Space Center di Cape Canaveral (Florida): fu vera gloria?

Nadia Clementi ha parlato della «teoria del complotto lunare» con il Prof. Christian Lavarian, astronomo del Museo tridentino delle Scienze

Cape Canaveral è una striscia di terra nella contea di Brevard in Florida (USA). È stata scelta dalla Nasa come sede del Kennedy Space Center per la sua particolare posizione, affacciata sull'oceano Atlantico, ottima per lanci ed esperimenti.
È stata scelta anche perché è una delle zone degli Stati Uniti più vicine all'equatore, fattore che consente di sfruttare al meglio la spinta dovuta alla rotazione terrestre.
 
La visita al Kennedy Space Center è un’esperienza didattica eccezionale, sia per gli adulti che per i bambini.
Permette di entrare in diretto contatto con il mondo dello spazio, di conoscere tutte le tecnologie utilizzate, imparare la storia, rivivere le gesta dei più famosi astronauti e missioni nello spazio, vedere dal vivo decolli e atterraggi di missili e dello Shuttle.
 
 
 
Quante volte abbiamo sentito parlare della base lunare e spaziale, visto i lanci in diretta TV, guardato mitici film come «Apollo 13» e simili…
Tante risposte si possono trovare trascorrendo una giornata al Centro spaziale di Cape Canaveral. Nella sua impeccabile organizzazione offre ai turisti diverse attrazioni, tra le principali la visione del film IMAX 3d, uno schermo (che definire gigante è riduttivo), permette una visione verosimile di alcune riprese di lanci nello spazio e di atterraggi sulla base lunare.
La sensazione è quella di essere a bordo dello shuttle e di volare leggeri nell’infinito.
 
Il Visitor Center prevede due importanti visite guidate in autobus, quella agli edifici della NASA e quella alle piattaforme di lancio 39A e 39B, ancora in uso, con fermata davanti a un autentico missile «Saturno V».
Il tragitto è lungo più di cinque miglia e largo quanto un’autostrada a cinque corsie, la zona è tutta recintata e controllata, le piste di lancio sono visibili solo in lontananza.
La tappa più suggestiva è la visita all’apollo cinque riprodotta fedelmente, la simulazione è pazzesca: il conto alla rovescia, i motori che si accendono e la sala che trema quando l’astronave si stacca dal suolo: sembra tutto reale!
Come al solito gli americani fanno le cose per bene.
L’interno dell’Apollo Cinque è un vero spettacolo: fatto di enormi «tubi di getto» la cui apertura di ognuno di loro ha un diametro di almeno tre metri, la navicella è enorme e sembra non finire mai. 
 
 

La visita all’Apollo termina con un filmato sull’atterraggio sulla Luna molto suggestivo.
Altra zona di particolare interesse è quella del centro di assemblaggio dove le varie parti di un razzo o di uno shuttle vengono messe insieme.
Da una vetrata è possibile osservare i vari moduli in fase di costruzione. Molto interessanti anche gli interni, come la stiva, il reparto comandi, gli spogliatoi, la doccia che usano per lavarsi.
 
Molte sono le esperienze possibili al Kennedy Space Center. Si possono toccare e ammirare missili, schuttle e oggetti spaziali, salire a bordo dell’astronave «Ambassador».
Numerose sono le sale multimediali con video interattivi, ma qui possiamo trovare anche musei dedicati allo studio dell’universo, monumenti agli astronauti che diedero la vita per l’esplorazione dello spazio, equipaggi, missioni spaziali e tante altre attività organizzate nell’area esplorativa e scientifica.
IL Centro Spaziale è un'esperienza indimenticabile, rende consapevoli di quanto poco i libri e la televisione siano in grado di trasmetterci della reale grandiosità delle imprese spaziali.
 

 
Ma altrettanto possiamo ribadire quanto gli americani siano unici ed invincibili a riprodurre luoghi e sensazioni incredibilmente identiche.
Ed ecco perché affiorano alla mente i dubbi riguardanti complotti spaziali, sospetti relativi a un reale atterraggio sulla Luna nel 1969.
Infatti, c'è chi è assolutamente convinto che la missione Apollo 11 sia stata in realtà un grande falso organizzato dalla NASA e dal Governo americano.
Le «prove» portate dai negazionisti sono tante e ben argomentate.
Ovviamente per chi non ha dubbi, queste prove vengono considerate solo semplici idiozie. Ma, ad esempio, una delle argomentazioni più forti riguarda le ombre proiettate dagli astronauti dell'Apollo 11 una volta giunti sul «presunto» suolo lunare.
Secondo i dubbiosi, su diverse immagini le ombre non si diffondono parallelamente. Tale fatto sarebbe dovuto a uno studio cinematografico dotato di più riflettori.
Oppure il fatto che le immagini filmate mostrino come la bandiera degli Stati Uniti d'America sventoli, cosa impossibile non essendoci atmosfera sulla Luna.
Questi dubbi fanno parte delle perplessità appartenenti alla cosiddetta «Teoria del complotto lunare».
Storie, aneddoti, curiosità, retroscena e qualche mistero sull’avvenimento che ha cambiato la storia dell’umanità, sul giorno in cui l’uomo ha realizzato il suo sogno più antico, ovvero raggiungere e camminare sulla Luna. 
 

 
Alla luce di questi argomenti chiediamo un parere a Christian Lavarian, responsabile della sezione Astronomia al Museo delle Scienze.
 
In numerose occasioni, spesso in trasmissioni televisive o su qualche rivista, trovano spazio le cosiddette «teorie del complotto» riferite allo sbarco umano sulla Luna (faremmo meglio dire agli sbarchi, visto che sono stati sei.
Alcuni vedono in questa straordinaria impresa scientifica e tecnologia un enorme inganno, costruito dai servizi segreti americani o da qualche organizzazione ancor più segreta, che ci avrebbe fatto credere per anni di essere stati davvero sulla Luna mentre la realtà sarebbe stata molto meno epica ma ugualmente sorprendente: una complessa scenografia ricostruita sulla Terra per ospitare, come su un set cinematografico, le azioni degli astronauti i quali sarebbero stati costretti a mantenere il silenzio su questa farsa.
Oppure realtà ancor più fantasiose, come per esempio il fallimento di tutte le missioni Apollo, la morte degli astronauti e la loro sostituzione con perfetti sosia.
 


Si tratta di scenari che dovrebbero far sorridere anche i più scettici, ma sorprendentemente trovano sempre molto spazio sui media.
Bastano in realtà pochi argomenti per chiudere questo discorso.
Il primo e più importante riguarda i quasi 500 kg di rocce lunari riportare a Terra dalla missioni Apollo e analizzati poi in tanti laboratori sparsi in giro per il mondo (non solo negli Stati Uniti).
La mineralogia di queste rocce è completamente diversa da quella terrestre e non riproducibile in laboratorio.
In secondo luogo gli astronauti lasciarono sul suolo lunare numerosi strumenti scientifici che hanno continuato a funzionare per molti anni a seguire, inviando costantemente dati ai laboratori sulla Terra.
Infine, un paio di anni fa, la sonda Lunar Reconnaissance Orbiter lanciata verso la Luna e in orbita attorno al nostro satellite, ha inviato a terra immagini della superficie lunare con una tale risoluzione da mostrare tutti i manufatti lasciati dall’uomo nel corso delle varie missioni succedutesi negli anni Sessanta.
Più di così…
 
I tanti appunti che si fanno a presunte «stranezze» delle missioni lunari, come le ombre anomale del suolo lunare o la mancanza delle stelle nel cielo nero della Luna trovano semplicissime spiegazioni tecniche.
Ma per chi volesse approfondire questo curioso argomento, che insegna tanto su miti, leggende urbane e false credenze, consiglio l’ottimo sito di Paolo Attivissimo www.attivissimo.net con il meraviglioso libro «Luna? Si, ci siamo andati!» liberamente scaricabile.
 
Nadia Clementi