Marcantoni: Le autonomie speciali, spunti per una riflessione
Spiegate alla Camera dei Deputati le esigenze di superare l’equivoco che premia i peggiori e punisce i migliori
Giovedì 5 dicembre, al Palazzo del Parlamento italiano di Montecitorio, nella Sala Aldo Moro, si è tenuto un incontro di studio su «Le autonomie speciali: spunti per una riflessione».
L’iniziativa è stata organizzata dal prof. Roberto Toniatti dell’Università di Trento, in collaborazione con la Commissione parlamentare per le questioni regionali presieduta dall’on. Renato Balduzzi.
L’occasione è stata offerta dalla presentazione dei due saggi «Regioni a geometria variabile» (di Marco Baldi e Mauro Marcantoni) e «Le autonomie speciali. L’altra versione del regionalismo, fra squilibri e possibili equità» (di Gianfranco Cerea).
Un incontro di sottolineata autorevolezza, non solo per il significato del luogo ospitante, ma per il prestigio degli intervenuti: oltre gli autori dei libri e gli organizzatori, vi hanno partecipato il senatore Franco Panizza e il deputato Lorenzo Dellai, il prof. Massimo Carli già Ordinario di diritto regionale dell’Università di Firenze, il prof. Antonio D’Atena presidente dell’Associazione italiana dei Costituzionalisti.
Nell’introdurre i lavori il prof. Toniatti ha richiamato le difficoltà e le tensioni tra Stato centrale e autonomie regionali.
Si tratta il più delle volte di frutto della tendenza storica al centralismo romano.
Ne fa eco l’opinione pubblica influenzata dall’insistenza dei mass media, con semplificazioni fuorvianti.
I saggi presentati in questa occasione sono un forte invito alla razionalità e un utile strumento, non solo a difesa delle autonomie speciali del Trentino e del Sudtirolo, ma più estesamente per la loro valorizzazione quali laboratorio a livello nazionale.
Il dott. Marcantoni ha insistito sul ruolo primario dell’elemento culturale: ben prima e ben più profondamente degli statuti sta la mentalità autonomistica, l’attitudine all’autogoverno.
Con tre necessarie condizioni: la percezione della propria identità come popolo; la capacità di assumersi responsabilità; la competenza nel saper fare autonomia.
Con l’avvertenza che l’autonomia non può essere un vestito offerto dall’alto e uguale per ogni realtà regionale, ma va commisurato e adattato.
Il prof. Cerea ha ammesso la difficoltà nel comparare competenze e risorse.
Ma è possibile e necessario, senza preconcetti e superando i luoghi comuni.
Per difesa dalle ricorrenti aggressioni, per proporre all’intero Paese modelli funzionanti di gestione politica e istituzionale.
Un cenno specifico al «residuo fiscale» (saldo tra spesa del territorio regionale ed entrate da imposte locali): che la spesa sia gestita dallo Stato o dalle Regioni non fa differenza; il «residuo fiscale» è valido parametro di confronto ( ad esempio fra Trentino, Alto Adige, Friuli, Sicilia, Sardegna; la Valle d’Aosta è questione a sé stante) su efficienze o inefficienze.
Sono a conclusione le riflessioni del Massimo Carli e del prof. Antonio D’Atena: c’è l’opinione che le autonomie speciali godano di risorse eccessiva e non più giustificabili, ma è scorretta; resta comunque necessaria la revisione periodica delle compartecipazioni finanziarie, in base ai risultati misurati e alle esigenze altrettanto accertate.
Giusto: Regioni diverse con competenze e risorse diverse, garantendo comunque i diritti sociali fondamentali.
La soluzione non è l’affossamento delle autonomie, ma la generalizzazione delle autonomie speciali. con connesso rigoroso controllo.
L’on. Renato Balduzzi, relatore in Prima Commissione della Camera per la «Legge di stabilità», conclude l’incontro portando una notizia dell’ultimo minuto: la Prima Commissione ha respinto un emendamento proposto dal M5S, con il quale si voleva introdurre l’obbligo che le intese fra Province autonome di Trento e di Bolzano e Governo fossero precedute da un tavolo tecnico di confronto tra i singoli componenti dei rispettivi Consigli provinciali e i Parlamentari eletti nel relativo Collegio.
Informazione di grande rilevanza, perchè proprio nella Commissione per la «Legge di stabilità» si è dedicata forte attenzione alla questione delle autonomie speciali, con volontà di pervenire a concrete decisioni politiche.