Lia Beltrami: «Abbiamo segnalato noi i problemi alla Procura»
Ma l’allora assessore alla Solidarietà internazionale difende le associazioni: «Abbiamo riscontrato irregolarità solo in 5 casi su 270, l’1,8%»
Non volevamo affrontare l’argomento, perché la stragrande maggioranza delle associazioni che si adoperano per aiutare chi ha bisogno è sana.
Ma dato che ogni occasione è buona per dare spazio all’egoismo, naturale quanto amorale, abbiamo deciso di fare chiarezza sulle inchieste che hanno coinvolto alcune associazioni trentine impegnate in aiuti internazionali, che tali non sono stati.
Abbiamo chiesto alla dottoressa Lia Giovanazzi Beltrami, all’epoca assessore alla Solidarietà internazionale, se non avesse disposto controlli sulle attività svolte in Costa d’Avorio.
«Noi abbiamo scelto fin dall’inizio di fare i controlli molto rigorosi, – ci ha risposto. – È fondamentale separare chi vuol fare veramente del bene da coloro che vogliono approfittarsene.
«Su 500 progetti in 5 anni ne abbiamo ispezionati personalmente 155, una media altissima.
«I progetti in Costa d'Avorio, delle associazioni segnalate, non potevamo visionarli durante la guerra civile. Ma dato che avevamo dubbi, abbiamo sospeso i finanziamenti a quelle associazioni in attesa di più opportune verifiche.
«Appena finita la guerra civile, ho mandato i funzionari in due viaggi di supervisione. E in effetti abbiamo riscontrato i problemi che temevamo.
«Quindi abbiamo richiesto la restituzione degli anticipi e segnalato i fatti alla Procura della Repubblica.»
«Penso che sia un vanto un'Amministrazione che fa così tanti controlli e che ha il coraggio di denunciare, a tutela del bene pubblico. E a tutela delle vere associazioni di volontariato internazionale.»
«Mi dispiace che qualche associazione sia stata fedifraga, – conclude. – Ma la percentuale di 5 su 270, è davvero minima: 1,8%.»