoscenze in materia.
Tuttavia, per esigenze soprattutto lavorative, spesso ci si trova davanti all’impossibilità di garantire la presenza fisica richiesta dai numerosi corsi post laurea.
Per questa ragione sempre più professionisti decidono di iscriversi a master di I o II livello o a corsi di perfezionamento istituiti presso Università che si avvalgono della metodologia didattica e-learning, come ad esempio l’Università Telematica Niccolò Cusano.
Ma quali sono gli sbocchi lavorativi per i quali è possibile avanzare la propria candidatura?
Quanto all’accesso nel mercato del lavoro, il professionista potrà intraprendere la carriera di assistente sociale, di educatore professionale, potrà operare nell’ambito della mediazione culturale, quale personale amministrativo (ad esempio all’interno di associazioni umanitarie), nel fundraiser, come addetto stampa, o in qualità di people raiser, ossia colui che cerca fondi, finanche il project manager.
Le skills di un operatore del terzo settore
Oltre al possesso di un titolo di laurea, coloro che decidono di intraprendere una carriera in questo ambito dovranno possedere ottime doti relazionali, comunicative e soprattutto sappia pensare out of box.
Avere una forma mentis aperta consentirà al professionista di avvalersi di un pensiero divergente nell’affrontare le varie problematiche legate al lavoro e pertanto è richiesta anche una forte propensione al problem solving.
In conclusione, il terzo settore attira sempre più giovani in quanto il professionista è chiamato ad uscire fuori dalla staticità dell’ufficio per porsi in un contesto dinamico e sempre più stimolante.