Verso le elezioni del 20/21 settembre 2020 – Di Paolo Farinati

Intervista al candidato al Consiglio comunale di Rovereto Paolo Vergnano per la lista di Forza Italia a sostegno di Andrea Zambelli

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Paolo Vergnano ha 51 anni e ha tre figli.
Laureato in Farmacia a Torino nel 1994 con una tesi sperimentale realizzata presso l'Università di Lione, abilitato nello stesso anno alla professione di farmacista.
È stato sottotenente di complemento del Corpo Sanitario dell'Esercito. 1 collaboratore di Farmacia e Consulente per farmacie.
Imprenditore nel campo delle parafarmacie e nella distribuzione di integratori. Attualmente farmacista presso la parafarmacia Conad di Rovereto.
Presidente della Cooperativa Car Sharing Trentino, è vice presidente dell'Osservatorio Provinciale della Mobilità Sostenibile.

Dottor Vergnano, lei è tra i candidati al Consiglio comunale di Rovereto per la lista di Forza Italia. Cosa l'ha motivata a fare questo passo importante?
«La necessità di proporre a Rovereto una nuova fase di sviluppo imprenditoriale, turistico, lavorativo. Rovereto si è sempre distinta per la sua capacità di offrire formazione e solidarietà, ma senza un progetto di sviluppo rischiamo una fase di sussistenza e sussidi, che sono dovuti in caso di necessità ma nella politica attuale stanno diventando strutturali.»
 
Lei ha già vissuto l'importante esperienza in Consiglio comunale negli ultimi 5 anni. Cosa si sente di dire e di proporre alla Rovereto del 2020?
«5 anni in Consiglio Comunale Rovereto sono un'esperienza formativa che inorgoglisce. Mi sono sempre sentito onorato di averla potuta vivere. Avendo anche presieduto la Commissione Ambiente ho potuto lavorare per importanti settori dei nostri beni comuni, dall'acquedotto dello Spino alle emissioni inquinanti del traffico pesante, alle problematiche derivanti dalla zona industriale a fianco degli uffici che ho imparato a conoscere ed apprezzare.
«So quanto sia delicato il rapporto tra industria e benessere collettivo avendo l'una la funzione di offrire lavoro e l'altro il diritto di vivere in salute, anche grazie alla mia professione di farmacista. Per questo le mie proposte nell'ambito dello sviluppo sono coerenti con una crescita sostenibile ma decisa verso l'aumento netto dei posti di lavoro a Rovereto.»
 
La sua attenzione si è spesso rivolta giustamente alla salubrità della città e all'ambiente di Rovereto. Quali sono le sue idee da proporre agli elettori roveretani in questo momento anche di grave crisi?
«Due anni e mezzo di Presidenza di Commissione Ambiente e le varie esperienze politiche pregresse mi hanno fornito, appunto, una sensibilità particolare nel tema dello sviluppo. Tre le grandi aree in cui propongo che la prossima Giunta intervenga.
«1) Turismo. Non basta parlarne, occorre agire. Siamo fanalino di coda provinciale nei numeri. La Funivia Rovereto-Folgaria, da me proposta il 5 gennaio 2019 in Consiglio, avrà la funzione di avvicinare Rovereto alla sua montagna 365 giorni all'anno e rendere il Moietto e il Finonchio zone di crescita turistica. Inoltre servirà a diminuire il traffico di autobus e rendere certo il tempo di percorrenza. La realizzazione del treno Rovereto-Riva, avrà il duplice effetto di avvicinarci al mondo turistico dell'Alto Garda e diminuire il carico veicolare della strada.
«2) Viabilità/Mobilità. Interramento della Ferrovia e della variante exSS12. Progetto che riunirà San Giorgio al centro storico e darà la possibilità di ridisegnare la città. Inoltre propongo, insieme a Forza Italia, la realizzazione di un HUB di interscambio merci Gomma/Ferro da realizzarsi nelle aree industriali dismesse tra Rovereto e Mori, che serva a diminuire il traffico pesante sulla A22 e creare oltre 400 posti di lavoro. Se inserito in questo progetto, la realizzazione dello sbocco della A31 a Rovereto sud offrirebbe alla città di diventare nodo di interscambio al pari di Verona.
«3) Formazione. Occorre portare CIBIO a Rovereto, affiancagli un Dipartimento di Farmacia e uno di Medicina Genomica. Rovereto "Atene del Trentino" deve aumentare la proposta dell'alta formazione universitaria. Il tutto per creare oltre 3.000 posti di lavoro.»
 
Le politiche giovanili comunali, cosa si sente di dire e di promettere ai giovani roveretani?
«I giovani hanno bisogno di sbocchi lavorativi di qualità e di un'alta formazione. Il divertimento e l'attività culturale non possono essere disgiunti da una sana crescita economica. Dobbiamo insieme, e questa è la mia promessa, costruire una città che proponga nuovi livelli occupazionali di alta redditività per ricreare quella Rovereto di cui si parla costantemente ma che era figlia di una crescita economica forte.
«I "giovani" non sono una categoria protetta in via di estinzione, ma fanno parte di noi, e il nostro compito è creare opportunità di crescita per tutti i nostri ragazzi, con borse di studio e opportunità dedicate ai residenti.
«I giovani non sono dei soggetti deboli, ma fondamento futuro della nostra società, se li educhiamo a chiedere sussidi, vivranno di espedienti. Al contrario, se creiamo un sistema virtuoso di crescita faremo di loro adulti e genitori consapevoli.»
 
Rovereto e la cultura, un rapporto che dura da secoli, come lo vedrebbe rafforzato e rinnovato?
«In Consiglio Comunale ho spesso chiesto una maggiore sinergia tra gli innumerevoli istituti museali e culturali e il mondo esterno. Un grande rammarico è aver visto il Museo della Guerra sostanzialmente solo nell'affrontare il centenario della Grande Guerra che avrebbe potuto innescare il turismo dei famigliari dei reduci di tutto il mondo, ma che le amministrazioni passate non sono riuscite a sfruttare né in termini turistici, né economici, tantomeno culturali. Il MART non riesce ancora ad essere un centro attrattivo reale e le polemiche attuali non servono se non a raccattare qualche voto a chi attacca quotidianamente il suo Presidente.
«Altro istituto che la Giunta attuale ha di fatto abbandonato è la Campana dei Caduti. Questa è un organismo internazionale presente all'ONU e al Consiglio d'Europa, che, se ne avrò la possibilità, voglio avvicinare alla città, alle associazioni e anche al mondo imprenditoriale. A Miravalle passano capi di Stato e ministri di tutti i paesi del mondo. La prossima Giunta la deve seguire da vicino per assorbire le positività e le possibilità che offre. Come dimenticare il periodo futurista che ha in Depero un suo creatore e che Rovereto non riesce ancora a promuovere come il suo Museo meriterebbe.
«Chiaramente non posso citare tutti. Nella mia mozione sull'acquisto di Palazzo Grillo, discussa nel 2016, facevo riferimento a un percorso museale/culturale che, partendo da Santa Maria, portasse i turisti fino al Mart, oggi chiamato il chilometro dei musei dai consulenti pagati dal comune.»
 
Rovereto e l’Università, lei ci crede? Pensa che una nuova facoltà potrebbe favorire un maggior benessere in città?
«Occorre una offerta universitaria rinnovata e potenziata, messa in sinergia con i dipartimenti che già esistono. Se fino a un secolo fa era sufficiente avere tutti gli istituti superiori, oggi dobbiamo innalzare l'asticella e guardare alla formazione di altissima qualità. Rovereto ne ha le capacità e anche le finanze.
«Una città universitaria offre opportunità non solo ai suoi giovani, ma anche agli operatori edili, della ristorazione, del divertimento, del commercio. Rende viva una città e favorisce quella collaborazione pubblico-privato che altrimenti risulta essere mero assistenzialismo. Iniziamo a rendere Rovereto centro europeo, se non mondiale, del farmaco e della medicina genomica e tra 5 anni ci rivedremo per proporre altri dipartimenti universitari.»
 
La gioventù ama trovarsi soprattutto nel bel centro storico della città, ma divertirsi in questi luoghi unici e preziosi crea spesso qualche problema di convivenza: come la pensa e quali soluzioni si sente di proporre a Rovereto?
«Se vogliamo una città universitaria, dobbiamo cercare una forma di convivenza. Il silenzio non può essere la soluzione, altrimenti i locali commerciali chiudono e gli studenti non rimangono, così come l'assenza di regole non fa altro che creare tensioni.
«Una profonda ristrutturazione edilizia del centro storico, con adeguati aiuti economici comunali, che permetta l'isolamento acustico e termico degli appartamenti, coniugato a un controllo delle vie da parte della Polizia Urbana, che con la sua presenza costante moderi gli eccessi senza inibire il divertimento, credo sia una politica seria.
«Chi propone di spostare il fulcro si prende anche la responsabilità di desertificare un centro storico che soffre di una crisi profonda. C'è da riflettere in modo serio anche sulla condizione della Città dentro le Mura. Occorre riportare vita e attività economiche in quella zona, anche per dare sicurezza ai suoi residenti, con agevolazioni e facilitazioni burocratiche. Rivivere le strade roveretane è una necessità culturale ed economica.»
 
Uno dei temi da molti anni ormai scottanti per Rovereto è la mobilità in città. Quali sono la sua lettura del problema e le sue proposte concrete?
«Occorre ripercorrere le mie attività in tal senso. Oltre ad essere un grande fautore del trasporto pubblico, che oggi sta subendo una battuta di arresto ma che tra qualche tempo sarà chiamato a tornare ad essere asse portante delle mobilità cittadine, sono il secondo firmatario della legge popolare sulla mobilità sostenibile, approvata nelle sue linee principali e oggi in vigore in Provincia di Trento.
«Sono Presidente del Car Sharing Trentino e vicepresidente dell'Osservatorio della Mobilità Sostenibile della Provincia di Trento. I temi della mobilità mi sono chiari e li studio da anni. Rovereto è una città particolare. Accentratrice di traffico, Solo il 15/17% la attraversa, il resto, oltre l'80%, si ferma per lavoro, studio, acquisti, servizi pubblici, sanità. L'interramento della exSS12, ha quindi una funzione fondamentale nel decongestionare il traffico di superficie, ed indirizzare correttamente le auto.
«Il servizio di trasporto pubblico locale deve essere potenziato. Il milione di euro in più che la PAT ha destinato a Rovereto non basta. Ricordo che tale finanziamento fu possibile grazie anche alla mia richiesta di emendamento allo studio sulla mobilità roveretana voluta da Valduga. La domenica e i festivi, ad esempio, si lamentano da sempre corse scarse e l'assenza di una stazione degli autobus crea un disservizio che la città non merita. Il capitolo ciclabili, poi, è quasi comico.
«Abbiamo una rete ciclabile che fornisce ogni sorta di situazione, Non c'è mai stata una direzione politica omogenea e traversare la città in bici obbliga a districarsi tra 5 metodologie diverse. Il risultato? Un conflitto constante con pedoni e automobilisti.
«Molto semplicemente propongo, insieme a Forza Italia, di ridisegnare le ciclabili cittadine per rendere indipendenti il più possibile dall'asse viario, al fine di fluidificare questo e mettere in sicurezza ciclisti e pedoni.»
 
Rovereto gode di ampi spazi verdi, pensiamo ai giardini interni alla città, come pure ai potenziali parchi esterni quali i Lavini di Marco, la zona di Miravalle e il Bosco della Città. Quale politica d'investimento sul «verde» intenderebbe mettere in atto?
«Quando ero Presidente della Commissione Ambiente, iniziai un lavoro per discutere ed elaborare un regolamento del verde comunale. Non ci fu il tempo per terminarlo, in quanto l'avvicendamento alla presidenza mi portò a essere "solo" vicepresidente, quindi con nessun potere di convocazione. Porterò la mia idea di regolamentare la gestione del verde pubblico anche nel prossimo Consiglio, sempre che io sia riconfermato.
«Sul piano delle singole aree partiamo dai Lavini di Marco, che sono un polmone incredibile con anche potenzialità inespresse. Sono sempre stato contrario al golf, non per diffidenza in quello sport ma per l'ubicazione e le caratteristiche roveretane. Il luogo non si presta. Non credo che nessuno pagherebbe per giocare guardando i fumi della ex Sandoz e di Marangoni.
«Nell'idea di Valduga c'è un golf popolare, ma i costi sarebbero talmente elevati che con quei soldi potremmo regalare a tutti i giovani roveretani calcio, nuoto e sci fino alla maggiore età. Se nei paesi anglosassoni il golf è popolare è per una questione ambientale e storica. Lasciamo ad ognuno la propria storia e puntiamo sulla bicicletta, quello si uno sport storico per il popolo italiano, e l'arrampicata.
«I Lavini sono perfetti per accogliere un sito di allenamento ciclistico professionale. Per quanto riguarda il Bosco della CIttà, con la realizzazione di una funivia che unisca Il MART, l'area Ex Amnil, Moietto, Finonchio, Serrada e Folgaria, sarebbe il luogo ideale per investimenti alberghieri e sportivi, se possibile, riutilizzando l'area dell'Ex Amnil.»
 
Rovereto è da secoli il capoluogo della Vallagarina. Come imposterebbe una politica di collaborazione con gli altri Comuni vicini?
«La Vallagarina deve diventare la reale porta di accesso del Trentino da sud. Attualmente merci e turisti ci attraversano quasi fossimo trasparenti. L'interramento della ferrovia, ad esempio, porterà un possibile sviluppo a tutti i comuni, salvaguardando la Fonte dello Spino che non sarà più interessata dal tunnel della TAV.
«Solo con una politica attiva comune potremo fare da contraltare a zone del Trentino forti politicamente e collaborare con Trento in modo paritario. Non vorrei più vedere, ad esempio, che i finanziamenti della Comunità di Valle siano destinati da tutti i comuni per le ciclabili turistiche, eccetto Rovereto che, con un errore di valutazione già detta in precedenza, finanzia lo studio di un campo da golf. Questo non è collaborare con la Valle.
«Dobbiamo sostenere una politica comune che offra più servizi a tutti i residenti. Ricordiamo che Rovereto è il centro servizi amministrativo e sanitario di tutta la valle e capofila di moltissimi servizi. Sarebbe molto interessante iniziare un ragionamento sulle possibili sinergie tra comuni, in modo da rendere le amministrazioni più snelle e con costi minori.»
 
Rovereto è da sempre centro industriale e artigianale. La crisi morde e pone molte difficoltà alle imprese produttive. Quali soluzioni vede percorribili?
«Tutto il programma di Forza Italia, che ho contribuito a scrivere nelle sue parti fondamentali e portato in coalizione, ha come obiettivo ultimo la creazione di nuovo sviluppo, coscienti del fatto che senza economia ogni forma di aiuto sociale è velleitario e tampona solo qualche bisogno immediato.
«3.000 posti di lavoro non sono uno slogan, ma una realtà, se riusciremo a catturare i finanziamenti e realizzare le opere necessarie. Per farlo occorre che la coalizione di Andrea Zambelli vinca e che persone come me, e ce ne sono molte, che si sono prodigate per il bene cittadino siano premiate.»
 
Infine il suo messaggio agli elettori di Rovereto, per far sì che votino Paolo Vergnano.
«Rovereto è una città a misura d'uomo. Scuole di ottimo livello per i nostri giovani. Un centro storico tra i più belli d'Italia. Una concentrazione di istituti d'arte e culturali che ci invidiano nel mondo.
«Ma il suo sviluppo è stato abbandonato. È ora di tornare a parlare di economia. 3.000 posti di lavoro in 5 anni sono il mio impegno.»
 
Paolo Farinati – [email protected]