Cesare Battisti, a 98 anni dal suo sacrificio
Il commento pacifico di Bruno Dorigatti: «Fu un’uccisione indegna di un Paese civile come l’Austria Ungheria»
Il 12 luglio di 98 anni fa Cesare Battisti veniva impiccato nella fossa del Castello del Buonconsiglio. Mancano due anni al centenario, ma già si inizia a parlare dell’eroe trentino. Sicuramente si esprimeranno sostenitori e detrattori. Per questo pubblichiamo volentieri il commento del presidente del Consiglio provinciale di Trento Bruno Dorigatti, perché esprime comunque un concetto fuori discussione: «Fu un’uccisione indegna di un Paese civile come l’Austria Ungheria». L’Impero si era così guadagnato il termine spregiativo di «impiccatore» e aveva creato un martire che non sarebbe mai scomparso dalla memoria storica. |
L’anniversario della morte di Cesare Battisti, che il 12 luglio di novantotto anni fa e dopo un sommario processo veniva impiccato nella Fossa del Castello del Buonconsiglio a Trento, si compie a pochi giorni dal centenario dello scoppio della prima guerra mondiale, dalla quale anche quella sentenza fu originata.
Per tale ragione quest’appuntamento con il tempo costituisce occasione importante per lo sviluppo di una riflessione capace di oltrepassare gli angusti confini della retorica, delle contrapposizioni e delle ragioni di parte.
Quell’uccisione, indegna di un paese civile come l’Austria-Ungheria, sta ancora adesso a significare i molti limiti e le pericolose derive dei nazionalismi che produssero allora in Europa, così come oggi in altre geografie del mondo, una spirale di violenza senza pari, dove le idealità ed i valori dell’intera civiltà continentale annegarono in un oceano di sangue innocente.
Ricordare il sacrificio di Cesare Battisti dev’essere quindi monito, soprattutto per le giovani generazioni, affinché sappiano far prevalere sempre le ragioni del dialogo sul più immediato crepitio delle armi, ben sapendo che da quest’ultimo si genera solo una scia di rancori e di odi che nulla producono, se non la perpetrazione di se stessi dentro il fiume della storia.
All’uomo Battisti va un pensiero di deferente rispetto, nell’auspicio che dalla rielaborazione di quella vicenda triste e dolorosa, anche per le identità complessive di questa terra, possa nascere una spinta al dovere della conoscenza, quale strumento per non ripetere i drammi dell’umanità che, nella prima guerra mondiale, videro uno dei loro momenti più orribili.
Il Presidente del Consiglio provinciale
Bruno Dorigatti