«Sait, subito un piano sociale per gestire gli esuberi»

Sulla cassa integrazione Filcams ha firmato per senso di responsabilità – Da oggi impegno massimo per non lasciare soli i lavoratori

«Sulla vertenza Sait restano irrisolte ancora questioni cruciali. A cominciare dal piano sociale e dal numero degli esuberi.»
All'indomani dell'accordo sulla cassa integrazione straordinaria che coinvolge 130 addetti tra magazzino e uffici del Sait, il segretario della Filcams trentina, Roland Caramelle, con Franco Ianeselli, segretario della Cgil trentina, non nascondono l'amarezza per la conclusione di una vertenza che non ha visto arretrare di un passo le posizioni intransigenti dell'azienda.
«Ci siamo trovati di fronte uno schieramento unico tra le altre due sigle sindacali e l'azienda che volevano far ricadere solo sulle spalle della Filcams la richiesta di correttivi rispondenti alle esigenze dei lavoratori. Abbiamo firmato per senso di responsabilità nei confronti degli addetti Sait e per evitare strumentalizzazioni», spiegano Caramelle e Ianeselli.
 
Per il sindacato di Via Muredei restano irrisolte questioni importanti, sul numero degli esuberi e sul piano sociale.
«Al di là delle buone intenzioni ribadite anche ieri mancano i fatti: ad oggi non c'è nulla di concreto né nessuna risorsa messa sul tavolo da Sait per la transizione di questi lavoratori, per la loro riqualificazione e ricollocazione – insistono Caramelle e Ianeselli -. Ci aspettiamo che Sait e la stessa Federazione su questo facciano un passo in avanti e dimostrino lo stesso senso di responsabilità che è stato chiesto a noi.»
Intanto l'impegno di Filcams e di tutta la Cgil resta massimo per i lavoratori che dal 3 aprile sono in cassa integrazione.
«Ci spenderemo in tutti i modi possibili perché questi lavoratori e queste lavoratrici non siano lasciati soli, ma si lavori per creare le condizioni per il loro reinserimento sul mercato del lavoro.»