«Winkler e Gorfer, penna e scalpello» – Di Daniela Larentis
Il 6 ottobre l’inaugurazione dell’evento per ricordare i due artisti a trent’anni dalla pubblicazione del volume «Trento-Trient nella grafica di Othmar Winkler»
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L’inaugurazione dell’evento dal titolo «Winkler e Gorfer, penna e scalpello», si terrà venerdì 6 ottobre 2017 nella Sala Falconetto di Via Belenzani, 20 a Trento, a trent’anni dalla pubblicazione del volume intitolato «Trento-Trient nella grafica di Othmar Winkler», una raccolta di disegni dell’artista su Trento, scritto da Aldo Gorfer, il noto giornalista e scrittore al quale la città ha dedicato una via e una scuola.
Il Programma prevede alle ore 17.00 il saluto del Presidente dell’Associazione Italia-Austria di Trento e Rovereto Fabrizio Paternoster, a cui seguirà il saluto dell’Assessore alla Cultura Andrea Robol e quello del Presidente della Cassa Rurale di Trento e di Cassa Centrale Banca Giorgio Fracalossi.
Interverranno lo scrittore e giornalista Alberto Folgheraiter, il curatore Gabriele Lorenzoni e l’architetto e urbanista Alessandro Franceschini.
Winkler e Gorfer, due personaggi importanti della cultura regionale, accomunati dalla grande passione che nutrivano per il loro lavoro.
Aldo Gorfer, nato nel 1921 a Cles, di origini sudtirolesi, è scomparso nel giugno del 1996.
Scrittore, giornalista e corrispondente del «Popolo Trentino» divenuto poi «L’Adige» ha documentato attraverso i suoi numerosissimi scritti le tradizioni e le culture popolari della nostra terra.
Indimenticabili i suoi libri sui castelli del Trentino, il primo pubblicato nel 1958, e sulle valli del Trentino, testimonianza del radicamento delle tradizioni e del rispetto per i luoghi e per gli usi antichi della gente trentina.
«Solo il vento bussa alla porta» e «Gli eredi della solitudine», premio internazionale ITAS, sono due delle numerose pubblicazioni al suo attivo che hanno consacrato la sua grandezza.
Nel settore della letteratura d’arte ha pubblicato «Trento-Trient nella grafica di Othmar Winkler», in edizione bilingue, edito da Saturnia (1982), un libro che raccoglie gli schizzi di Winkler, una selezione di disegni, ritratti di luoghi significativi che il noto artista dedicò a Trento.
Othmar Winkler, artista anticonformista nato a Brunico, in Alto Adige, nel 1907 è scomparso nel 1999.
Risale al 2016 la mostra allestita presso il Museo Diocesano Tridentino intitolata «Ascolto la vita – Scolpisco ciò che sento», riguardante una delle sue opere più originali e discusse realizzata nel 1952, la Via Crucis per la chiesa di Maria Bambina.
La chiesa, distrutta durante il bombardamento del maggio 1944, venne ricostruita su progetto di Germano Veronesi e di Ezio Miorelli e consacrata nei primi anni Cinquanta.
Fu l’architetto Miorelli a proporre alle suore il nome dell’artista, il quale aveva al suo attivo il progetto grafico e le quattordici stazioni scolpite per la chiesa di Sant’Udalrico di Lavis e una seconda Via Crucis che venne collocata nella chiesa bolzanina di San Giovanni Bosco, dapprima destinata alla cappella di Nostra Signora di Fatima a Rovereto.
Tra le suore di Maria Bambina e l’artista si instaurarono relazioni tese per una serie di motivi – ci raccontò in occasione di un’intervista il figlio Ivo – fra cui la modifica del progetto originario e un tentativo di censura da parte della committenza, fino a quando nel 1991 vi fu una riconciliazione fra Winkler e suor Vincenza Mosca, provinciale della Congregazione, la quale riconobbe il valore dell’opera non solo per il significato artistico.
L’interpretazione delle sedici stazioni giudicata a quei tempi forse «un po’ troppo moderna», per usare un eufemismo, provocarono da subito un moto di ostilità soprattutto da parte del clero, non mancarono infatti feroci polemiche e reazioni di rifiuto.
Si tratta a ogni modo di un’opera che lo stesso Othmar Winkler indicò come fondamentale nel suo percorso artistico.
La sua grande produzione artistica iniziata negli anni Trenta arriva fino agli anni Novanta del secolo scorso.
Ricordiamo che proprio sul finire degli anni Trenta trascorre un lungo periodo in Norvegia.
Là impara presto la lingua e conosce il pittore Edvard Munch, esegue inoltre ritratti di personaggi importanti.
Ricordiamo fra le tante opere realizzate il Monumento ai caduti di Velturno eseguito nel 1982, quello di Appiano nel 1984.
Tra il 1985 e il 1988 esegue per il Consiglio Provinciale di Trento un importante ciclo di altorilievi bronzei dedicati alla «Storia delle Genti Trentine» (verranno esposti nella Sede del Parlamento Europeo a Strasburgo e poi ad Arco negli anni Novanta), nel 1988 Winker è invitato per la prima volta in Trentino a una esposizione ufficiale: la collettiva d’arte a Trento dal titolo «Situazioni, Arte in Trentino dal 1945».
In questi anni realizza anche alcune sculture di grandi dimensioni, tra cui quella del Satiro, ora collocata al teatro di Bolzano.
Nel 1998, in occasione del terribile terremoto, dona alla città di Assisi il bronzo di «San Francesco straziato».
Nell’ottobre dello stesso anno Othmar Winkler viene insignito ad Innsbruck dell’Aquila d’oro del Tirolo.
Daniela Larentis – [email protected]