Lunedì 10 commemorazione e spettacolo per Giacomo Matteotti
A Trento sarà ricordato così il parlamentare assassinato nel 1924 dai fascisti
A seguito di una mozione a firma di numerosi consiglieri comunali, lunedì 10 giugno si terrà una cerimonia e uno spettacolo per commemorare Giacomo Matteotti in occasione del centenario dell’assassinio.
Nella mozione si evidenziano i legami del politico con il Trentino: «Matteotti era uno stimato uomo di legge e un sindacalista di origini trentine in quanto nella prima metà del XIX secolo il padre Gerolamo emigrò da Comasine in Val di Peio con i genitori.
La tempra montanara delle origini gli permise di perseguire i propri ideali riformisti con una particolare attenzione alle masse di poveri e bistrattati braccianti delle campagne del Polesine.
Si distinse anche per la sua sensibilità sui temi dell'autonomia tanto da prospettare, ancora nel 1920 nel corso dei dibattiti alla Camera sulla riorganizzazione amministrativa delle terre conquistate, la lungimirante proposta delle due provincie distinte.
Per le sue circostanziate accuse di brogli elettorali e di corruzione, per le sue origini "trentino/asburgiche" e la sua dedizione nella difesa in particolare della minoranza sudtirolese venne etichettato a più riprese come "austriacante-traditore-antitaliano"; più volte aggredito, malmenato, perseguitato ed infine ucciso».
Nello specifico alle ore 11 in via Giacomo Matteotti, all’incrocio con via Buccella, ci sarà la scopertura di una nuova dedica apposta sulla targa d'intitolazione viaria. Sono previsti interventi delle autorità e del direttore della Fondazione museo storico del Trentino.
In programma alle ore 20.30 – nel cortile interno di palazzo Geremia - «Delitto di Stato», recital teatrale realizzato dal club Armonia in collaborazione con la Fondazione museo storico del Trentino e la corale «Bella Ciao». Il lavoro teatrale prova a raccontare i profili «paralleli» di Matteotti e del suo assassino, Amerigo Dumini, evidenziando i suoi legami con i massimi vertici del regime in quello che fu un «delitto di Stato».