«Mai morti»: Bebo Storti ci invita a riflettere sul nostro passato
Quarto appuntamento giovedì 9 gennaio a Pergine Valsugana con la Stagione di Prosa proposta al pubblico dal Comune e dal Coordinamento Teatrale Trentino
Uno spettacolo di successo (anche se non nel senso più comune del termine), che riesce a fare notizia perché spesso divide gli spettatori; fa discutere e arrabbiare, emoziona e commuove.
«Mai morti» è una «affabulazione nera», un monologo evocativo che vede in scena Bebo Storti, attore noto anche al pubblico televisivo (ma qui ovviamente del Conte Uguccione non troviamo traccia), alle prese con un testo del drammaturgo e regista triestino Renato Sarti.
Lo spettacolo è stato rappresentato per la prima volta a Milano nel luglio 2000 e ha poi avuto lunghe e fortunate tournée, fino ad arrivare a questa nuova produzione realizzata dal Teatro della Cooperativa in collaborazione con Teatro dell’Elfo.
Renato Sarti, da sempre impegnato sui temi della memoria storica, ha voluto ripercorrere in modo diretto e crudo, attraverso i racconti di un fascista "mai pentito", episodi della nostra storia ampiamente documentati.
«Mai morti» era il nome di uno dei più terribili battaglioni della «Decima Mas», il reparto dei mezzi d’assalto della Marina italiana che - come spiega il Dizionario Treccani - nel marzo del 1941 assunse la denominazione di X flottiglia MAS (dal motto dannunziano «memento audere semper»).
Nel maggio 1943 il comando della X MAS fu assunto da Junio Valerio Borghese il quale, dopo l’8 settembre, ne fece una formazione militare autonoma per continuare a combattere al fianco del Terzo Reich.
A questa formazione, che operò a fianco dei nazisti nella repressione anti-partigiana, e al magma inquietante del pianeta fascista il protagonista dello spettacolo guarda con delirante nostalgia.
È impegnato in prima persona a difesa dell'ordine pubblico contro viados, extracomunitari, zingari e drogati e, durante una notte milanese, si abbandona a ricordi sacri, lontani, a lui cari.
Evoca le «gloriose» azioni della Legione «Ettore Muti», corpo militare della Repubblica di Salò con compiti di polizia politica, come le torture praticate nelle stanze di quello che diventerà il Piccolo Teatro.
Ricorda le stragi compiute dall’Esercito Italiano in Africa e l’uso indiscriminato e massiccio dei gas contro le popolazioni civili.
Ad animare i suoi sogni a occhi aperti sono anche alcune vicende del passato più prossimo e del nostro presente: dalla strage di piazza Fontana nella Milano incandescente del 1969, fino al G8 di Genova del 2001.
«Mai morti - spiegano gli autori dello spettacolo - è un monologo che cerca di rammentare, a chi se lo fosse dimenticato o non l’avesse mai appreso, che la parola antifascismo ha ancora un fondamentale e profondo motivo di esistere, e per riflettere su quanto, in Italia, il razzismo, il nazionalismo e la xenofobia siano difficili da estirpare.»
Molti i commenti giornalistici che, in vent’anni, hanno accompagnato la messa in scena di questo monologo.
Fra questi la recensione di Ugo Volli che su «La Repubblica» ha scritto: «C'è un teatro che è memoria, tentativo di non perdere le fila di ciò che è avvenuto e ci ha portati ad essere ciò che siamo, collettivamente e individualmente. Un teatro che è denuncia, scandalo, esibizione del dolore. Senza perdere il suo linguaggio, un teatro del genere rinuncia alla leggerezza, al divertimento, all'evasione nei mondi possibili della finzione. E si fa testimonianza, magari limitandosi per ragioni narrative a un sottile rivestimento di invenzione. Tale è stato talvolta il teatro di Dario Fo, e tale è, in un genere del tutto diverso, il teatro di Renato Sarti. (…) Se ne fa portatore un attore popolare e dalle forti capacità trasformiste come Bebo Storti. (…) Il risultato è una denuncia lucida, durissima, piena di fatti, di date, di storie: la miglior smentita di ogni ipocrita revisionismo storico.»
A giudizio di Magda Poli del Corriere della Sera «Bebo Storti con bella incisività fa vivere il suo tristo personaggio tra freddezza ed esaltazione e disvela la volgarità d'animo, la pochezza intellettuale, la protervia di chi divide il mondo tra uomini e non uomini.
«Mai morti» è rovente materia per riflettere sul nostro passato e per riuscire a decifrare il senso della Storia che si sta formando oggi, sotto i nostri occhi, nel nostro quotidiano.»
«Mai morti», spettacolo costruito sul testo di Renato Sarti che ne ha curato anche la regia, si avvale del progetto luci di Nando Frigerio e dei video realizzati da Mirko Locatelli.
Giovedì 9 gennaio il sipario del Teatro Comunale di Pergine si alzerà alle 20.45.