Ianeselli lancia un’alleanza per il lavoro e la conoscenza

XIX Congresso Cgil del Trentino. Oltre 200 delegati e delegate discutono delle linee politiche per i prossimi quattro anni

Una nuova alleanza per il lavoro e la conoscenza, unica strada per sostenere uno sviluppo sostenibile del Trentino anche in futuro, in cui la crescita economica si coniughi con la coesione sociale.
È questo il messaggio che il segretario generale uscente Franco Ianeselli ha proposto ai 209 delegati e delegate riuniti al Polo della Meccatronica di Rovereto per celebrare il XIX congresso della Cgil del Trentino.
Uno sviluppo, quello di cui ha parlato Ianeselli nella sua relazione, che deve avvenire dentro la cornice dell’Europa, da cui ci si aspetta un necessario cambio di rotta, e che deve essere aperto, accogliente verso gli stranieri.
 
Il segretario di Via Muredei a nome di tutta la segreteria ha rivendicato i risultati raggiunti dal sindacato confederale in questi anni difficili; risultati che hanno rafforzato il sistema di protezione sociale in Trentino per sostenere le persone di fronte ai nuovi rischi, dalle politiche attive del lavoro con la centralità di Agenzia del lavoro, all’assegno unico, dal welfare integrativo con Sanifonds e Laborfonds fino al Fondo di solidarietà territoriale.
Eppure nonostante un sistema di protezione che ha pochi uguali nel resto d’Italia, un Pil pro capite pari a quello della Svezia, un indice di disuguaglianza addirittura inferiore a quello del Paese scandinavo e una disoccupazione ai livelli di quella tedesca, Ianeselli ha sottolineato lo stato di insicurezza, di paura di molti lavoratori, emerso nelle 751 assemblee realizzate su tutto il territorio in questi mesi.
 
«Un lavoratore può anche accettare di andare indietro, di fare sacrifici, se questo permette un futuro migliore ai suoi figli, – ha detto Ianeselli. – Ma se a quel lavoratore vengono chiesti i sacrifici in quanto presunto garantito, mentre il curriculum dei suoi figli ormai trentenni è composto da una lunga sequenza di stage e tirocini, allora quel lavoratore non trova più un senso a quello che gli viene chiesto.»
Un quadro incerto in cui si innestano le preoccupazioni per i cambiamenti climatici in corso – quanto accaduto in questi giorni sul nostro territorio è un duro monito -, i timori per gli effetti di una rivoluzione tecnologica non gestita, per una visione miope delle imprese se non puntano sulla qualità del lavoro.
 
Le criticità non sono superate e anche al sindacato è chiesto di percorrere nuove strade, per continuare a tutelare i diritti di tutti, per costruire una rappresentanza più inclusiva.
Due sono, secondo Ianeselli, le direzioni su cui muoversi, Europa e stranieri.
Sull’Europa Ianeselli fa una chiara scelta di campo: «Uscire dall’Europa sarebbe una catastrofe. Per i più ricchi non ci sarebbero grandi problemi, perché un modo per salvarsi chi è ricco lo trova quasi sempre. A pagarne le conseguenze sarebbero i più deboli.»
Ma serve un’Europa diversa, più coesa e più giusta, più vicina ai bisogni delle persone.
 
Un’altra scelta di campo la Cgil del Trentino sul tema degli stranieri.
«Cavalcare l’onda del rancore è facile, giocare con le vite degli ultimi è disumano, ma nel breve periodo produce consenso.
«Ma la complessità - dovrebbe oramai essere chiaro a tutti - si affronta governando, non si può pensare di scansarla a colpi di dirette facebook o a colpi di tweet.
«Noi sappiamo da che parte stare. Chi tace è complice. Noi stiamo dalla parte della ragionevolezza e dalla parte dell’umanità.»
 
Ianeselli si è dunque soffermato sull’attuale fase politica che vive l’Italia, esprimendo un giudizio critico su molte delle scelte fatte dall’Esecutivo nell’ultima finanziaria, dalla flat tax al condono, dalla riforma delle pensioni che non dà nessuna risposta ai giovani, al lavoro di cura ai precoci, fino alle misure di contrasto alla povertà, che Ianeselli definisce necessarie, ma che rischiano di ridursi a puro assistenzialismo «senza una rete integrata di servizi sociali e centri per l’impiego» e se non si introducono misure che creano sviluppo e lavoro.
«Il lavoro viene prima del reddito».
 
E rivolgendosi alla nuova maggioranza che governerà il Trentino per i prossimi quattro anni, il sindacalista ha sottolineato che la Cgil è pronta a confrontarsi nel merito delle questioni e ha rilanciato il metodo della concertazione, che in questi anni, ha permesso di costruire, ente pubblico e parti sociali insieme, interventi per lo sviluppo economico e sociale della comunità trentina.
Un metodo di lavoro che la Cgil è pronta a portare avanti, rivendicando sempre l’autonomia del sindacato dalla politica.
Sulla questione Ianeselli è stato netto: essere autonomi vuol dire avere un progetto.
«Io penso che siamo autonomi quando abbiamo delle idee e su queste idee ci confrontiamo con la politica e con le controparti.
«Se otteniamo risposte positive si fanno gli accordi, se le risposte non arrivano ci sono la mobilitazione e il conflitto.
«È il progetto a permettere al sindacato di essere veramente autonomo.»
 
Il progetto della Cgil del Trentino è la costruzione di «un’alleanza per il lavoro e la conoscenza».
«Siamo determinati nel pretendere che l’apprendimento permanente diventi davvero un diritto di ciascun lavoratore.
«Un diritto di ognuno, perché è fortissimo il rischio che la rivoluzione tecnologica divida ancora una volta i lavoratori e aumenti le disuguaglianze.»
Ci sono, infatti, gruppi di lavoratori che dinnanzi alle nuove tecnologie ricevono formazione continua.
 
E altri gruppi, che in moltissimi casi, pur correndo un grosso rischio di essere sostituiti dalle nuove tecnologie, non ricevono nessuna formazione.
«Non credo che il futuro auspicabile, per queste persone, possa essere quello di diventare carne da macello espulsa dai luoghi della produzione e fruitori passivi di misure assistenziali, a tempo indefinito.
«Se devo pensare a un grande momento di svolta per il sindacato, sarà quando saremo in grado di realizzare uno sciopero per il diritto alla formazione continua di tutti
 
Sono tre per il segretario di Via Muredei le sfide decisive per lo sviluppo. La prima creare in Trentino un sistema di conoscenza radicata e diffusa dentro le persone e dentro il territorio. perché non basta avere eccellenti centri di ricerca.
La seconda è la costruzione di un sistema integrato di tutele, perché la conoscenza da sola non basta né può esserci contrapposizione tra conoscenza e tutele.
«Noi siamo in campo e abbiamo la volontà di guidare da protagonisti una maggiore integrazione tra gli interventi, con l’obiettivo di renderli ancora più adatti ad affrontare le sfide che ci attendono.»
 
Infine la terza, che la Cgil indirizza anche agli imprenditori, puntare sulla qualità del lavoro.
«Non vi salverà, non ci salverà ottenere qualche punto in meno di Irap ad ogni manovra finanziaria; ci salverà avere lavoratori qualificati. La competizione si fa sulla qualità e non sul prezzo.»
Ianeselli ha così ricordato le recenti fratture che si sono avute sul fronte sindacale, dall’accordo separato per il contratto degli artigiani metalmeccanici alla vertenza Sait.
«Quando si sceglie di cancellare di punto in bianco anni di conquiste, la nostra reazione diventa durissima.
«Anche perché abbiamo imparato, nella dura vertenza del porfido, che sì il mondo è cambiato, ma la lotta - quando è condotta in modo intelligente - continua a pagare.»
 
Per fare tutto ciò, secondo Ianeselli, è centrale l’unità di azione tra sindacati, così come è fondamentale rafforzare l’asse di collaborazione con l’Alto Adige, in un’ottica di allargamento ulteriore fino a tutto il Tirolo.
Infine una considerazione sui valori, perché ha ribadito «la Cgil è un’associazione di valori».
«Non ci interessa sostituirci alle forze politiche, che devono fare il loro mestiere. Siamo autonomi, ma non miopi.
«Ci accorgiamo, giorno dopo giorno, dell’onda nera che sta avvolgendo le nostre comunità.»
 
Per Ianeselli è ora di scendere in campo per difendere i diritti di tutti, a prescindere dalle origini, dagli orientamenti sessuali, dalla religione.
E, rivolto a tutte le forze sociali, ha concluso così.
«Proponiamo a tutte le associazioni, a tutte le realtà del volontariato e del Terzo Settore che si battono per i diritti, di unirsi, di trovare le forme organizzative per stare assieme, per reagire e per ricostruire. Noi siamo in campo.»