La posizione della Provincia sulle aperture domenicali dei negozi
Effetto Condini: l'assessore Olivi difende (forse esageratamente) la sua legge

In una conferenza stampa convocata in tutta urgenza, l’Assessore Olivi ha tenuto a precisare pubblicamente che la legge sul Commercio, da lui proposta e approvata dal Consiglio Provinciale, non può adeguarsi a quella troppi liberista del Governo.
Per la verità, il suo intervento non prende spunto da possibili quanto improbabili ricorsi del Governo alla Corte Costituzionale, che nell’eventualità dovrebbero partire a fine giugno, ma dalla decisione del comune di Trento di concedere ai negozi cittadini di aprire la domenica per 10 mesi su 12.
Il che è previsto dalla sua stessa legge, ma che Olivi ha interpretato come una provocazione.
Noi sappiamo che per il Comune di Trento è effettivamente una rivoluzione, ma non troviamo tanto strano che una città turistica come il nostro capoluogo sia orienti ai turisti che la popolano nei fine settimana.
Per quanto riguarda le controindicazioni di carattere lavorativo, ci siamo più volte espressi senza esitare sia contro coloro che sfruttano i lavoratori più deboli, che contro le autorità che non sanno salvaguardare i loro diritti. In proposito, ricordiamo come la catena dei PAM abbia trovato la giusta soluzione di fare un contratto di lavoro specifico per chi dovesse lavorare solo la domenica.
Infine siamo del parere che la legge provinciale in materia sia una buona legge, che lo Stato non abbia chance di imporre la sua volontà e che all’interno della legge i comuni siano pienamente autorizzati a prendere decisioni senza riserve di sorta.
Ciò premesso, ecco il tenore della conferenza stampa.
«Su un tema delicato ed importante quale è quello degli orari e delle connesse deroghe per le aperture domenicali e festive degli esercizi commerciali, serve in questo momento il massimo di unità e di capacità di scelte strategiche, per ribadire la specialità e l'identità del nostro territorio.»
Così Alessandro Olivi, assessore al commercio della Provincia autonoma di Trento, all'indomani della scelta del Comune di Trento proprio rispetto alla aperture domenicali.
«Ci sono cinque buone ragioni - commenta l'assessore Olivi - per ribadire la fondatezza delle nostre posizioni.»
Posizioni ribadite durante la conferenza stampa di oggi pomeriggio, nella sede di piazza Dante.
«Da tempo - continua l'assessore - siamo impegnati in un monitoraggio di quel che avviene anche in altre regioni rispetto alla fondatezza delle scelte fatte dal governo nazionale a questo riguardo. Proprio domani a Roma è convocato il tavolo di coordinamento della Commissione attività produttive della Conferenza Stato Regioni della quale anche il Trentino è ovviamente parte. Si tratta di verificare quale percorso fare, insieme alle altre regioni, riguardo a quella che è una sostanziale invasione di campo da parte dello Stato.»
In secondo luogo, ricorda ancora OIivi, «abbiamo aperto un tavolo comune con la vicina provincia di Bolzano e nei prossimi giorni ci saranno ulteriori incontri tecnici di coordinamento per arrivare ad una proposta uniforme di leggi e provvedimenti che tengano conto delle specificità dei nostri territori di montagna.»
C'è di più, aggiunge l'assessore.
«Abbiamo acquisito in questi giorni l'importante ed autorevole parere del professor Valerio Onida - che diffonderemo mercoledì 20 giugno, in occasione della convocazione delle parti sociali ed economiche e dei sindaci dei maggiori Comuni trentini - e che, comunque, ci sostiene nelle nostre ragioni e tranquillizza rispetto a paventati rischi risarcitori che qualcuno ipotizza. Proprio l'incontro della prossima settimana punta ad un codice di autoregolamentazione, da una parte per evitare inutili tensioni e squilibri economici e sociali e dall'altra per ribadire l'intenzione di non abdicare alla nostra specialità per il solo fatto che c'è una norma statale.»
Di qui l'invito dell'assessore Olivi alle amministrazioni comunali, alle categorie economiche e sindacali «a non scegliere ognuna un percorso individuale ma a privilegiare, soprattutto in questo momento, una azione unitaria e convergente per valorizzare la nostra identità anche in campo economico.»
«Per questo - conclude Olivi - preoccupa la scelta, se così si può definire, del Comune di Trento di ampliare al massimo i periodi di apertura, sulla scorta del processo di liberalizzazione nazionale, visto che non se ne ravvisa una diversa ragione. Preoccupa per il disallineamento che può apparire come una rinuncia a governare in modo autonomo la materia del commercio, rispetto ad un preferibile confronto con le scelte operate da altri importanti centri urbani del Trentino, nello spirito della riforma condivisa fino a questo punto da tutti gli attori del sistema commerciale locale.»