Lavoro «volano di crescita» per la persona e per la comunità
Presentata oggi la seconda edizione del Bando della Fondazione Caritro per progetti di inserimento lavorativo in campo sociale
Sentirsi parte della società e contribuire al suo sviluppo economico e sociale, ogni giorno. L'attività lavorativa rappresenta un fattore chiave per l'inclusione sociale.
Il riconoscimento di un ruolo e di compiti specifici, la socializzazione con i colleghi e l'apprendimento di competenze professionali rappresentano un'occasione di crescita personale e un contributo attivo per il bene dalla comunità.
Da questa consapevolezza prende spunto il Bando per progetti di inserimento lavorativo in campo sociale promosso dalla Fondazione Caritro, giunto quest'anno alla sua seconda edizione.
Il Bando è stato al centro di un incontro pubblico tenutosi questa mattina a Palazzo Calepini, alla presenza di numerosi rappresentati del mondo del privato sociale trentino.
La conferenza è stata aperta dal Presidente della Fondazione Caritro Michele Iori che ha posto l'attenzione sull'importanza di un'iniziativa come questa in un contesto economico ancora fragile in cui, sebbene il Trentino mostri dati positivi rispetto al resto del Paese, permangono situazioni di criticità.
L'intervento fa parte delle misure destinate all'ambito del sociale promosse dalla Fondazione Caritro.
Un impegno cresciuto negli anni: nel 2010 era pari al 6% delle erogazioni totali (442.773 euro) ed è via via cresciuto fino a raggiungere la cifra di 916.864 euro nel 2015 (15% delle erogazioni totali) e superare il milione di euro con 1.190.000 euro stimati per il 2016 (18%).
Il Bando è stato presentato nel dettaglio dal Direttore generale della Fondazione Caritro Filippo Manfredi.
L'iniziativa rappresenta un sostegno concreto per progetti di qualità finalizzati al coinvolgimento delle fasce deboli in percorsi lavorativi tramite borse lavoro e l'avvio di attività di impresa con utilità sociale che favoriscano l'inserimento lavorativo.
Il bando presenta una struttura innovativa e inserisce tra i suoi requisiti la partecipazione di reti di almeno 3 soggetti guidate da un capofila appartenente all'ambito del privato sociale trentino, di cui devono far parte almeno una realtà attiva nel volontariato sociale operante sul territorio provinciale e almeno un soggetto del sistema economico/produttivo locale (esercizi commerciali, aziende, imprese sociali, associazioni di categoria, eccetera).
I progetti presentati devono rivolgersi a persone che, uscite dal mondo del lavoro a causa della crisi economica, hanno difficoltà a rientrarvi e per questo si trovano a rischio di esclusione sociale oppure a persone in situazioni critiche dal punto di vista economico e sociale che possono trarre beneficio da un percorso di inserimento lavorativo.
La sinergia tra diversi soggetti e la tangibilità della ricaduta dei progetti sono tra i principali requisiti richiesti, uniti alla capacità delle iniziative proposte di stimolare altre esperienze in un'ottica di welfare generativo in grado di far lavorare congiuntamente privato sociale, pubbliche amministrazioni e sistema produttivo.
Il secondo Bando, pubblicato nel mese di maggio, scadrà il 20 luglio e prevede uno stanziamento complessivo di 150 mila euro. Le realtà che parteciperanno potranno fare richiesta di sostegno fino all'80% del costo complessivo, per un massimo di 25 mila euro.
La prima edizione del bando è stata proposta a cavallo tra il 2014 e il 2015 con uno stanziamento di 130 mila euro: sono stati presentati 22 progetti, 10 dei quali (pari al 45%) sono stati accolti. I progetti ammessi a contributo si sviluppano su una durata media di poco più di un anno (13,2 mesi).
La rete creatasi con il territorio è stata senza dubbio uno dei punti di forza. Per quanto riguarda i progetti sostenuti nella prima edizione, si è sviluppata la collaborazione delle realtà capofila con decine di realtà del territorio e oltre 15 imprese trentine. Le persone coinvolte in percorsi di inserimento lavorativo sono state 300.
Nel corso dell'evento di questa mattina sono stati illustrati alcuni dei 10 progetti sostenuti e già attivati.
Il primo progetto selezionato è «Staff», proposto dall'Associazione Teatrale Trentina Interculturale A.t.t.i. di Vallelaghi, ex Comune di Vezzano e presentato oggi dalla coordinatrice Meri Malaguti.
Il progetto porta avanti la positiva esperienza dell'iniziativa «Diversamente a teatro» dedicato all'inserimento lavorativo di alcuni ragazzi con disabilità cognitiva residenti in Valle dei Laghi.
Staff coinvolge 6 ragazzi attualmente impegnati in attività legate alla gestione del Teatro Valle dei Laghi e, nello specifico, del bar ad esso collegato, favorendo lo sviluppo delle competenze necessarie e lo spirito imprenditoriale con l'organizzazione di eventi e iniziative per il sostegno dell'attività.
L'agricoltura per riqualificare il territorio e i rapporti sociali. Questa la chiave di In.s.a.l.a.t.a – Inserimento sociale accompagnamento al lavoro tramite agricoltura, il secondo progetto presentato oggi, promosso da Aurora Scs a Levico Terme e illustrato dalla referente Emanuela Barbacovi.
L'iniziativa, pronta ora a entrare nel vivo dopo la fase di preparazione del terreno che ospiterà l'attività, mira a favorire l'occupazione di persone in situazione di difficoltà e la creazione, attraverso la coltivazione, di nuove relazioni tra i residenti del territorio. Il progetto promuove la condivisione dei saperi tra persone e tra diverse generazioni, valorizzando il lavoro agricolo quale strumenti di condivisione e crescita personale e professionale.
Il terzo progetto, «DisTer – Distretto Industriale Solidale del contoterzismo trentino», è invece incentrato su Trento ed è promosso dalla Cooperativa Alpi Scs con il coinvolgimento di numerosi enti del terzo settore.
L'iniziativa, presentata dal direttore della cooperativa Silvano Deavi, favorisce un'economia solidale e la responsabilità sociale delle imprese attraverso la creazione di filiere per l'inserimento lavorativo nel settore industriale.
Il progetto mette in contatto le esigenze delle persone che, a causa della crisi economica, non riescono a trovare lavoro e sono in situazione di possibile emarginazione (individuate grazie alla collaborazione con il Comune di Trento) e quelle delle aziende del territorio, grazie alla collaborazione di Confindustria.