Crisi Ucraina, Zelensky chiede aiuto disperato all’Europa
E, mentre continuano le trattative, Mosca intensifica l’attacco al cuore del Paese
Il leader ucraino Volodymyr Zelensky si è rivolto all’Unione Europea per chiedere aiuto.
E il Parlamento Europeo si è riunito in assemblea plenaria per ascoltarlo. Qualche deputato indossava la maglietta blu e giallo dell’Ucraina, in segno di solidarietà.
«Abbiamo dimostrato che siamo come voi, – ha detto Zelensky. – Mostrateci che siete al nostro fianco. Che non ci abbandonate. Che siete veramente Europei. Solo insieme la vita vincerà contro la morte, la luce contro il buio.»
Un discorso terribile, che prende il cuore, che non può lasciare indifferenti. E difatti la Von del Leyen ha indicato la via più breve (comunque non semplice) per accogliere l’Ucraina nella UE
Ma che non può essere accolta senza entrare in conflitto con la Russia. Per la quale Russia è già un atto ostile - di guerra - l’applicazione delle sanzioni.
Erdogan ha bloccato i Dardanelli vietandone il passaggio alle navi militari. Le navi russe peraltro sono quasi tutte di là, ne Mar Nero, dove servono. Ma oltre a impedire alle navi russe nelle vicinanze della Libia di fare ritorno a casa, viene impedito il passaggio anche alle stesse navi della Nato, nel caso fosse necessario inviarle.
Certamente la confusione regna sovrana a tutti i livelli, anche perché Erdogan ha deciso di non applicare le sanzioni alla Russia. Ora è vero che serve sempre una terza via di fuga, e la Turchia consente ad esempio i voli da e per Mosca, ma non dimentichiamo che la Turchia è nella Nato.
La storia insegna che anche in passato ci sono stati esempi di incongruenze clamorose. Ad esempio, L’Italia e la Germania combatterono a fianco dei Finlandesi contro la Russia Sovietica nel 1939, dopo che i ministri degli esteri tedesco Ribbentrop e russo Molotov siglarono il patto di alleanza.
Quanto alle operazioni militari, Putin non è riuscito a conquistare Kiev in questi sei giorni. Le forze corazzate sono entrate in profondità in Ucraina, ma è da un giorno che una colonna militare lunga 60 km è ferma nei pressi di Kiev.
E non sta ferma per favorire i colloqui in corso in Bielorussia, dato che continua a bombardare i punti sensibili della città, come la torre della Televisione e il Palazzo del Governo.
Sembra quasi che non riesca a capire che, una volta conquistata l’Ucraina, dovrà anche ricostruirla. E avrà bisogno comunque dell'appoggio della popolazione.
A Mosca il malcontento sta crescendo. La popolazione russa non riesce a capire la logica della guerra in cui si sono trovati coinvolti e per la quale stanno soffrendo in maniera ingiustificata. Le sanzioni evidentemente funzionano.
E la Cina, al momento, tiene basso profilo. È probabile che in occasione dell’inaugurazione delle Olimpiadi invernali di Pechino Putin e Xi Jinping abbiano concordato una linea d’azione comune, magari appoggiandosi per approssimazioni successive. Oggi la Russia si prende l'Ucraina, domani la Cina si prende Taiwan, col reciproco beneplacito.
Ma, come si sa, le operazioni militari non vanno mai come vengono programmate.
GdM