Domenica 19 giugno Centrale Fies apre con tre workshop

Alle 17 Apap-Feminist Futures con performance, mostre, concerti, spettacoli e workshop su temi legati al femminismo e alle nuove ecologie

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Domenica 19 giugno Centrale Fies apre l’ultima giornata di apap-Feminist Futures con performance, mostre, concerti, spettacoli e workshop su temi legati al femminismo e alle nuove ecologie.
Si dà inizio alla giornata di domenica con tre workshop in contemporanea alle ore 17:00.
Harun Morrison con Fictions in Garden, Florinda Saieva, founder con Andrea Bartoli di Farm Cultural Park, Parco Culturale e Turistico Contemporaneo di Favara terrà un workshop su come l’arte e la cultura possono essere degli strumenti di crescita e di sviluppo del territorio e un ottimo strumento di welfare.
Con una reading session, per la prima volta OHT con Silvia Costa si confronta con un classico della letteratura occidentale; Frankenstein, intercettando la storia di Shelley nel momento in cui Frankenstein e la creatura si trovano sul monte Bianco, legandosi ai cambiamenti climatici dei primi dell’800.
 
per la prima volta a Centrale Fies arriva «buren» il collettivo belga composto da Oshin Albrecht e Melissa Mabesoone che indaga la società attuale: per loro il palcoscenico è un parco giochi critico, una superficie su cui giocare continuamente.
Con il loro lavoro incanalano realtà umoristiche, immaginative e critiche legate agli ambienti in cui operano, che si tratti di un luogo specifico, di una black-box o di un white cube.
Attraverso la performance, il video, il testo, gli oggetti, la fotografia e l'installazione navigano le idee di comunità, domesticità, genere, storia (dell'arte) e fantasie neoliberali.
Si avvicinano alla scena come un terreno di gioco critico, una superficie su cui continuamente ri-giocano, de-costruiscono l'immagine e il linguaggio. Il lavoro ha un forte carattere visivo con un'attenzione specifica alla musicalità del testo e al modo in cui il suono e la musica funzionano come mezzo di comunicazione.
In Turbina 2 alle ore 20:30 avrà luogo SPARE TIME WORK dove il duo trasforma in musica un certo immaginario politico, concentrandosi sui temi di una nuova relazione tra le forme di lavoro e di svago, verso una rivoluzione sociale.
 

 
Alle ore 18 le due mostre ad ingresso gratuito: Centrale Fies ospita una personale di Selma Selman intitolata Viva la Vida, nella quale la giovane artista di origini rom svela la sua «costante attenzione alle dinamiche di identità, di genere e alla forme con cui le differenze culturali agiscono sui comportamenti sociali» e KAS mostra collettiva di natura performativa con le opere di Mohamed Abdelkarim, Simon Asencio, Miriam Cahn, Giulia Damiani & Le Nemesiache, Alessandra Ferrini, Belinda Kazeem-Kami?ski, Alfeno Liboni, Vanja Smiljani? a cura di Simone Frangi e Barbara Boninsegna che costituisce il terzo episodio di «Trilogia anti-moderna», ciclo di esposizioni che Centrale Fies dedica da alcuni anni alla relazione tra gli oggetti e le loro attivazioni, rivalorizzando forme di sapere (affettivo, somatico, visuale) censurate o soppresse dalla modernità sesso-coloniale occidentali.
 
Alle Terme sarà visitabile la video installazione dell’artista Harun Morrison, intitolato Welcome To Epping Forest.
Il video diaristico, realizzato nel corso di due anni, documenta l’impatto spaziale di una camera mortuaria temporanea costruita nella primavera del 2020 in risposta alla pandemia da Covid-19.
Il lavoro è anche un ritratto di un’area di terra, di come viene utilizzata informalmente da residenti locali e di come è gestita dalle autorità comunali con diversi fini.
 

 
Muna Mussie presenta il suo lavoro Curva Cieca versione con audiodescrizione a cura di Camilla Guarino e Giuseppe Comuniello in Mezzelune alle ore 22:00.
La performance Curva Cieca, nasce da un dialogo con un ragazzo non vedente interrogando l’immagine di sé stessi. Curva Cieca nasce da un assunto: nessuno è padrone della propria immagine.
Partendo da questo assunto, l’artista interroga chi è oggettivamente impossibilitato nel vedere la propria immagine. Il progetto cerca di definire la propria immagine partendo da un linguaggio materno, la lingua «tigrina» che è la lingua materna dell’artista e del ragazzo ipovedente di nome Filmon Yemane anch’esso di origine eritrea.
 
A chiudere le tre giornate di programmazione apap FEMINIST FUTURES saranno il duo trap tutto al femminile di origini rom Niko G. x Kali che vuole rivoluzionare l'industria musicale della Romania, da loro definita sessista.
Con Tehno-Vr?jitoarele, loro ultimo album, portano alla ribalta le vulnerabilità, le emozioni e le storie di vita di alcune donne che vogliono esprimere i loro pensieri in modo potente e libero.
L’appuntamento è alle 23:30 nel cortile Forgia.