«Road to Washington»: Ultimo duello televisivo tra i contendenti

«È finito il tempo della guerra al terrorismo» – Di Michele Soliani

Lo si deduce da come gli americani hanno reagito al discorso di Mitt Romney, un discorso che indubbiamente poteva raccogliere consensi qualche anno fa da parte di un altro repubblicano che era alla presidenza.
Gli americani non condividono più la strategia dell’esportazione della democrazia a costo di guerre, preferiscono, come detto dallo stesso Obama, una strategia che si basi su compiti di polizia internazione e di collaborazione internazionale, strategia che indubbiamente è diversa da quella messa in atto dal presidente Bush e ribadita in parte ieri da Romney.
 
Ci sono voluti solo tre minuti e quaranta secondi per mettere nel terzo dibattito televisivo il candidato repubblicano in difficoltà e su un argomento che in altri contesti poteva portare vasti consensi ai repubblicani.
I tempi sono cambiati e lo stesso Presidente ha voluto ricordare che non si è più negli anni ottanta e che la guerra al terrorismo si può considerarla conclusa con la morte di Osama Bin Laden.
 
È con la sconfitta di Romney, presso gli studi della CBS News e con moderatore Bob Schieffer, che si è svolto il terzo e ultimo dibattito televisivo che ha visto scontrarsi i due candidati alla presidenza.
È apparso opaco il repubblicano anche nel momento in cui Obama ha ricordato che oggi non contano più i cannoni ma le portaerei, non ha affondato visto che proprio su questo argomento Romney poteva ricordare che il governo degli stati uniti ha intenzione di ridurre quest’ultime.
 
Il problema dello sfidante del Presidente appare chiaramente nella mancanza di idee per quanto riguarda la politica estera. Ha affrontato vari argomenti quali Afganistan ed Iran ma è sempre stato criticato e smentito da Obama.
La sua opacità si intuisce sull’argomento Iran. Romney ha infatti accusato Obama di aver perso gli ultimi quattro anni nel tentativo di fermare il programma di armamento nucleare iraniano, il Presidente ha però ricordato che la sua strategia, basata sulla collaborazione internazionale e non sull’«Esportazione della democrazia» ha portato il paese mediorientale a essere debole dal punto di vista militare e strategico, affermando in tal modo agli americani il successo della sua strategia.
 
E se da una parte il repubblicano usava solo slogan, dall’altra si presentava un uomo che ha ottenuto chiari risultati e ha dimostrato che quel Premio Nobel per la Pace,ottenuto nel 2009, è stato assegnato alla persona giusta.
 L’ultimo dibattito televisivo comunque ha ottenuto i suoi risultati per il democratico.
Il NewYork times ha ribadito oggi che Obama possa ottenere circa 290 elettori a fronte dei 247 di Romney, con una possibilità di vittoria per il primo pari al 70% e per il secondo del solo 29%.
 
Michele Soliani
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