«Nomi e toponimi longobardi nella Piana Rotaliana» - Di Daniela Larentis

Il volume di Paolo Boschi pubblicato dall’Associazione Castelli del Trentino sarà presentato nel pomeriggio di giovedì 14 dicembre a Mezzolombardo

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Lo avevamo già anticipato lo scorso ottobre, in occasione dell’importante manifestazione organizzata dall’Associazione Castelli del Trentino dal titolo «A.D. 577, i Longobardi nel Campo Rotaliano», che a breve sarebbe uscito un interessantissimo libro sui toponimi longobardi nella Piana Rotaliana, edito dalla stessa associazione.
Ed ora eccoci qui, ad accogliere l’augurio di Christian Girardi, Sindaco di Mezzolombardo, il quale nel suo saluto iniziale invita il lettore ad immergersi con passione ed interesse nelle pagine del volume scritto da Paolo Boschi, traendone il massimo diletto.
L’importante pubblicazione dal titolo «Nomi e toponimi longobardi nella Piana Rotaliana» verrà presentata giovedì 14 dicembre alle ore 18.00 presso la sala riunioni della Cantina Rotaliana a Mezzolombardo in via Trento 65b. Interverranno il Presidente della Cantina Luigi Roncador e il Direttore Marketing dott. Bernardi.
Al termine della presentazione verrà consegnata ai soci dell'Associazione Castelli del Trentino una copia omaggio del volume, mentre gli interessati all'acquisto potranno rivolgersi o all'associazione tramite mail oppure alla Libreria Ancora di via S. Croce a Trento.
Si tratta di un libro davvero interessante che si presta a più letture e che, stimolando il desiderio di conoscenza di diversi pubblici, si rivolge a tutti gli appassionati di storia e di cultura locale.
 

 
Due parole sull’autore, la cui passione per la toponomastica affonda le radici negli anni Settanta.
Roveretano, da sempre residente a Volano, Paolo Boschi frequentò i corsi di Glottologia a Padova dal prof. Tagliavini e fece una tesi sulla toponomastica di Volano sotto la guida del prof. Pellegrini.
Nel 1976 ottenne una prima laurea in Lettere Classiche e nel 1999 una seconda laurea in Lingue e Letterature Straniere a Trento, con una tesi premiata dalla Provincia sulle «compattate», documenti vescovili del XV secolo scritti in medio alto tedesco.
Nel gennaio del 2016 l’Associazione Castelli del Trentino organizzò nella Sala Civica di Mezzolombardo un incontro, durante il quale il socio Paolo Boschi tenne una relazione sui toponimi di origine longobarda nella Piana Rotaliana.
L’argomento piacque particolarmente e sollevò la curiosità generale, tanto che venne l’idea, ora concretizzata, di pubblicare un libro.
 
Come aveva sottolineato nell’intervista di qualche mese fa Bruno Kaisermann, Presidente dell’Associazione Castelli del Trentino, «il lavoro del socio Boschi si è così allargato a più aspetti sia introduttivi che metodologici del suo innovativo metodo interpretativo».
Kaisermann, a titolo di esempio, aveva indicato l’origine del nome di Mezzolombardo, spiegandoci: «Non è stata la presenza dei Longobardi, che pure vi sono stati, a dare il nome alla cittadina. Furono gli abitanti stessi che, in tempi successivi - ad esempio in un documento del 2 maggio 1578 - cominciano a definirsi come quelli dimoranti nel villaggio di Mez Lombardo per differenziarsi da quelli del villaggio di Mez Tedesco, l’attuale Mezzocorona, e questo per rimarcare l’appartenenza al principato vescovile e la propria tradizione di matrice italiana, come dal XI secolo in poi, sta appunto ad indicare il termine lombardo o longobardo.
«Ebbene, anche per lo studioso il nome di Mezzolombardo è una parola longobarda derivante dall’anglosassone che si può così scomporre: MEZ = MAETH = prato, spazio libero + LOM = LONG = lungo, con caduta della consonante finale di sillaba e adattamento della N alla B successiva + BARD = BORD = dorsale montuosa, parola che però non è un lemma etnico che ricorda la presenza dei Longobardi; quindi il valore complessivo è distesa prativa ai piedi della lunga dorsale montuosa».
Chi volesse approfondire, tuffandosi nel mare dei toponimi, idronomi, oronimi, coronimi e antroponimi, potrà farlo consultando l’esaustivo libro di Paolo Boschi appena uscito.
 

Un raro estimo del 1542 - A sinistra la copertina del libro.
 
Spiega l’autore nel capitolo dedicato agli elementi ingevoni nella toponomastica e nei dialetti trentini: «L’argomento di questa ricerca sarà soprattutto la toponomastica di origine longobarda della Piana Rotaliana e delle zone limitrofe.
«Non starò a raccontare quello che i linguisti del passato hanno detto circa l’interpretazione dei vari toponimi: per questo ci sono parecchie pubblicazioni che uno può consultare con comodo nelle nostre biblioteche; io esporrò i risultati delle mie ricerche che ormai abbracciano tutto il Trentino: la mi ambizione è quella di compilare un dizionario toponomastico trentino in totale discontinuità con dizionari toponomastici tradizionali, dove si possa dimostrare come dietro alla stragrande maggioranza dei nostri toponimi ci siano voci longobarde».
 
Spulciando fra gli innumerevoli termini di origine ingevone nel nostro dialetto trentino, ve ne riportiamo alcuni per solleticare la vostra curiosità, (tutti indicati nel sopra citato capitolo).
Il BANDOM, «indica il secchio, a quell’epoca probabilmente – come spiega Boschi – con un manico di spago («cfr AGS BAND = legame, legaccio < AGS BIND(AN) + cfr AGS OM = suffisso nominale)».
Non tutti, forse, sanno che la cosiddetta BAZINA «in origine era una padella che veniva immersa completamente sotto la cenere e la brace: cfr AGS BAETH = immergere: indicando sia l’oggetto che si immerge sia il materiale o il liquido in cui si immerge, tant’è vero che quel radicale è alla base di una gran quantità di toponimi che indicano la presenza dell’acqua (BOS-ENTINO, BES-ENELLO, ecc.)».
BOCIA, «nel Roveretano significa ragazzo, giovanotto: cfr IM BUTCH e BUCK che in origine sono forme alternative e veicolano l’idea della mascolinità: il primo viene poi a indicare il maschio persona, il secondo il maschio animale. Nelle lingue scandinave prevale la forma BOK/BOC con la O».
 
Nel capitolo che tratta di toponimi inglesi e italiani a confronto, fra i molti indicati viene menzionato TRENT, «il nome di un fiume importante della Gran Bretagna centrale; il suo corso disegna una gigantesca ansa: cfr AGS TREND = giro, svolta, curva. Troviamo – specifica Boschi – lo stesso radicale in DOS TRENT presente in più punti del Trentino. E’ il radicale che ha dato origine a Trento».
Le interessanti pagine svelano una lunga serie di toponimi correnti nella Piana Rotaliana e zone limitrofe, così scopriamo anche il significato di un toponimo che «ha fatto impazzire i linguisti», LASTE: «cfr AGS LA = LAH = basso, non rilevato + cfr AGS AST = OST = EST = parete rocciosa. Parete rocciosa piatta».
 
Qual è, infine, il significato di toponimi relativi al centro abitato, come FRATE, PONTARE o ZARDINEL, tanto per nominarne alcuni fra i moltissimi indicati?
Per saperlo basterà venire alla presentazione che si terrà presso la sala riunioni della Cantina Rotaliana qualche ora prima di un altro importante evento, sempre organizzato dall’Associazione Castelli del Trentino alle 20.30 alla Sala Civica di Mezzolombardo (in occasione del quale Stefano Ferrari parlerà dei rapporti fra J.J. Winckelmann e il conte Carlo G. Firmian, vedasi l’articolo pubblicato ieri), e chiederlo direttamente all’autore: siamo sicuri che Paolo Boschi risponderà volentieri a questa e ad altre domande.
 
Daniela Larentis – [email protected]