Porfido, lavoratori pronti alla mobilitazione

«Va rinnovato il contratto e ci vuole una nuova legge provinciale per il settore»

Rinnovare il contratto nazionale a condizioni dignitose per i lavoratori e soprattutto arrivare nel più breve tempo possibile all'approvazione di una nuova legge provinciale per il settore del porfido trentino, in agonia ormai da anni.
E' su queste priorità che i lavoratori del comparto si sono confrontati ieri durante un'affollata assembla indetta da Fillea Cgil e a cui ha partecipato anche il segretario nazionale Fillea, Salvatore Lo Balbo.
Sul contratto i lavoratori hanno ritenuto irricevibile la proposta delle associazioni datoriali, che al tavolo del confronto hanno provocatoriamente individuato in 100 euro il salario che andrebbe restituito in favore delle aziende per la dinamica dell'inflazione.
Massima attenzione anche alla riforma della legge provinciale di settore.
«Non si può aspettare altro tempo per varare un nuovo quadro normativo – ha ribadito davanti ai lavoratori il segretario Maurizio Zabbeni. – Il settore ne ha assoluto e immediato bisogno. Abbiamo più volte sottolineato cosa serve e abbiamo trovato la condivisione dell'assessorato. Adesso alla disponibilità dichiarata devono seguire i fatti.»
 
La riforma del porfido deve intervenire per risolvere il conflitto di interessi legato alla commistione tra cavatori e ruoli amministrativi ai vari livelli, sulle concessioni, spostandone la gestione in capo alla Provincia, ma anche porre i presupposti per costituire un consorzio unico obbligatorio che valorizzi il processo produttivo in favore del miglioramento delle condizioni di lavoro, e rilanciare il settore sul mercato.
Infine la nuova legge dovrebbe intervenire sui controlli che vanno resi più efficaci per tutelare la giusta applicazione dei contratti, gli avvenuti pagamenti dei lavoratori, oltre al rispetto delle norme e della sicurezza.
E i lavoratori sono disposti alla mobilitazione e a scendere in piazza per far recepire queste priorità nel provvedimento normativo
«C'è piena consapevolezza tra i lavoratori che se si perde questo momento per innovare il settore, sarà l'implosione – aggiunge Zabbeni - Mai come oggi la sensibilità politica è consapevole delle necessità del settore. Rimandare ancora il radicale cambiamento delle regole del gioco significa attendere inermi la fine del settore e la definitiva perdita degli interi livelli occupazionali.»