Chico Forti avrà un nuovo processo? – Di Nadia Clementi
Ne abbiamo parlato con il presidente del Comitato «Una Chance per Chico» Lorenzo Moggio: L'avvocato Joseph Tacopina chiederà l'annullamento del processo
>
Lo scorso venerdì 23 gennaio ci siamo recati negli Studi di Mediaset a Milano alla trasmissione d’inchiesta «Quarto Grado» su Rete4, per seguire da vicino le più importanti anticipazioni del caso Chico Forti.
L’ingresso allo studio televisivo è avvenuto con due ore di anticipo, tempi tecnici necessari per una diretta televisiva, iniziata alle 21.15 circa.
In attesa della messa in onda abbiamo avuto la possibilità di conoscere e scambiare opinioni con gli ospiti presenti in sala, avvocati e autorità coinvolti in altrettanti fatti di cronaca.
Abbiamo trovato un ambiente accogliente e divertente. In particolare il conduttore Gianluigi Nuzzi, che ci ha raccontato delle piacevoli vacanze trascorse in estate dai nonni a Borgo Valsugana e ricordato i soggiorni nella casa di Trento in via Perini, si è rivolto a noi con simpatia e si è dimostrato molto interessato e solidale nei confronti di Chico.
Dopo una lunga attesa, intercalata dalla pubblicità e da momenti conviviali con i presenti in studio, il finale di puntata è stato dedicato alla vicenda da noi tanto attesa del trentino Chico Forti, 56 anni, che si trova in carcere da 15 anni negli Stati Uniti, condannato all’ergastolo per omicidio.
L'ingresso di Mediaset.
Il servizio è iniziato con il video della sua storia.
La vicenda è nota, la riassumiamo velocemente.
Chico Forti nasce a Trento, dove fino all'inizio degli anni 90 vive e si dedica alla pratica di alcuni sport, in particolare del windsurf dove primeggia a livello nazionale ed internazionale. Nel 1990, grazie alla cospicua vincita conseguita alla trasmissione «Tele Mike», Chico si trasferisce negli Stati Uniti, dove inizia la sua brillante carriera di produttore di documentari sportivi e spot pubblicitari.
Il suo sogno americano si compie nel matrimonio con la splendida modella Heather e la nascita di tre figli.
Ma nel 2000 quel sogno si trasforma in un incubo: Chico viene condannato all’ergastolo quale mandante dell’uccisione di Dale Pike, trovato senza vita sulla spiaggia di Miami il 15 febbraio 1998.
Nadia Clementi con il conduttore Gianluigi Nuzzi.
Chico aveva commesso l’errore di sottovalutare le sue dichiarazioni rilasciate alla polizia, ma in realtà nessuna prova concreta è stata portata a sostegno di una condanna così dura e inappellabile, né risulta emerso alcun movente che potesse avvalorare la tesi accusatoria.
Nella sua arringa finale la pubblica accusa ammesso di non avere prove sulla colpevolezza di Chico, ma di avere la «sensazione» che lui avesse condotto «l'agnello al macello»... Un' affermazione che a suo tempo fece inorridire anche la nostra Emma Bonino.
La circostanza che Chico avesse in corso una trattativa per acquistare dal padre della vittima un albergo a Ibiza, e che quindi potesse avere un qualche interesse a non subire interferenze da parte di familiari dello stesso è apparsa subito del tutto inconsistente. Dale Pike era stato da tempo allontanato da Ibiza e non aveva alcuna influenza sulle decisioni del padre.
In realtà si scopri in seguito che se poteva esserci una vittima di un raggiro nell'affare dell'albergo, questo era sicuramente Chico.
Le vicende legate all'omicidio dello stilista Gianni Versace (avvenuto a Miami nel 1997) e culminate con il misterioso suicidio del serial killer Cunanan furono analizzate e ripercorse da Chico nel suo documentario «Il sorriso della Medusa», dove furono messi in luce alcuni presunti «errori di indagine» da parte della polizia di Miami Beach. Come abbiamo detto, ciò non giocò sicuramente a favore di Chico nei successivi sviluppi della sua vicenda personale.
La criminologa Roberta Bruzzone ha dedicato molte energie allo studio della intricata vicenda: il suo lavoro, culminato nella pubblicazione del libro «Il grande abbaglio» evidenzia una serie di elementi che portano a dimostrare l’assoluta estraneità ai fatti di Chico Forti.
Studio di Quarto Grado.
Nel corso del 2014, dopo alcuni sfortunati tentativi, è sceso in campo un nuovo avvocato: si tratta di Joseph Tacopina, famoso legale di New York che grazie all'interessamento della giornalista di Rai 2 Manuela Moreno ha deciso di mettere a disposizione della causa di Chico le proprie competenze.
Già da mesi un pool di investigatori incaricati da Tacopina sta lavorando intensamente per raccogliere elementi utili per sostenere una richiesta di revisione del processo.
Intanto, dal carcere, Chico Forti non ha mai smesso di urlare la propria innocenza e attraverso l’inviata di Quarto Grado Francesca Carollo lancia il suo grido speranza.
«Il valore del tempo qui dentro cambia questa è una vita all’interno di una vita il tempo accelera quando deve rallentare e rallenta quando deve accelerare. «Sono già passati quindici lunghi anni. Non voglio neanche pensare quanti sono quindici anni di una vita normale.
«Sono fiducioso di avere una soluzione che pulisca il mio nome e mi permetta di tornare la persona che ero prima, quest’anno gli auguri di Natale vorrei farli di persona.»
Il servizio è terminato con la commovente lettera che Chico ha inviato al Papa nel giorno del suo 55° compleanno e che qui riproduciamo di seguito:
Miami 8/2/2014. Mia madre mi racconta del Papa che è buono e semplice e che sa ascoltare i problemi della gente comune, perché non gli scrivi? Eccomi qui a scriverle con riverenza e non con poche difficoltà, mi presento mi chiamo Enrico Forti da tanti conosciuto come Chico, cosi mi chiama mia madre gli amici, la gente cha appena mi conosce e le... guardie! Si esatto ha sentito bene le guardie, perché al momento e sono quattordici anni che ci risiedo, sono ospite di una prigione di massima sicurezza nel mezzo delle paludi dalla Florida... Incarcerato per un delitto che non ho commesso, un’accusa insensata, un motivo inesistente, solo per essere italiano e ficcanaso. Ho cercato e sto tutt’ora cercando in tutti i modi un ricorso in appello. Però sino ad ora mi è stato ostinatamente negato Ritengo questa situazione un incubo tanto sono incapace ad accettarla con realtà. Leggo la Bibbia anche in modo sporadico La considero il libro religioso per antonomasia ed anche un affascinante trattato scientifico filosofico. Dove risiedo, non esiste una Messa che risponda ai criteri della Chiesa Cattolica, tanto meno la confessione. Facendo quindi un esame di coscienza ad alta voce non ricordo di aver commesso un solo atto di violenza gratuita, è opposto alla mia natura pacifica. Io continua a sperare, a lottare, anche se passivamente per riottenere la mia libertà. Lo faccio per mia madre per i miei familiari e per tutti coloro che credono nella mia innocenza. Credo nei miracoli, credo che una Sua mediazione possa essere quella chiave che sto cercando invano da anni lunghi anni. Con fede Chico Forti. |
La trasmissione si è conclusa alle 0.30 circa con il saluto e l’abbraccio dei numerosi supporter di Chico che attraverso il social hanno manifestato la loro instancabile vicinanza.
L'amico di Chico arch. Carlo Alberto Covelli.
Il Comitato Una Chance per Chico è da anni impegnato in numerose campagne di solidarietà a favore dalla scarcerazione di Chico.
Abbiamo chiesto un aggiornamento sull'attività del Comitato al Presidente Lorenzo Moggio.
Dott. Lorenzo Moggio quando è stata l’ultima volta che ha visto Chico e come l’ha trovato?
«Con tre amici del Comitato siamo andati a trovare Chico a metà di novembre 2014; per me si trattava della terza volta, mentre due di noi non vedevano Chico da quasi 25 anni... Potete immaginare l'emozione e la gioia!
«Chico è sempre carico e positivo, è informatissimo su qualsiasi argomento (pur non potendo disporre di alcun accesso a internet), ha una memoria prodigiosa e un ottimismo di fondo che le dure condizioni del carcere non sono riuscite a scalfire.
«Nel complesso l'abbiamo trovato bene, sia fisicamente che moralmente, e certo grazie alla consapevolezza che molta gente qui in Italia è dalla sua parte e che tutti stiamo lavorando per fargli ottenere finalmente giustizia.»
Chico con i suoi amici Mauro, Stefano, Sergio e Lorenzo in occasione della loro ultima visita.
Le buone notizie comunicate dall’avv. Tacopina fanno ben sperare nella revisione del processo, siete ottimisti?
«Dobbiamo esserlo, poichè credo proprio che questa sia l'ultima possibilità per riavere Chico libero: le ottime credenziali dell'Avvocato Tacopina e la sua consapevolezza di poter ottenere la revisione - o meglio l'annullamento - del processo, unitamente alle importantissime garanzie ricevute sul fronte della politica, sia a livello locale che nazionale, ci fanno ben sperare nel positivo esito della vicenda.
«Non dobbiamo dimenticare che l' Avvocato Tacopina ha assicurato il suo patrocinio pro bono, ossia senza alcun compenso a suo favore. Tuttavia ingenti sono le spese vive che lo stesso deve affrontare, in primis costituite dalle spese per i viaggi, gli accessi agli archivi, i compensi per gli investigatori, ecc.
«Spese che il Comitato si è assunto l'onere di coprire mediante la sua costante opera di raccolta fondi , che dura ormai da quasi 15 anni.»
In America la giustizia ha due punti fondamentali che la differenziano da quella italiana: la sentenza viene emessa da una giuria (giudici dilettanti) e c’è un solo grado di giudizio. La difficoltà principale è proprio ottenere la revisione del processo, che è come un “appello”.
Finora è stata sempre negata. Cosa le fa pensare che stavolta venga accettata la revisione?
«Revisione è il termine che normalmente viene usato; in realtà rivedere un processo significa in sostanza rifarlo: ciò non sarà tuttavia possibile, poichè a distanza di anni è difficile - e soprattutto molto costoso per il tribunale - rifare completamente un processo.
«Anche se - per ovvie ragioni di riservatezza - non conosciamo nel dettaglio le strategie dell'Avv. Tacopina, crediamo che il suo obiettivo principale sia quello di ottenere una pronuncia di annullamento del processo per gravissime carenze ed errori nello svolgimento dello stesso , con immediata scarcerazione di Chico.
Diploma conferito a Chico per i suoi meriti come insegnante nei corsi di formazione per i detenuti che potranno uscire al termine della pena. Un impegno quotidiano e oneroso per Chico, che non riceve alcun compenso ne facilitazione di sorta.
L’avvocato Tacopina è famoso per essere riuscito là dove molti hanno fallito.
«È noto che l' Avv. Tacopina ha ottenuto significativi successi nella sua carriera professionale, risolvendo anche casi molto complicati: ci ha detto che in passato ha condotto con successo un caso molto simile a quello che vede coinvolto in nostro amico Chico, e questo è sicuramente un ulteriore motivo di ottimismo.»
È stato l’avvocato a cercare Forti o viceversa?
«Come prima accennato, grazie all'intervento della giornalista Manuela Moreno, l'Avvocato Tacopina è venuto a conoscenza del caso: dopo averlo sommariamente studiato, ha voluto incontrare Chico in carcere, e alla fine di un lungo colloquio è rimasto così colpito che ha deciso di assumere immediatamente l'incarico.»
Lei pensa davvero che quest’anno sarà davvero la fine dell’incubo?
«Tutti noi - Chico in testa - abbiamo la consapevolezza che la sua vicenda sia giunta finalmente nelle mani giuste. Le credenziali dell' Avvocato Tacopina, gli attestati di vicinanza giunti dalla Politica, il riaccendersi dell'attenzione dei media sul caso di Chico devono e possono essere un mix decisivo per rendere a Chico quella libertà che per tanti, troppi anni gli è stata rubata.»
Nadia Clementi - [email protected]
Lorenzo Moggio - [email protected] - www.chicoforti.com
Per aiutare Chico: conto corrente acceso presso Banca Popolare dell'Alto Adige - Volksbank Sede di Trento - IBAN: IT35G 05856 01801 083571281676