Anvolt: «Una finestra sulla vita» – Di Nadia Clementi
Una sfilata di capi che la scomparsa Anna Gaddo aveva disegnato per aiutare le donne a essere se stesse, anche nei momenti della tristezza e dell'amarezza
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Grande successo e commozione ieri sera al Teatro Sambapolis per l’evento «Una finestra sulla vita» proposto da l’associazione di volontari Anvolt, da sempre impegnata nell’accompagnare i pazienti nel percorso della malattia oncologica.
Quella di ieri sera è stata un'occasione unica per dimostrare che è sempre possibile riscoprire dentro di sé la forza di andare avanti nonostante tutto, di gioire per le opportunità di ogni singolo giorno e di poter tutti insieme, pazienti e non, stringersi per mano per camminare uniti contro la malattia.
La serata, condotta dal grande showman Marco Consoli e dalla Presidente dell’Anvolt Elisa Zeni, è stata caratterizzata dalla sfilata di moda a firma Anna Gaddo, con capi sgargianti indossati da modelle straordinarie che stanno vivendo il difficile momento della malattia.
Bellissime, truccate e ben acconciate, si sono messe in gioco sul palco con un sorriso sfilando a testa alta con lo stesso coraggio con cui affrontano o hanno affrontato, vincenti, la malattia.
Sono state accompagnate dal gruppo musicale al femminile «Le Deva», che ha cantato in anteprima per Anvolt la sigla composta da Luca Sala e Marco Rettani.
Lo spettacolo è stato un susseguirsi di emozioni, arricchito dal salottino condotto da Paola Maria Taufer e introdotto dal coro S. Biagio di Albiano, dedicato alle «storie di vita, le donne in prima linea».
Un dialogo che ha coinvolto il pubblico con racconti di donne che hanno vissuto l’evento tumore nella loro vita, incastrandolo tra figli, mariti, lavoro e le cose di tutti i giorni.
Con orgoglio e commozione hanno voluto lanciare un messaggio di coraggio a chi come loro è costretto a convivere con le proprie avversità.
Il cancro è prima di tutto una cicatrice nell’anima. Ma nella realtà ruba la salute e spesso la dignità, la fiducia e la percezione di sé nel mondo.
Ciononostante è un percorso che le donne possono affrontare vincenti, grazie alla tenacia e all’amore per se stesse e per la vita. La propria e quella dei propri cari.
Nel salottino, alla presenza di un «suo rappresentate a quattro zampe», si è discussa anche l’importanza della Pet therapy che oggi è una realtà condivisa anche presso le strutture ospedaliere di Trento.
In chiusura, molti sono stati i ringraziamenti, in primis a tutti i volontari Anvolt, ai medici, alle istituzioni presenti in sala, tra i quali l’assessore provinciale alla salute Luca Zeni, l’assessore alla cultura del Comune di Trento Andrea Robol, il vicepresidente del Consiglio Regionale Lorenzo Ossana, dimostrando che la problematica è vissuta con grande impegno dall'intera comunità.
Ma l’evento ha voluto ricordare anche la stilista Anna Gaddo che ha sempre riservato nella sua lunga carriera un posto privilegiato agli eventi a scopo benefico.
La grande stilista trentina è stata due volte vittima del male del secolo. La prima volta ha vinto lei, alla grande, come in tutte le battaglie della sua vita. Un messaggio che ha potuto diffondere anche oggi che non c’è più.
Anna Gaddo aveva saputo ridare fiducia alle sue clienti colpite dallo stesso male con abiti che inneggiavano alla vita, con stoffe uniche e irripetibili, con sfarzosi turbanti. Un modo per aiutarle a superare con la bellezza i momenti difficili.
Per questo la serata di Anvolt ha riportato in passerella, grazie all'amore della figlia Cristina, quei capi unici firmati da Anna Gaddo per donne uniche, che hanno potuto così coprire ansia, vergogna, dolore ed emozione, comprendendo il mistero della vita.
Nadia Clementi - [email protected]