Verso le elezioni del 20/21 settembre 2020 – Di Paolo Farinati

Ultima parte dell’intervista al sindaco uscente Francesco Valduga, che ricandida per i prossimi 5 anni alla guida della Città della Quercia

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Proseguiamo la serie di interviste ai candidati sindaco della Città della Quercia, concludendo quella con Francesco Valduga, la cui parte precedente è raggiungibile a questo link.
 
Dottor Valduga, l'Università, più sogno che realtà finora per Rovereto. Lei crede in una Rovereto città universitaria? E come la costruirebbe nei prossimi anni?
«Sicuramente vogliamo una Rovereto sempre più universitaria che non è solo sogno ma da anni è una realtà sempre più consistente. In questi ultimi cinque anni abbiamo consolidato la presenza dell’università attraverso il nuovo corso di laurea magistrale in Scienza e tecnologia dello sport, il trasferimento a Rovereto di una parte del Dipartimento di lettere e filosofia (GeCo - Centro Geo-Cartografico di Studio e Documentazione); abbiamo potenziato le convenzioni sui progetti che la città ha in essere con il corso di laurea di Scienze cognitive e con altri pezzi importanti dell’Università di Trento e Verona che sono presenti sul nostro territorio (CIMeC - Centro Interdipartimentale Mente/Cervello e CeRiSM - Centro di Ricerca Sport, Montagna e Salute).
«Attraverso il Festival della Meteorologia, che è arrivato alla sua 5ª edizione, abbiamo intensificato i rapporti con il Dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e meccanica e avviato l’interlocuzione rispetto alla possibilità di avere sul nostro territorio il corso di laurea in meteorologia o comunque delle strutture a servizio di questo stesso corso.
«Stiamo inoltre verificando la possibilità di trasferire almeno una parte di CIBio (Dipartimento di Biologia Cellulare, Computazionale e Integrata) presso Progetto Manifattura. Durante questi anni abbiamo studiato, nel tavolo tecnico istituito con la Provincia e l’Opera Universitaria, la possibilità di uno studentato a Rovereto perché la direzione deve essere quella di una sempre maggiore residenzialità degli studenti che poi possono animare la vita della città.
«Rovereto ospita già nei suoi corsi di laurea più di 1.500 studenti, vogliamo anche attraverso le residenze universitarie aumentare questo numero. Abbiamo proposto alla Provincia sei possibili sedi, e dalla fine di maggio 2019 stiamo attendendo una decisione definitiva della stessa rispetto alle conclusioni a cui è arrivato il tavolo tecnico.»
 
Rovereto quale città della cultura e, quindi, anche potenzialmente città turistica. Cosa ne pensa e cosa propone in merito?
«Chiaramente una delle vocazioni storiche della nostra città è quella alla cultura: ospita infatti prestigiose istituzioni culturali con una storia plurisecolare.
«È necessario che queste possano lavorare sia nell’ambito della ricerca che nell’ambito della divulgazione in maniera sinergica. Ospitiamo una rete museale importante per la quale dobbiamo parimenti proporre sempre maggiori capacità di lavori insieme, abbiamo arricchito l’offerta con il nuovo Museo della Città, abbiamo acquisito Palazzo Grillo che, grazie ad una convenzione che stiamo per stipulare, potrà essere aperto al pubblico in maniera più regolare durante l’anno.
«La città ha storicamente ospitato festival e manifestazioni culturali importanti che negli ultimi anni sono state ulteriormente arricchite dal Festival della Meteorologia, dal Festival degli Informatici senza Frontiere e da rassegne importanti come, ad esempio, Settenovecento.
«Questo patrimonio di ricerca eventi e strutture crea e creerà sempre più indotto attraverso la promozione del binomio cultura-turismo. L’attenzione è quella a creare una città sempre più bella e attrattiva nella quale le esperienze legate alla cultura possano intersecarsi con ciò che l’enogastronomia e lo splendido paesaggio in cui siamo inseriti possono offrire dal punto di vista dell’esperienza emozionale.
«In questo, Rovereto deve lavorare assieme a tutta la Vallagarina: non a casa abbiamo difeso con forza l’ambito turistico Rovereto - Vallagarina - Monte Baldo.»
 
Rovereto e Trento, una lunga storia di rapporti non sempre proficui. Che politica si propone di mettere in campo su questo versante?
«Le due città hanno identità ben definite e distinte, c’è bisogno però di un lavoro sinergico che sia di traino per tutto il sistema dei Comuni e produttivo rispetto a investimenti sui quali si deve saper lavorare insieme.
«Il primo più importante tema da questo punto di vista è quello dell’energia ma sicuramente le possibilità di collaborazione forte ci sono nell’ambito dell’università, della promozione del binomio cultura-turismo e del sistema sanitario ospedaliero provinciale.»
 
Completamento verso il Trentino dell'Autostrada A31 della Valdastico: qual è il Suo pensiero?
«Io sono assolutamente contrario alla proposta di tracciato che la Giunta provinciale sta elaborando e che prevede l’uscita a Rovereto sud attraversando la valle di Terragnolo.
«Questo tracciato è devastante dal punto di vista ambientale sia per la invasività sulle sorgenti che per l’impatto sul paesaggio.
«Non è compatibile nemmeno con l’idea di sviluppo turistico che insieme al resto della Vallagarina stiamo portando avanti e di cui ho parlato in una delle precedenti risposte.»
 
Infine, Le chiediamo il Suo slogan elettorale. Un Suo breve messaggio agli elettori di Rovereto.
«L’uomo nel suo complesso ha grandi capacità di reazione e di adattamento e questa è una importantissima forma di intelligenza; se caliamo questo assunto nella nostra realtà, vediamo come Rovereto abbia saputo e sappia mettere in campo intuizioni e realizzazioni importanti che le hanno permesso lo sviluppo e che sapranno aiutarla a reagire anche in momenti di emergenza come quello che, in seguito al Covid, stiamo vivendo.
«Quando sappiamo essere comunità, sappiamo fare grandi cose e la fiducia che questa consapevolezza genera ci permette di creare futuro. Con la sola paura si resta fermi.
A tutta la comunità dico quindi FIDIAMOCI DI NOI.

Paolo Farinati – [email protected]