Il «Memoriale dei trentini» sta richiamando un fiume di notizie
Sono tantissime le segnalazioni e la consegna di materiale
Sono passati novantadue anni dalla
fine della prima guerra mondiale e solo ora è stato stabilito con
buona precisione il numero complessivo dei caduti, attraverso
un'anagrafe dei soldati trentini morti in quel conflitto.
L'avvenimento ha scatenato una vera e propria sete di sapere e di
far sapere, di dare e da ricevere notizie.
Del lungo lavoro di indagine e di raccolta dati che sì è reso
necessario per giungere ad archiviare i nomi e i cognomi di 11.400
trentini caduti su uno o sull'altro dei fronti in guerra ha parlato
oggi il coordinatore della ricerca, lo storico Lodovico Tavernini,
che nell'ambito del Memoriale «Nel cuore nessuna croce manca»,
aperto al pubblico nella Sala di rappresentanza della Regione fino
a domenica 14 febbraio, ha tenuto una conferenza su «I caduti
trentini nella Grande Guerra. Una ricerca aperta».
E che la ricerca sia ancora aperta lo ha dimostrato in questa prima
settimana di apertura l'inattesa affluenza di persone che, venute
in cerca di notizie su un proprio lontano parente, hanno volentieri
lasciato fotografie, lettere dal fronte, nuove informazioni e
notizie utili sia per delineare la scheda individuale dei caduti,
sia per giungere al numero definitivo.
«Contiamo di arrivarci in tempo per l'inizio delle celebrazioni del
centenario del 1914 - ha detto l'assessore alla cultura Franco
Panizza, - anche se sono in corso trattative con il governo
austriaco per rendere possibile la consultazione dei loro archivi
militari prima della scadenza del secolo prevista dalla legge e
accelerare così il completamento del nostro Memoriale.»
Con l'iniziativa «Albo dei caduti trentini nella Grande Guerra»,
che ricorda i caduti trentini che combatterono indossando la divisa
austriaca oppure che espatriarono in Italia e combatterono
sull'altro fronte, è stata colmata la grave lacuna che si era
aperta all'indomani della fine della guerra e che non si era più
richiusa.
Fu, quello, uno dei molti aspetti del trauma vissuto dalla
popolazione trentina nel passaggio dall'impero asburgico al regno
d'Italia.
All'origine della rimozione dei «morti in divisa austriaca» sta il
crollo della macchina burocratica dello stato austriaco che, per
effetto dei Trattati di pace, cessò di avere titolo della sorte dei
propri caduti in guerra.
Dall'altra parte il Regno d'Italia, subentrato all'impero
Asburgico, di fatto non si fece mai carico della memoria dei
soldati trentini che andarono in guerra con l'uniforme
imperial-regia, che morirono combattendo contro l'«Intesa», e si
limitò a classificarli nell'impropria condizione di soldati caduti
per una causa nemica, «costretti a pugnare per l'oppressore».
Il Museo della Guerra di Rovereto cominciò a porre il problema di
un censimento dei caduti fin dagli scorsi Anni Novanta, con una
ricerca condotta da Aldo Morelli che giunse a stimare in 10.501 il
numero dei caduti trentini nella Grande Guerra.
Quel risultato rese improrogabile la realizzazione di un'indagine
puntuale, una vera e propria anagrafe dei caduti trentini
che rendesse disponibile pubblicamente e in modo attendibile non
solo il numero, ma anche un elenco nominativo, paese per paese.
Il progetto «Albo dei caduti trentini nella Grande Guerra» prese
avvio nel 2004 con alcune riunioni per impostare la ricerca e alla
fine del 2005 la Provincia autonoma di Trento, riconosciuta
l'importanza del progetto, incaricò il Museo della Guerra di
realizzare il censimento in vista della pubblicazione on line dei
risultati.
La ricerca ha riguardato tutti i caduti trentini, sia i molti che
avevano indossato l'uniforme austro-ungarica, sia quanti avevano
vestito il grigio-verde dell'esercito italiano.
Ha compreso anche i nati in comuni oggi non più in provincia di
Trento. Per analogia, sono considerati nel censimento anche i figli
di Trentini nati al di fuori del Trentino.
Nella categoria «caduti» sono stati considerati i soldati deceduti
durante il conflitto oppure negli anni immediatamente successivi
per cause ufficialmente ricondotte alla guerra, compresi infermieri
e lavoratori militarizzati morti per cause di guerra.
Ogni caduto è stato registrato in una scheda suddivisa in blocchi
tematici e predisposta per raccogliere i dati anagrafici come
cognome, nome di battesimo, secondo nome, soprannome, stato civile,
eventuale presenza di figli, provincia di nascita, sesso, data di
nascita e di morte, professione, nome dei genitori; i dati relativi
al luogo di residenza, di nascita, di morte, di sepoltura; i dati
relativi alla vita militare: forza armata e reparto al momento
della morte, grado, riconoscimenti militari; le informazioni sulla
morte: causa, condizioni e dettagli; le fonti: la bibliografia
consultata, testi personali del caduto e loro collocazione; le foto
disponibili; le note: altre informazioni, grado di completezza
della scheda; il nome del compilatore e dei collaboratori.
Le schede così raccolte sono state informatizzate, mentre
successivamente è stata predisposta la versione on line dei
risultati della ricerca, a cura del Dipartimento beni e attività
culturali attraverso il Sistema informativo della cultura e dal
Servizio attività culturali della Provincia autonoma di Trento.
L'«Albo dei caduti trentini» è oggi disponibile per la
consultazione sul portale della cultura della provincia digitando
www.trentinocultura.net.
La ricerca, lunga e minuziosa, ha dovuto avvalersi di fonti spesso
incomplete e non prive di inesattezze.
Già durante la costruzione del censimento, alle quasi 150
collaborazioni con singoli ricercatori si sono aggiunti altri
contributi che sono venuti da archivi, comuni, biblioteche,
associazioni culturali, gruppi alpini, che hanno messo a
disposizione notizie importanti.
Questa cooperazione sarà preziosa anche in futuro per implementare
il database di ogni genere di informazioni capaci di rendere più
completo questo doveroso - anche se tardivo - tributo alla
memoria.
E il fatto che l'Albo dei Caduti sia in continua crescita lo
dimostrano gli ultimi aggiornamenti: al 5 febbraio 2010 i caduti
registrati dopo le rettifiche prodotte dall'analisi degli elenchi
per il memoriale sono 11.297, ma è certo che, con i dati che
giornalmente affluiscono abbondantemente (250 e-mail sono giunte in
questo ultimo periodo), il numero complessivo varierà di poco e la
stima di 11.300-11.400 caduti rimane ancora valida.
«Serve comunque - ha detto Lodovico Tavernini in chiusura del suo
intervento, - l'appello che rivolgiamo a chiunque disponga di
informazioni, di immagini, di lettere, cartoline e diari relativi a
caduti: consultando il sito troverà le indicazioni per inoltrarle
al Museo della Guerra di Rovereto, che provvederà ad aggiornare
periodicamente il database.»