Addio a Franca Rame, attrice, drammaturga e politica italiana

Aveva 83 anni – Il 19 aprile 2012 fu colpita da ictus e ricoverata al policlinico di Milano

Franca Rame era nata a Parabiago il 18 luglio 1929 ed è stata un'attrice teatrale, drammaturga e politica italiana.
Figlia d'arte (il padre Domenico Rame era un attore e la madre Emilia Baldini fu prima maestra poi attrice e anche il fratello Enrico intraprese la carriera di attore), debuttò nel mondo dello spettacolo appena nata: fu subito impiegata, infatti, per i ruoli da infante nelle commedie allestite dalla compagnia di giro familiare.
Nel 1950, assieme a una delle sorelle, decise di prodursi nella rivista. Nella stagione 1950-51 venne infatti scritturata nella compagnia primaria di prosa di Tino Scotti per lo spettacolo «Ghe pensi mi» di Marcello Marchesi, in scena al Teatro Olimpia di Milano.
Il 24 giugno 1954 sposò l'attore Dario Fo a Milano nella basilica di Sant'Ambrogio.
Dall'unione il 31 marzo 1955 nacque a Roma il figlio Jacopo.
Nel 1958, insieme al marito, fondò la Compagnia Dario Fo-Franca Rame (Fo è il regista e il drammaturgo del gruppo, la Rame la prima attrice e l'amministratrice) che, negli anni seguenti, avrebbe ottenuto grandissimo successo commerciale nel circuito dei teatri cittadini istituzionali.
 
Nel 1968, sempre al fianco di Dario, abbracciò l'utopia sessantottina, uscì dal circuito dell'ETI, fondò il collettivo «Nuova Scena» dal quale, dopo aver assunto la direzione di uno dei tre gruppi in cui era diviso per rispondere alla domanda del pubblico, si separò per divergenze politico-ideologiche assieme al marito.
Ciò avrebbe portato alla nascita di un altro gruppo di lavoro, detto «La Comune» (impegnato come Nuova Scena nei circoli Arci e nei luoghi fino ad allora non deputati per lo spettacolo dal vivo come, fra gli altri, le case del popolo, le fabbriche e le scuole occupate), con cui interpretò spettacoli di satira e di controinformazione politica anche molto feroci.
Si ricordano almeno «Morte accidentale di un anarchico» e «Non si paga! Non si paga».
Insieme al marito Dario Fo sostenne l'organizzazione Soccorso Rosso Militante.
A partire dalla fine degli anni settanta la Rame partecipò al movimento femminista: iniziò a interpretare testi di propria composizione come «Tutta casa, letto e chiesa», «Grasso è bello!», «La madre».
Nel 1971 sottoscrisse la lettera aperta pubblicata sul settimanale L'Espresso sul caso Pinelli.
 
Nel marzo del 1973, Franca Rame venne rapita da esponenti dell'estrema destra e subì violenza fisica e sessuale, ricordata a distanza di tempo nel lavoro «Lo stupro», del 1981.
Il procedimento penale è giunto a sentenza definitiva solo dopo venticinque anni, il che ha comportato la prescrizione del reato.
Nel 1999 ha ricevuto la laurea honoris causa da parte dell'Università di Wolverhampton insieme a Dario Fo. 
Nelle elezioni politiche del 2006 si candidò capolista al Senato in Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana e Umbria tra le file dell'Italia dei Valori. Venne eletta senatrice in Piemonte. 
 


Sempre nel 2006, Antonio Di Pietro la propose come Presidente della Repubblica: avrebbe ricevuto ventiquattro voti.
Lasciò il Senato nel 2008, dichiarando che le «istituzioni mi sono sembrate impermeabili e refrattarie a ogni sguardo, proposta e sollecitazione esterna, cioè non proveniente da chi è espressione organica di un partito o di un gruppo di interesse organizzato».
Nel 2009 scrisse assieme al marito Dario Fo la sua autobiografia intitolata Una vita all'improvvisa.
Tra dicembre 2011 e marzo 2012 con il marito riportò in scena «Mistero buffo» in una serie di spettacoli nel nord Italia.
Il 19 aprile 2012 venne colpita da un ictus e ricoverata d'urgenza al policlinico di Milano.
È morta il 29 maggio 2013, nella sua abitazione di Porta Romana a Milano, all'età di 83 anni.

Si ringrazia Wikipedia per le informazioni e le foto che ci hanno consentito di pubblicare il presente servizio.