Conoscere menopausa e andropausa – Di Nadia Clementi

Ne abbiamo parlato con il dottor Emilio Arisi, specialista in ostetricia-ginecologia

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Con l'avanzare dell'età sia gli uomini che le donne manifestano sintomi legati a una ridotta produzione di ormoni sessuali. Tali cambiamenti sono inevitabili ed hanno conseguenze diverse da individuo a individuo.
Vi sono persone che accusano solo sintomi modesti; altre, invece, presentano sul piano psicologico delle connotazioni talvolta drammatiche.
E’ bene ribadire che il calo di produzione degli ormoni sessuali è comunque un processo naturale, non una malattia.
Nelle donne il processo è piuttosto rapido e solitamente avviene attorno ai 50 anni, nell'arco di alcuni mesi o di qualche anno.
La produzione ovarica di estrogeni, gli ormoni sessuali femminili, si riduce nettamente. Si determinano dapprima delle alterazioni della normale ciclicità mestruale fino alla successiva completa scomparsa dei cicli (da cui il termine menopausa).
 
Negli uomini il calo della produzione di ormoni sessuali è molto più graduale e può determinarsi nell’arco di decine di anni.
Si verificano progressivamente modificazioni a livello fisico e mentale; il loro insorgere è molto sfumato e non sempre viene rilevato.
Quindi il termine «menopausa maschile» o andropausa altro non è che la naturale carenza di androgeni nel maschio di età avanzata.
Le donne che sono le più coinvolte in tale fase non sempre sono in grado di accettare il cambiamento psico-fisico. Per evitare di considerare questo processo come un tabù e per capire cosa succede in questa importante fase della vita ne parliamo con il ginecologo dott. Emilio Arisi.

 Chi è il dott. Emilio Arisi
Specialista in ostetricia-ginecologia.
Dopo varie esperienze in ospedali ed università, è stato direttore della Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale S. Chiara dal 1993 al 2010.
Si è sempre interessato di contraccezione, menopausa, tumori femminili e loro prevenzione.
È attualmente impegnato come presidente della SMIC (Società Medica Italiana per la Contraccezione), membro del direttivo della ESC (Società Europea della Contraccezione) e della ECEC (European Consortium for Emergency Contraception), membro del Consiglio Nazionale dell’AOGOI (Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani), di cui è il segretario regionale per il Trentino Alto Adige.
Oggi collabora come specialista ostetrico-ginecologo con il CST (Centro Sanitario Trento), con il Poliambulatorio Progetto Salute e con Villa Bianca.

Dott. Emilio Arisi che cos’è la menopausa e quando si verifica?
«La menopausa è una condizione in cui le mestruazioni sono assenti da almeno 6-12 mesi, e avviene di solito attorno ai cinquant’anni. Spesso è spontanea, qualche volta può avvenire per asportazione chirurgica delle ovaia.
«Talora può essere dovuta ad un danno chimico alle ovaia esercitato da farmaci o radiazioni, ed in questo caso viene definita menopausa iatrogena. Quando è chirurgica o iatrogena può anche essere precoce.»
  
Quali sono gli esami necessari per diagnosticare l’arrivo della menopausa?
«Per diagnosticare la menopausa si possono dosare alcuni ormoni nel sangue. In particolare vengono dosati l’FSH e l’LH, che sono ormoni prodotti dalla ipofisi i quali si innalzano molto in corso di menopausa.
«Insieme a loro si può dosare eventualmente un estrogeno (E2) il quale è prodotto direttamente dall’ovaio. FSH e LH che s’innalzano ed estrogeno che si abbassa sono indicazione precisa di menopausa.»
 
È possibile prevedere quando una donna andrà in menopausa?
«Purtroppo l’età della menopausa non è facilmente prevedibile, anche se vi possono essere delle tendenze familiari, più spesso dimostrabili nel caso di una menopausa precoce.
«In realtà oggi ci sono degli studi che, dosando determinati ormoni, in particolare l’ormone cosiddetto antimulleriano, permettono di predire se siamo più o meno vicini al momento della menopausa, poiché valutano la cosiddetta riserva ovarica, cioè la residua capacità dell’ovaio di funzionare.
«In realtà, però, si tratta di studi di ricerca ancora non certamente applicabili nella pratica quotidiana a questo scopo.»
 
Quali sono i segnali?
«Esistono segnali talora precoci che possono in qualche modo indicarci che la menopausa sta per venire. Per esempio un importante segnale è il disequilibrio nel comportamento mestruale.
«Verso la menopausa, infatti, le mestruazioni tendono a diventare frequenti ed abbondanti o, meno frequentemente, a diradarsi nel tempo. Ciò è conseguenza del fatto che l’ovaio non funziona bene e che l’ovulazione comincia a saltare, per cui tutto ciò che ne consegue in termini di comportamento del ciclo risulta alterato.
«Questi fenomeni per certe donne possono durare anche alcuni anni. Per altre durano molto semplicemente un mese o due.
«Al comportamento mestruale alterato si aggiungono talora alcuni segni e sintomi che verrebbero poi in modo deciso in menopausa vera, come ad esempio vampate di calore o difficoltà a dormire di notte.»
 

 
Ci spiega a cosa si riferiscono i termini: Premenopausa, Postmenopausa e Perimenopausa?
«Per premenopausa s’intende solitamente quel periodo che precede la menopausa, e che a volte è correlato ad alcuni dei disturbi di cui parlavamo prima. Questo lasso di tempo può durare anche alcuni anni.
«Per postmenopausa s’intende tutto il periodo che segue la venuta della menopausa. In particolare in questo senso sono importanti i primi cinque anni dopo la menopausa.
«La perimenopausa è quel periodo della vita che comprende sia la premenopausa che i primi anni dopo la menopausa, il tutto per un periodo di circa 10 anni, dai 45 ai 55.»
 
Quando e perché si verifica la menopausa precoce?
«Se è vero che la menopausa avviene in media intorno ai cinquant’anni, è altrettanto vero che questo fenomeno può avvenire in modo molto precoce.
«Definiamo menopausa precoce quella condizione in cui la menopausa avviene prima dei 40 anni.
«Questo fenomeno si verifica per un esaurimento precoce della attività ovarica, dovuto a condizioni genetiche od immunitarie e talora ad infezioni.»
 
Lo stile di vita può influenzare la comparsa della menopausa?
«Non c’è dubbio che la menopausa sia un fenomeno prevalentemente correlato con la caduta degli ormoni prodotti dalle ovaia, ma è altrettanto vero che vi siano alcuni elementi che sono in grado di influenzarla più o meno decisamente.
«Tra questi lo stile di vita è un elemento fondamentale, in particolare lo sono alcuni comportamenti come il fumo, che è in grado di ridurre l’età fertile e quindi di indurre una menopausa anticipata rispetto alle non fumatrici o ex fumatrici.»
 
Quali sono i principali cambiamenti?
«L’organismo in menopausa subisce ovviamente una serie complessiva di cambiamenti, che possiamo definire di breve, medio e lungo periodo.
«Quelli di breve periodo sono abbastanza noti, e sono soprattutto le vampate di calore, la difficoltà a prendere sonno e/o la presenza di un sonno agitato, sudorazioni improvvise durante la giornata e durante la notte, vuoti di memoria, nervosismo.
«Quelli di medio periodo interessano in particolare la cute e gli organi genitali. Infatti, dopo sei mesi di menopausa c’è già una notevole perdita di tessuto elastico sottocutaneo con evidenti possibili rughe, ancora più se la donna fuma.
«Ma la perdita di tessuto elastico sottocutaneo colpisce in particolare la zona pelvica, in particolar modo nella donna che abbia partorito e che dunque a quel livello abbia subito dei traumi.
«In questi casi sono possibili anche disturbi ai rapporti sessuali, tendenza al prolasso genitale, disturbi nelle funzioni urinarie, con incontinenza urinaria, cioè perdita incontrollata di urina a volte anche per conseguenza di gesti molto banali come un colpo di tosse o alzare la borsa della spesa.»
 

 
«Vi si aggiungono la riduzione del volume mammario, capelli e cute secca, possibili dolori diffusi alle articolazioni. E poi, non meno importanti, vi sono i problemi di lungo periodo, rappresentati da una serie di malattie degenerative in genere, incluso l’Alzheimer, ma in particolare dalla osteoporosi, cioè dalla perdita di calcio dalle ossa.
«Tale fenomeno, che interessa circa il 30 % delle donne e si può diagnosticare attraverso la MOC (mineralometria ossea computerizzata), può essere più o meno evidente a seconda delle donne, come conseguenza di una predisposizione genetica, della condizione razziale (la razza nera è meno soggetta della razza bianca o della gialla), o come conseguenza di ciò che si è accumulato in età giovanile quando il metabolismo dell’osso era in fase di crescita, e ciò avviene al massimo entro i 20-22 anni.
«Dopo questa età noi, infatti, possiamo eventualmente conservare l’osso oppure perderlo, ma purtroppo non possiamo più costruirne. A tutto questo si sovrappone però tutta una serie di problemi che sono correlati con l’età e che intervengono con più frequenza in età post-menopausale, come ad esempio problemi di pressione arteriosa elevata, diabete, problemi alla tiroide, e altro ancora, le cui terapie possono influenzare negativamente il contenuto minerale calcico dell’osso.»
 
Perché tante donne sono soggette alle vampate di calore, disturbi del sonno e diminuzione del desiderio sessuale?
«Come già accennato, la donna può avere questo tipo di problemi nell’immediato, ma anche con dei riflessi negli anni successivi, proprio come conseguenza della carenza degli ormoni sessuali femminili ed in particolare degli estrogeni.
«Gli estrogeni sono, infatti, gli ormoni dell’affettività, quelli che danno la carica alla sessualità femminile e sono quelli che in un qualche modo possono regolare i centri della termoregolazione e del ciclo veglia sonno.
«Va peraltro ricordato che vi sono donne che non soffrono di nessuno di questi problemi, e altre in cui i problemi persistono per tutto il resto della vita qualunque sia la sua durata.»
 
Perché in menopausa la depressione è più frequente?
«La depressione è più frequente in menopausa che non nelle epoche precedenti per una serie di ragioni di tipo ormonale, ma anche di tipo sociale. Le ragioni ormonali si collocano all’interno dei problemi già posti, cioè della carenza degli estrogeni.
«Questi ultimi sono gli ormoni dell’affettività, della creatività, della fantasia, e tutto ciò collabora a creare un clima psicologico equilibrato. A questo si possono aggiungere fattori sociali o familiari, come ad esempio i figli che se ne sono andati, il pensionamento, e così via.»
 
Cosa ne pensa della terapia ormonale, del «cerotto»?
«La terapia ormonale per la menopausa viene definita come terapia sostitutiva proprio perché sostituisce quello che le ovaia non producono più, in modo analogo a quanto avviene nella donna che abbia problemi alla tiroide ed assume gli ormoni tiroidei oppure alla donna che avendo il diabete è costretta ad assumere l’insulina.
«È pur vero che senza l’insulina una persona morirebbe, che senza gli ormoni tiroidei una donna potrebbe avere una serie di conseguenze fisiche molto importanti, ed è altrettanto vero che senza una terapia ormonale sostitutiva della menopausa si potrebbe comunque vivere.
«Il problema riguarda la qualità della vita. La terapia ormonale sostitutiva della menopausa, con cerotto o per via orale ha poca importanza, va dunque fatta solo se necessario. Cioè quando la donna abbia disturbi molto importanti, come vampate di calore a ritmo notevole che le creino difficoltà nei rapporti sociali o le diano difficoltà nel dormire, o abbia la vagina particolarmente secca con conseguenti difficoltà nei rapporti sessuali.»
 


«Altra condizione in cui è utile fare la terapia ormonale sostitutiva può essere quella in cui si osservi un’osteopenia, cioè un’iniziale carenza di calcio nelle ossa rispetto alla media della popolazione, oppure addirittura quando sia evidenziata una vera e propria osteoporosi, condizione nella quale si induce una maggiore fragilità ossea e di conseguenza una maggiore probabilità di fratture.
«Va ricordato che l’osteoporosi viene, infatti, definita come un killer silenzioso, nel senso che la frattura ossea da disturbi solo dopo che è avvenuta. È per questo che si ritiene opportuna l’esecuzione di una MOC almeno all’inizio della menopausa.
«Da tutto questo mio discorso si capisce come la terapia ormonale sostitutiva vada eseguita solo quando serve personalizzandola alla luce delle specifiche condizioni di ogni donna, dopo una valutazione di rischi e benefici eseguita insieme al medico.
«Anche perché, come ogni terapia, c’è sempre un rovescio della medaglia, e in questi casi il rovescio della medaglia potrebbe essere rappresentato da un possibile modesto incremento dei tumori del seno, pur ben controllabili con una regolare mammografia.»
 
Si può fare prevenzione a tavola? Ci sono dei cibi da preferire rispetto ad altri?
«La tavola è ovviamente un luogo di piacere e perdizione. L’importante è aggiungere una dieta ricca e varia ad uno stile di vita sano.
«Nell’ambito della menopausa occorre privilegiare possibilmente alimenti ricchi di calcio e di vitamina D. Per quanto riguarda il calcio vanno preferiti latte e latticini, ma anche acque particolarmente ricche di questo elemento.
«Anche molto pesce e molte verdure, come i legumi o i broccoli e le rape, ma anche alcuni frutti, come le noci, ne sono ricchi.»
 
Consiglia gli integratori in supporto alla dieta, quali consiglia?
«Gli integratori possono essere di aiuto alla dieta quando contengano calcio o vitamina D da un lato, e dall’altro quando contengano sostanze simil estrogeniche, come quelle presenti nei derivati della soia o del trifoglio rosso.
«Questi ultimi elementi fanno parte di una possibile terapia cosiddetta naturale di limitati disturbi menopausali, quali le vampate o la difficoltà a dormire, perché contengono dei fitoestrogeni.
«Ma non va dimenticato che la loro azione in questo senso è piuttosto blanda e spesso i risultati si ottengono nel lungo periodo e sono del tutto personali.»
 
L’attività fisica è importante?
«Fare attività fisica è molto importante, come in molte altre condizioni. Essa non ha controindicazioni se fatta con le dovute precauzioni. In particolare è importante camminare a passo svelto possibilmente almeno per 30-40 minuti al giorno.
«Ciò aiuta da un lato il mantenimento del calcio osseo e dall’altro è positivo per molte altre condizioni di patologia che possono intervenire a una certa età. Per esempio c’è un effetto positivo sul sistema cardiocircolatorio in generale e sulla pressione arteriosa; s’innalzano le endorfine e si sopporta meglio ogni condizione di dolore o di stress.
«Camminare aiuta anche a consumare zuccheri e grassi e a perdere peso.»
 
Parliamo ora della «menopausa» dell'uomo: esiste l'andropausa?
«Anche per l’uomo esistono dei fenomeni analoghi alla menopausa che vengono definiti andropausa. Non si tratta di fenomeni così eclatanti come avviene nella donna con l’improvviso cessare del fenomeno mestruale e la impossibilità a procreare in termini naturali.
«Nell’uomo la carenza degli ormoni sessuali è un fatto progressivo nel tempo, che si può realizzare nel corso di alcuni decenni a cominciare dai 45-50 anni e con delle differenze molto importanti da persona a persona. Peraltro nell’uomo la capacità di procreare persiste a lungo.»
 
 
 
A quale età e come si manifesta?
«Nell’uomo questi problemi possono cominciare dopo i 45-50 anni e sono collegati alla progressiva riduzione della produzione di testosterone da parte dei testicoli. Si possono manifestare con progressiva riduzione del numero degli spermatozoi, delle capacità e delle prestazioni sessuali e del desiderio.
«Ma ribadisco che si tratta di una discesa lenta, cui si aggiungono in modo importante fattori sociali, psicologici, familiari. A ciò, come anche per la donna, si possono sovrapporre i problemi conseguenti a eventuali malattie e relative terapie.
«Per esempio le terapie per la pressione arteriosa elevata sono tra quelle che più abbassano le prestazioni sessuali nell’uomo.
«Un altro esempio potrebbe essere legato alla condizione diabetica, o a certe patologie cardiocircolatorie. A differenza della donna, invece, l’uomo va più raramente incontro all’osteoporosi.»
 
Che cosa sono gli androgeni?
«Gli androgeni sono gli ormoni sessuali maschili, prodotti in particolare dal testicolo e che condizionano le caratteristiche sessuali specifiche del maschio (struttura muscolare e scheletrica, peluria, ecc.) e le sue capacità di prestazioni in ambito sessuale, inclusa la produzione di spermatozoi.
«Androgeni sono prodotti anche da altre ghiandole endocrine, in particolare possono essere prodotti dalle ghiandole surrenali.»
 
Secondo Lei sia per la donna che per l’uomo come va affrontato questo periodo?
«Questo periodo della vita va affrontato con sapienza, tolleranza, intelligenza e pazienza. Occorre in particolare mettere in moto stili di vita che permettano di migliorarne la qualità residua che uomo e donna hanno a loro disposizione.
«La menopausa e l’andropausa non sono malattie, ma se non esistono farmaci capaci di riportare indietro l’orologio del tempo, un pizzico di salute può essere mantenuto o guadagnato ogni giorno anche con piccole attenzioni.
«Le parole chiave potrebbero essere: volersi bene, alimentazione, movimento, sessualità, e… grazie non fumo.
«Passate le gravidanze, i figli, gran parte degli impegni di lavoro, il tempo delle illusioni e forse anche delle delusioni, è l’ora della saggezza.
«Oggi si è conquistata una vita più lunga, ma occorre viverla bene e gestirla con attenzione. Ed anche l’autunno della vita può essere una stagione mite, calda, feconda, attiva e propositiva, forse anche più della primavera e dell’estate.
«Dipende dal modo con cui la si affronta. Importante è mantenere attivi sia il cervello che il corpo.»
 
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