Allarme terrorismo in Italia: 800 jihadisti sarebbero pronti

Il Ministro dell'Interno ha disposto la presenza di 500 uomini in più a Roma

Una decina di giorni fa i servizi antiterrorismo italiani avevano diffuso la notizia che l’Italia sarebbe un vero e proprio centro di smistamento dei jihadisti, i cosiddetti «foreign fighter» europei.
Sempre secondo la medesima nota degli analisti, non ci sarebbero strutture vere e proprie ma circa 800 lupi solitari, mediamente giovanissimi, che si muovono al di fuori dei circuiti islamici al fine di colpire le istituzioni secondo un disegno che al momento non è ancora ben definito.
Ma la nota diffusa oggi sulla crescita del rischio terrorismo parla della situazione in Libia, considerata non tanto un pericolo dal punto di vista militare, ma certamente una base di partenza per questi banditi.
 
Un paese popolato da tribù che tendenzialmente non riconoscono l’autorità di uno stato è di per sé una nursery di problemi. E per questo il governo italiano ha chiesto alla comunità internazionale di appoggiare il governo di Tobruk, che è l’unico regolarmente eletto dal popolo.
Il resto del paese, come abbiamo scritto in varie occasioni, è fuori controllo.
L’idea è che l’Italia faccia comodo ai terroristi come base di passaggio piuttosto che un teatro di attentati, contrasta con l’appetibilità che rappresenta il simbolo stesso della cristianità nel mondo.
Al di là dunque della continua crescita del livello di attenzione, un intervento ONU sulla Libia ci sembra sempre più urgente.