Il Premio Mario Roat è stato vinto dal «Teatro Instabile di Meano»
«T.I.M.» si è aggiudicato la sedicesima edizione del premio abbinato alla Rassegna «Palcoscenico Trentino», organizzata dalla Co.F.As.
Si è conclusa con la serata di premiazione, alla quale sono intervenuti i rappresentanti delle cinque compagnie partecipanti al concorso, la sedicesima edizione del «Premio Mario Roat», abbinato alla Rassegna «Palcoscenico Trentino», organizzata dalla Co.F.As. e ospitata negli spazi scenici del Teatro Cuminetti del Centro Santa Chiara a Trento.
La giuria degli esperti composta da Romeo Liccardo, docente presso l'Accademia dei Filodrammatici di Milano, da Silvio Ravagni, insegnate e critico teatrale e dal giornalista Fabio Lucchi, ha assegnato il massimo riconoscimento «Premio Mario Roat» a T.I.M. – Teatro Instabile di Meano [bellissimo nome - NdR] per l'allestimento dello spettacolo «Era destino», liberamente ispirato al testo di Friedrich Dürrenmatt «La panne. Una storia ancora possibile».
«Il difficile gioco tra finzione e realtà – si legge nelle motivazioni della giuria – è realizzato attraverso un testo di non facile realizzazione. Riuscendo a mantenere questo equilibrio in maniera ottimale, lo spettacolo ne sottolinea il lato umano e sociale in modo quasi surreale e allo stesso tempo iperrealista che, grazie alla partecipe coralità degli attori, riusciamo a percepire perfettamente.»
Anche il Premio alla miglior regia è andato al gruppo teatrale del sobborgo trentino di Meano e, nello specifico, a Sergio Bortolotti che ha diretto la compagnia nell'allestimento dello spettacolo vincitore «riuscendo a farci percepire il messaggio sociologico dell'uomo posto di fronte alle proprie debolezze e, forse, a farci riflettere sull'umana superficialità».
Miglior attore della rassegna è stato giudicato Dino Lucchetta della Compagnia Teatrale «San Siro» di Lasino (Mario in «Robe da no creder») «per essere riuscito a conferire ad un personaggio semplice uno spiccato rilievo con spontaneità e brillante comicità».
È stato invece assegnato ex aequo il premio destinato a segnalare la migliore attrice della rassegna.
Irene Stanga e Daria Ricci della Compagnia Teatrale «I Sarcaioli» dell'Alto Garda lo hanno conquistato «per aver dato entrambe, in modo credibile, veridicità e spessore a un personaggio che, pur mutato nel tempo, rimane comunque se stesso».
Si tratta del personaggio centrale de «I segreti nel cor?»: nel primo atto Cielo, giovane staffetta partigiana, e nel secondo tempo nonna Lina, che non ha comunque smarrito lo spirito battagliero della sua giovinezza.
Il premio per la migliore scenografia è andato infine a Franco Bressan della Compagnia Teatrale «San Siro» di Lasino «per aver realizzato in modo efficace un impianto scenico giusto in entrambe le realtà» in cui si cala la vicenda raccontata dalla citata commedia di Emilio Luigi Motta «Robe da no creder».
Sono stati giudicati meritevoli di segnalazione anche la giovane Genny Preti del «Gruppo Teatrale Tuenno» (Promessa del Teatro amatoriale trentino) «per aver dato, pur in un piccolo ruolo, una felice prova attorale» e Irene Simonetti «che ha disegnato in modo surreale e divertente il ruolo della cameriera» nell'allestimento della Compagnia di Lasino.
Il Premio assegnato dalla Giuria dei giovani (studenti delle scuole superiori cittadine) è andato allo spettacolo «I segreti del cor» allestito dalla Compagnia Teatrale «I Sarcaioli» dell'Alto Garda, che è stata premiata anche dal giudizio del pubblico attraverso la votazione riservata agli spettatori abbonati.
Lo spettacolo maggiormente apprezzato dal pubblico che ha assistito agli spettacoli pomeridiani (non a concorso) della concomitante rassegna è stato «Liolà», un testo dialettale allestito dalla Filodrammatica «San Martino» di Fornace che Camillo Caresia ha tratto dall'omonimo copione pirandelliano.
Un riconoscimento speciale è stato assegnato dalla Co.F.As. anche alla giovanissima Chiara Falvo che, in Liolà, si è messa in evidenza nell'interpretazione del ruolo di Anna, la figlia del protagonista.
La cerimonia di premiazione è stata preceduta da un recital del Gruppo «Poe.Mus» che ha alternato momenti di prosa, poesia e musica tratti dal ricco patrimonio della tradizione popolare trentina.