La Val del Chiese commemora domenica i caduti della guerra

Sella di Bondolo apre eventi «100 anni Grande guerra - contesa Monte Melino»

Domenica 2 agosto inizieranno nella valle del Chiese, nel Trentino Occidentale al confine con la provincia di Brescia, le manifestazioni relative alla celebrazione dei «100 anni Grande guerra - contesa Monte Melino», che culmineranno nel Raduno Interregionale del Fanti dedicati alla Brigata dei Lupi di Toscana previsto il 12-13 settembre a Castel Condino.
L’evento è stato presentato oggi nella sede del Bim a Condino dal presidente del C.O. sen. Ivo Tarolli con il vicepresidente Bim ing. Luca Mezzi (foto) alla presenza di rappresentanti delle associazioni d’arma e delle comunità locali.
Tra questi Roberto Bagozzi (associazione Fanti), Dario Pellizzari e  Luigi Domenico Ferrari (Ana), Fiorino Barozzi e Ugo Tarolli (associazioni Castel Condino).
 

 
Ad aprire l’articolato calendario - che prevede per settembre e ottobre altri eventi collaterali, con conferenze e appuntamenti pubblici che porteranno in Trentino esponenti di spicco a livello nazionale e internazionale - sarà Il Pellegrinaggio della valle del Chiese alla Sella di Bondolo, previsto per domenica prossima 2 agosto.
Sarà l’omaggio dell’intera valle del Chiese ai soldati  morti in zona nella prima Guerra Mondiale. Poco lontano dalla Sella di Bondolo vi è, infatti, il Cimitero di Clef dove sono ricordate le salme di 252 soldati morti durante il primo conflitto bellico mondiale a causa di slavine e della guerra.
Nell’area  convergeranno cordate provenienti da Romantera e Laghi di Bruffione (Storo - Brione), Valle Aperta (Condino), Valle di Robor (Castel Condino), dal Lago Maresse (Cimego), Malga Pissola e Malga Nova (Pieve di Bono – Val Daone).
L’arcivescovo di Trento Mons. Luigi Bressan celebrerà la Santa Messa e parallelamente vi sarà l’esibizione del Coro Re di Castello.
Prosegue così la tradizionale Commemorazione al Cimitero Militare di Clef in ricordo dei caduti della Grande Guerra e in particolare delle vittime della valanga del 13 dicembre 1916 alle pendici del Monte Remà.
 
Come ha spiegato oggi Ivo Tarolli l’evento «100 anni Dalla Grande Guerra - La Contesa del Monte Melino» punta a rileggere i drammatici accadimenti di cento anni fa con differenti visioni storico-politico-sociali grazie ad appuntamenti collaterali previsti a Trento (3 settembre alla Caserma Pizzolato incontro su Le ragioni del Conflitto della Grande Guerra e l’11 settembre Lectio Magistralis: Europa 2.0 al Teatro Sociale con l’ex Governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio, il presidente della Camera di Commercio di Bolzano Michael Ebner e il presidente della Federazione Trentina della Casse Rurali Giorgio Fracalossi), a Condino (4 settembre Il futuro delle Terre Alpine con l’europarlamentare Herbert Dorfmann, l’assessore provinciale Carlo Daldoss e il vicesegretario della Svp Daniel Alfreider) e a Castel Condino (12 settembre Le ragioni del Conflitto e la ricaduta sulla Valle del Chiese con il direttore del Dolomiten Toni Ebner, il direttore del Museo storico del Trentino Giuseppe Ferrandi e il ricercatore storico Vittorino Tarolli; 30 ottobre Condizioni e strumenti per una cultura di Pace con Mons. Luis Romera, rappresentante spagnolo Rettore delle 12 Università Pontificie).
L’intento di questa articolata iniziativa che lega l’Italia all’Austria (cento anni fa contendenti nella prima Guerra Mondiale), la Valle del Chiese e le sue montagne a Trento e al Trentino, è quindi di fornire una nuova dettagliata lettura in una terra il cui destino cambiò proprio con la guerra.
 
Come ha ricordato lo storico Vittorio Tarolli, la Sella di Bondolo (1994 m) è posta fra Monte Remà e Cingolo Rosso, separa la Valle del Giulìs dalla Valle del Ribòr, due affluenti di destra del fiume Chiese.
Fin dagli inizi delle operazioni militari italiane nella Grande Guerra la sella divenne il più importante snodo logistico a supporto della prima linea nel Sottosettore delle Giudicarie.
Qui si congiungevano le due grandi strade militari provenienti dalla bresciana Valle del Caffaro e da qui si dipartivano altre tre tronchi stradali: per l’accampamento di Porte di Bosco, per il cimitero militare di Malga Clef e per Cima Bruffione e Cima Remà; in questo caso si trattò del punto più alto raggiunto da una strada militare sull’intero fronte italiano.
Su queste strade le trattrici Fiat trainavano, fra l’altro, i potenti 149G che andarono a costituire le varie batterie che battevano il fronte austro-ungarico della Val di Daone ed i Forti di Lardaro.
 
La Sella di Bondolo divenne la zona più colpita dalle granate austriache, come testimoniano gli innumerevoli crateri, ancora ben visibili, accanto ad un complesso intreccio di trincee e camminamenti mascherati e ad un grande masso di granito in cui fu ricavata una postazione di artiglieria.
Sul versante sud (poco discosto da Malga Bondolo) sono ancora ben visibili numerosi resti di edifici militari in pietra granitica.
La sella riamane al centro di un meraviglioso scenario alpino. In breve tempo (e comodamente!) si raggiungono il Passo del Bruffione, la Colletta di Remà (con lo scenario fantastico del Lago dei Casinei e la cima dell’Adamello, Bosco, Cima Maresse, il suo lago  e, più in basso, il Cimitero militare di Clef.
Questo cimitero militare, che si estende in leggera pendenza su un’area di circa 1.000 mq poco distante da Malga Clef, accolse le spoglie di 251 soldati italiani.
Quasi tutti furono vittime delle valanghe che negli inverni del 1916/17, particolarmente nevosi, qui provocarono un alto numero di decessi.  
 
Nel Diario Storico Militare del Comando della 6ª Divisione si ricorda la slavina del 13 dicembre 1916; e il 14 dicembre si scrive così.
«Un’altra valanga staccatasi sul versante sud del Cingolo Rosso ha travolto 5 baracche a Porta del Bosco facendo un considerevole numero di vittime…
«I sepolti appartengono al Comando del 3° Battagl. alla 11ª compagnia e al 3° reparto zappatori del 41° fanteria (Brig. Modena) ed ammontano a circa 200.»
Nello stesso diario si dice che anche che nella primavera del ’17, con lo scioglimento della neve, si raccolsero 112 salme.
È presumibile che questi cadaveri siano stati sepolti nel cimitero poco distante di Clef in quanto nell’affollato accampamento di Bosco era impossibile crearvi un sito acconcio.
Quelle salme furono poi traslate nell’Ossario di Rovereto. Ogni anno gli alpini della valle vi svolgono una cerimonia commemorativa.