Intervista a Mauro Neri – Di Daniela Larentis
Il volume «Storie del Monte Baldo e del suo Lago» di Mauro Neri, Maurizio Marogna e Silvia Vernaccini, è un viaggio alla scoperta dei mille volti di un territorio unico
Santuario Madonna Corona, foto Mauro Neri ©.
«Storie del Monte Baldo e del suo Lago», lo splendido volume edito da Cierre fresco di stampa (pubblicato a maggio), accompagna il lettore in un viaggio che «valica confini, abbatte le pareti e i muri», alla scoperta di un territorio, delle sue tradizioni, delle sue bellezze naturalistiche, botaniche, paesaggistiche, della sua eredità spirituale, artistica, gastronomica, della sua storia: attraverso le sue 351 pagine, offre 42 splendidi racconti brevi scritti da Mauro Neri, accompagnati da esaustive schede di approfondimento naturalistico e storico, a cura di Maurizio Marogna e Silvia Vernaccini.
Ne emerge, come sottolinea lo stesso Mauro Neri durante il nostro incontro, «un ritratto a tutto tondo di un monte che non è solo monte, ma anche scrigno di fiabe e leggende, di santi e Vivane, di rivoluzionari e di streghe».
Il libro è impreziosito dalla prefazione di Christian Perenzoni, Presidente del Parco Naturale Locale del Monte Baldo, e di Maurizio Castellani, Presidente dell’Unione Montana del Baldo-Garda. Ricordiamo che è già disponibile in tutte le librerie del Triveneto ed è acquistabile anche online.
Alcune note biografiche sugli autori prima di passare all’intervista, i quali concludono la parte introduttiva con una dedica che riportiamo:
«[…] I cento e cento volti e nomi a cui diamo spazio in queste pagine hanno un tempo amato il Baldo, molti per questo monte hanno lavorato e sudato, hanno pianto e penato, sono anche morti oppure hanno perso il ben dell’intelletto. Per tutti loro, comunque, il Monte Baldo e il suo lago sono stati casa e patria, tetto del mondo e scrigno luminescente. A loro, a tutti loro dedichiamo la nostra fatica di Autori e – ci auguriamo – il vostro piacere di Lettori.»
Mauro Neri, noto scrittore e giornalista di Trento, ha dedicato gran parte della sua vasta produzione letteraria al mondo dell’infanzia e dell’adolescenza, pubblicando in più lingue molti libri di fiabe, racconti e romanzi. Ha di recente pubblicato una vastissima antologia che raccoglie ben mille leggende trentine, ma è anche autore di opere teatrali e di testi per canti di cori popolari.
Silvia Vernaccini, stimata giornalista e scrittrice di Trento, nel corso degli anni ha pubblicato un notevole numero di libri di arte, di ambiente e di itinerari. Si è specializzata in guide escursionistiche per famiglie e dal 2003 scrive per il Corriere del Trentino Alto Adige.
Con Cierre edizioni ha pubblicato «Da Malcesine a Peschiera, 40 itinerari attraverso il Garda veronese» (2016).
Maurizio Marogna, apprezzato giornalista, insegnante, cavaliere della Repubblica, laureato in scienze motorie sportive e naturopatia, è maestro di sci dal 1989, istruttore con più di mille immersioni nei più bei mari del mondo, esperto velista con abilitazione all’insegnamento della vela e appassionato di arrampicata.
Ha collaborato alla stesura della guida di arrampicata «Trapezio & dintorni». Da anni è impegnato nel recupero di alcuni sentieri storici sul Monte Baldo. Per tutti questi progetti è stato insignito nel 2014 del premio «Giardino d’Europa».
Abbiamo avuto il piacere di porgere a Mauro Neri alcune domande.
Gli olivi del Baldo, foto Mauro Neri ©.
Come nasce l’idea di questo volume, chi vi ha collaborato e a che titolo?
«L’idea è nata da un intreccio di passioni, la mia, che è quella di recuperare personaggi, storie, fatti realmente accaduti e inventare dei racconti che prendano per mano il lettore accompagnandolo dentro questi avvenimenti.
«Faccio un esempio, tutti conosciamo la battaglia di Rivoli, combattuta a Caprino Veronese nel 1797 tra i napoleonici e gli austriaci; io mi sono messo nei panni di un eremita realmente vissuto e che si è trovato sulla linea del fronte, per cui alla mattina era austriaco, alle undici era francese, alle tre del pomeriggio era austriaco e alla fine era di nuovo francese (la battaglia fu vinta da Napoleone Bonaparte).
«È intrigante entrare nella storia e vedere come può essere andata a finire. Ho quindi assecondato la mia passione dell’invenzione, dell’immedesimazione, partendo però da storie vere, da personaggi veri.
«Poi, c’è la passione di Silvia Vernaccini, una maestra di escursioni, per cui queste 42 storie raccontano altrettanti luoghi e sono impreziositi da schede di approfondimento e di indicazioni escursionistiche. Infine, c’è il contributo di Maurizio Marogna, un personaggio incredibile, è nato alle pendici del Baldo ed è il Signore del Baldo.
«Negli ultimi anni ha recuperato alcuni sentieri storici che adesso sono percorsi da migliaia di persone. Lui è stato la nostra guida. Quindi, direi che questo volume è nato da un amore condiviso per questa montagna: Maurizio è nato qui, Silvia ed io amiamo questi luoghi, siamo innamorati del Baldo, amiamo trascorrere del tempo nella nostra casa di Cavaion, dove ci rifugiamo per scrivere e recuperare le energie.
«È una montagna particolarissima, quando la conosci non riesci più a staccartene. A Trento siamo circondati da montagne bellissime, sono molto legato anche al Bondone, devo confessare però che durante i mesi di reclusione a causa dell’emergenza Coronavirus avevo una grande nostalgia del Baldo.
«Il progetto è stato realizzato grazie al sostegno della Fondazione Cattolica Assicurazioni di Verona; hanno collaborato all’iniziativa anche l’Unione Montana del Baldo (parte veronese) e Parco Naturale Locale Monte Baldo (parte trentina), sposando l’idea del libro e favorendone la diffusione.»
Su quali aspetti viene maggiormente focalizzata l’attenzione?
«Sui paesaggi. Uno stesso territorio può avere più paesaggi: c’è un paesaggio umano, agricolo, botanico, fossile; il paesaggio può essere anche mentale e così via. Nel libro andiamo alla scoperta dei paesaggi del Baldo e delle persone che sono vissute su questa montagna, che vi hanno lavorato.
«Il Baldo è una montagna dove sono vissute tribù preistoriche, quella proposta è una narrazione che parte dal 1500 a.C. e che arriva ai giorni nostri.»
Pecore sul Monte Baldo, foto Mauro Neri ©.
Potrebbe fare qualche esempio, accennando a un paio di racconti fra i molti proposti?
«Per quanto riguarda i racconti, la mia sfida è stata quella di dare vita a una narrazione che potesse coinvolgere emotivamente il lettore, ogni racconto è stato creato per sorprendere chi legge.
«Per citare qualche esempio, c’è uno struggente museo della Wehrmacht a Costermano, sopra Garda, un cimitero di guerra tedesco; quando sono andato a visitarlo con Silvia è stata un’esperienza straniante. Nel 2006, nel corso di una cerimonia, in accordo con l’Associazione umanitaria tedesca, che su incarico del Governo federale si occupa dei rilevamenti delle tombe dei caduti in guerra germanici all’estero e al loro mantenimento, sono stati rimossi i Libri d’onore che indicavano in ordine alfabetico i nomi dei sepolti, a cui si rendeva omaggio, tra cui i responsabili di gravissimi crimini contro l’umanità.
«Nel punto più alto del cimitero, una collina dedicata alla Pace, simbolo di memoria e di ammonimento, ora non si leggono più gli Albi d’onore ma solo i Libri dei nomi.
«Nella finzione letteraria, ho immaginato un personaggio, nato con il senso di colpa di essere pronipote di un maresciallo nazista, il quale scopre che suo zio, un certo Hans Schmidt, realmente esistito, era stato in realtà giustiziato perché accusato di tradimento, cercando di passare nelle file dei partigiani italiani. Aver provato rancore per lo zio in tutti gli anni della gioventù, aver saputo tardivamente la verità è stato per lui scioccante. Oggi Hans Schmidt è considerato un eroe.
«In un paesino dell’Emilia Romagna, in agosto, sindaco, giunta comunale e popolazione, accompagnati dagli alpini, vanno al cimitero militare tedesco di Costermano, innanzi alla tomba di Hans Schmidt e degli altri quattro soldati germanici che sono stati uccisi con lui, e fanno una cerimonia di commemorazione.»
«Un altro racconto riguarda un evento sportivo, le Olimpiadi di Londra del 1948. L’Italia, per l’atletica leggera si presenta con Adolfo Consolini, lanciatore del disco di Albaré di Costermano, accompagnato da un altro lanciatore, il connazionale Giuseppe Tosi, piemontese.
«Consolini era un gigante a livello agonistico, era anche un bell’uomo, ha fatto pure un film con Monicelli. All’ultimo tiro del lancio del disco lui è in testa. Primo lui, secondo Tosi, terzo un americano che tutti danno per favorito.
«Purtroppo l’americano realizza un tiro migliore, la delusione è forte, aveva già immaginato di cantare l’Inno d’Italia. In quel momento di grande delusione, arriva correndo il suo allenatore e gli comunica che il tiro dell’americano è stato annullato e che ha vinto lui la medaglia d’oro. Esulta, abbraccia Tosi, vanno a cambiarsi nello spogliatoio, mentre stanno uscendo per presenziare alla cerimonia torna l’allenatore con una brutta notizia: hanno perso il disco dell’Inno di Mameli.
«All’epoca non c’era ancora la televisione, c’era solo la radio, lui non sa cosa fare, si consulta con Tosi e questi gli suggerisce di cantare una canzone che lui canticchiava sempre con suo padre nei campi: ‘O Sole mio. La conosce pure lui. Si fanno portare due microfoni e la cantano, seguiti dal coro degli spettatori.
«A Costermano, c’è anche una scultura a cerchi concentrici dell’artista Pino Castagna, molto conosciuto a livello nazionale e internazionale, dedicata al campione olimpico Adolfo Casolini.»
Una delle storie riguarda il gruppo scultoreo trecentesco del Compianto di Caprino Veronese…
«Si tratta del famoso Compianto sul Cristo morto del Maestro di Santa Anastasia, scolpito attorno al 1320 per la chiesa del Santo Sepolcro di caprino Veronese, restaurato a Firenze; lo si potrà ammirare presto al Municipio di Caprino Veronese.
«Mi sono messo nei panni di questo vecchio scultore, il racconto inizia con lui che ammira il suo Compianto e diventa un’ode al perdono. A piangere Gesù disteso sul sudario ci sono Giuseppe d’Arimatea, la Madonna, Giovanni apostolo, Maria moglie di Cleofa, una pia donna e il fariseo Nicodemo, con accenti diversi chiedono tutti perdono a Cristo morto, non sanno ancora che resusciterà.
«Gesù risponde e a ognuno giustifica il suo perdono. Da questo racconto sta nascendo un’opera musicale, con testi miei, sette testi, sette oratori, musica di Mattia Culmone, maestro di coro polifonico. Speriamo che possa prendere vita a Pasqua del prossimo anno, a Caprino Veronese, di fronte al Compianto…»
Ci sarà una presentazione ufficiale?
«Faremo una prima presentazione del libro in cima al Baldo, al rifugio Il Telegrafo, raggiungibile a piedi, presumibilmente a fine agosto.
«Nel progetto sono coinvolti 14 comuni, i quali si sono già resi disponibili per una presentazione del volume, in occasione dei quattordici eventi leggerò di volta in volta tre-quattro racconti.»
Daniela Larentis – [email protected]