Siria. Alcune valutazioni su un possibile intervento militare

L’unico Paese con il diritto-dovere a risolvere la delicata questione è la Russia

La Russia dubita dell’uso di armi chimiche in Siria; è questo quanto detto dal Ministro degli Esteri russo in merito alle intenzioni di Barack Obama di muovere guerra contro la Siria a seguito dell’uso di gas nervini.
«Non ci sono né mappe geografiche, né nomi. Non ci sono fatti, solo dichiarazioni. Ci sono in compenso molte incongruenze, restano moltissimi dubbi, – ha detto Lavrov. – Quando chiediamo delle conferme più dettagliate, loro dicono che è tutto segreto e che per questo non possono farci vedere: vuol dire che non vi sono elementi per la cooperazione internazionale.»
 
La Russia ha quindi negato il suo appoggio ad un’eventuale intervento in Siria facendo così avvicinare il rischio di una Terza Guerra Mondiale.
Una domanda, indipendentemente dall’uso o meno di armi chimiche, può saltare all’attenzione di molti: Cosa si può fare per evitare l’uso di queste?
In molti hanno cercato di dare una soluzione, merita l’interessante l’analisi fatta dal tedesco Oliver Meier, studioso presso la Divisione di Sicurezza Internazionale dell’ Istituto tedesco per gli affari internazionali e di sicurezza a Berlino, che si muove su una serie di considerazioni.
 
La prima riguarda il fondamentale ruolo ricoperto dalla comunità internazionale. Ogni giudizio inerente all’uso di armi chimiche è solamente connesso ad un eventuale scenario postbellico, scenario che non può offrire, come detto da Meier, una risposta unitaria.
È da condannare l’atto in se stesso e non l’atto con i conseguenti scenari politici.
La seconda ma strettamente connessa con la prima, è lo scoraggiamento all’uso di queste armi. A riguardo l’unico organo deputato a ciò sarebbe il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ma resta comunque il problema legato al primo punto.
Tale decisione dovrebbe basarsi su prove certe e inconfutabili, inoltre si dovrà vagliare una giusta strategia per mantenere la calma nel paese e nella regione dopo il conflitto.
 
Detto ciò alcune considerazioni personali.
Se si dovesse riscontrare un effettivo uso di armi chimiche, l’unico paese con il diritto-dovere di intervenire sarebbe la Russia e non gli Stati Uniti.
Il motivo di una simile affermazione riguarda i delicati meccanismi di equilibrio geopolitico nell’area oltre che a una doverosa responsabilità morale che dovrebbe essere risolta da chi ha permesso il mantenimento di simile regime che, se dimostrato con prove certe e inconfutabili, ha usato simili armi.
La Russia ha la sua unica base nel mediterraneo proprio in Siria e un’eventuale intervento statunitense avrebbe conseguenze ben peggiori rispetto a quelle di uno russo.
Forse affermare ciò è come chiedere la Luna, resta comunque da ricordare che in questa crisi c’è in palio anche la pace mondiale.
Anche il Vaticano comunque si è schierato contro l'attacco. La posizione del Vaticano è stata sintetizzata da Papa Francesco in un tweet: «Mai più la guerra!». 
 
Michele Soliani
[email protected]