Il più bel giorno di Primavera

Oggi, a ridosso della festa del papà, dopo tre lunghi anni una bambina riabbraccerà la sua mamma e il suo papà

Un uomo e una donna hanno attraversato la sofferenza a tal punto da vivere il dolore più grande: l’allontanamento della loro figlia.
In merito a quei tragici momenti le parole della piccola sono state:
«…io sono da sola perché ho sei anni e il giudice ha detto che non posso restare con il papà e la mamma…»
«…quando si è insieme al papà e alla mamma si è tutti felici…»
«…sono andata troppo lontano a casa di qualcuno perché non ero da nessuna parte…»
«…Quando mi possono tenere a casa papà e mamma allora c’è una grande festa con i miei cugini…»
 
La solitudine, lo smarrimento della bambina sono grandi, ma grande è anche la felicità quando si è insieme a mamma e a papà.
Qualsiasi dolore o problema familiare vissuto dalla piccola è sempre inferiore a quello di stare lontana dai genitori. Occorre creare progetti, soluzioni perché questo non avvenga.
Chi lavora in questo ambito deve adoperarsi perché avvengano cambiamenti senza prolungati allontanamenti che possono creare conseguenze ben più gravi di quanto la situazione di partenza poteva prevedere.
 
È proprio sulle potenzialità, sulle risorse delle persone in cui bisogna credere e su cui occorre lavorare per cambiare le cose, per trasformare il dolore nella forza dell’abbraccio di mamma e papà.
Negli ultimi anni, i genitori hanno vissuto gravi malattie, disoccupazione, liti familiari, l’abbandono degli amici, ma è attraverso l’amore che li ha sempre uniti e l’amore per la loro bambina che hanno saputo superare tutti gli ostacoli.
Hanno lavorato su loro stessi sui loro limiti, ma soprattutto sulle loro potenzialità.
Forse per alcuni non è importante, ma questa è una giornata storica per la tutela minorile di Trento.
Mentre la psichiatra trovava controverse malattie della bambina e i servizi erano indaffarati a scovare le «incapacità» dei genitori, il giudice ha ricordato a tutti che gli affetti famigliari sono più importanti.
 
Infatti, a seguito della storica sentenza di alcuni mesi fa che diceva “no” alle adozioni mascherate, oggi finalmente questa bambina potrà incontrare i genitori e non dovrà accontentarsi solo della fotografia della mamma sul suo comò.
L’amore ha vinto. Mi auguro che assistenti sociali, psicologi, psichiatri, educatori e operatori tutti, sappiano imparare da questa bambina e da questa famiglia, e che riescano ad aiutare gli altri bambini come lei, senza bisogno che ci sia un giudice a ricordarglielo.

D.ssa Marica Malagutti