Da giovedì 4 a domenica 7 novembre, Teatro Sociale di Trento

Al Teatro Sociale torna il primo appuntamento della Grande Prosa: con il debutto teatrale di «Peachum. Un’opera da tre soldi»

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Dopo tanta attesa, torna finalmente la Stagione di prosa del Centro Servizi Culturali S. Chiara. I teatri sono nuovamente pronti per accogliere il proprio pubblico e offrire spettacoli dal vivo con prestigiosi interpreti del palcoscenico nazionale.
La programmazione 2021/22 della Grande Prosa, curata dal direttore dell’Ente Francesco Nardelli, prende il via giovedì 4 novembre dal Teatro Sociale di Trento con «Peachum. Un’opera da tre soldi», la nuova produzione del Teatro Stabile di Bolzano e del Teatro Stabile di Torino che proprio a Trento avrà il suo debutto teatrale.
Lo spettacolo andrà in replica fino a domenica 7 novembre (da giovedì a venerdì alle ore 20.30, domenica alle ore 16.00).
 
Ispirato a L’Opera da tre soldi di Bertolt Brecht, la pièce vedrà protagonista sul palco la formidabile coppia formata da Fausto Paravidino (qui nella triplice veste di autore, regista e interprete) e Rocco Papaleo.
Con loro ci saranno: Romina Colbasso, Marianna Folli, Iris Fusetti, Davide Lorino, Daniele Natali.
Fausto Paravidino torna a Trento con un nuovo spettacolo dedicato all’antieroe Peachum, il re dei mendicanti dell’Opera da tre soldi di Bertolt Brecht, senz’altro una tra le sue pièce più conosciute e rappresentate.
Ad affiancarlo sul palco ci sarà un attore particolarmente noto al pubblico come Rocco Papaleo.
Una coppia inedita (i due interpreti sono alla loro prima collaborazione teatrale) ma pronta a stupire, impegnata con un testo brillante, incentrato sulla vita di Peachum, il capo di tutti i mendicanti di Londra: un uomo che dipende dal denaro senza esserne appassionato.
 

 
Un giorno a Peachum viene portata via la figlia e lui la rivuole perché, - come scriveva lo stesso Brecht -, gli è stata sottratta una proprietà. Peachum parte così alla sua ricerca, intraprendendo un viaggio che conduce il pubblico dentro le pieghe delle miserie umane. Miserie materiali e morali.
Messa in scena da Brecht nel 1928, - rifacendosi alla Beggar’s Opera di John Gay del XVIII secolo-, a quasi cento anni di distanza Paravidino presenta un testo quanto mai attuale, grazie soprattutto alla sua forte natura critica verso la società. Un classico degli anni Venti in cui, come osserva lo stesso regista «qualcosa è invecchiato (bene) e qualcosa non è invecchiato per niente».
 
«Peachum è una figura del nostro tempo più ancora che del tempo di Brecht, – osserva Paravidino. – Dipende dal denaro senza neanche prendersi la briga di esserne appassionato.
«Non è avido. Non ambisce a governare il denaro, è governato dal denaro.
«In questa nuova Opera da tre soldi detta Peachum – prosegue – succede quello che succede nell’Opera di John Gay, nel Sogno di una notte di mezza estate e in Otello di Shakespeare e in moltissime fiabe.
«A un padre portano via la figlia. Il padre la rivuole. Brecht ci dice che la rivuole perché gli hanno toccato la proprietà. Non altro.
«Le avventure e disavventure che l’eroe dei miserabili incontrerà nello sforzo di riprendersi la figlia saranno un viaggio, un mondo fatto di miserie: la miseria dei poveri, la miseria di chi si vuole arricchire, la miseria di chi ha paura di diventare povero.»
 
 Info biglietti  
Biglietti acquistabili alla biglietteria del Teatro Auditorium (lun-sab, 10-13, 15-19), presso le Casse Rurali e online su www.primiallaprima.it
Si ricorda che per accedere agli eventi del Centro S. Chiara è necessario esibire il Green Pass, come previsto dal Decreto-Legge 23 luglio 2021 n. 105.
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