Sait, il Consiglio provinciale chiede di bloccare i licenziamenti
Oggi incontro con i capigruppo consiliari. Circa 200 lavoratori in Piazza Dante – «Senza piano di rilancio non c'è futuro. Serve chiarezza»
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Bloccare la procedura di licenziamento per 130 lavoratori Sait. E' questa la posizione del Consiglio provinciale di fronte al piano di esuberi programmato dal consorzio.
Oggi i lavoratori, nella seconda giornata di sciopero, insieme ai sindacati hanno incontrato i capigruppo consiliari.
Al confronto sulla difficile situazione che riguarda i 450 lavoratori della sede di via Innsbruck erano presenti anche il presidente del Consiglio, Bruno Dorigatti, il vicepresidente della giunta Alessandro Olivi e numerosi consiglieri di tutte le forze politiche.
Unanime la posizione espressa di fronte alla delegazione di lavoratori e ai tre segretari di Filcams Fisascat e Uiltucs del Trentino.
«Non si può pensare di rilanciare il consorzio partendo dal taglio dei posti di lavoro.»
Taglio che il presidente Bruno Dorigatti ha definito, senza giri di parole, «una doccia fredda».
Da qui la proposta di spostare il tavolo del confronto tra Sait e sindacati coinvolgendo anche i vertici della Provincia, per individuare tutti i possibili strumenti, in termini di ammortizzatori sociali e politiche attive, da mettere in campo per trovare soluzioni meno dolorose di quella ad oggi prospettata. Insomma di fronte all'appello dei lavoratori il consiglio ha risposto:
«Come giustamente è stato condiviso anche oggi dai consiglieri – sottolinea Roland Caramelle, segretario della Filcams Cgil – il Sait fino a questo momento non ha condiviso un piano di rilancio, non ha messo sul tavolo un piano industriale né un'analisi trasparente sulla reale situazione del consorzio e sulle prospettive future.
«Hanno solo parlato di voler tagliare 130 posti di lavoro, ma come è stato ribadito anche oggi non è questa la strada.»
Nell'incontro è stata sottolineata ancora la possibilità di far riferimento a tutti gli ammortizzatori sociali e agli strumenti di politiche del lavoro disponibili.
Il confronto su questi temi, però, è legato al congelamento delle procedure di licenziamento e ad una seria presa di responsabilità dei vertici Sait.
Aspetto su cui fino a questo momento si è registrato solo un nulla di fatto.
«Per quanto ci riguarda proprio perché la trattativa deve partire da un piano di rilancio chiaro – conclude Caramelle, – la discussione su quali ammortizzatori sociali eventualmente usare dovrà essere la conseguenza di una trasparente analisi dei processi presenti e futuri.»
Domani è in programma un nuovo incontro con i vertici del consorzio.