«Respect Woman»: dal Rotary club Valsugana aiuti preziosi

Al Convegno «La violenza sulle donne è un reato» hanno partecipato il Prefetto, il Questore, medici, magistrati, avvocati – Di Luciana Grillo

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Nello scorso novembre era stato presentato dai presidenti di 6 Rotary club trentini l’ambizioso progetto «Respect Woman», a cui aveva aderito anche il Soroptimist International club di Trento (vedi).
Successivamente, al già nutrito drappello di club si è unito anche il Rotary Madonna di Campiglio.
Al centro del progetto, la violenza contro le donne: dopo spettacoli teatrali presentati al pubblico e in alcune scuole, a cura del Rotary club Valsugana è stato organizzato il Convegno «La violenza sulle donne è un reato - I numeri della violenza di genere in Trentino» al quale hanno partecipato il Prefetto, il Questore, medici, magistrati, avvocati e naturalmente tanti soci dei club coinvolti.
Presenti anche Sindaco, Vicesindaco e Assessora alle attività culturali del Comune di Pergine, insieme alla Presidente della Cooperativa «Punto d’approdo».
Davanti agli occhi di tutti, un «Posto Occupato» a ricordare le donne uccise da chi diceva di amarle.
 

 
Ha fatto gli onori di casa il dottor Vincenzo Circosta che, con Andrea Gentilini, socio di Rovereto e responsabile di Respect Woman, ha presentato le linee guida del progetto, ricordando il sostegno finanziario della Rotary Onlus distrettuale e dello sponsor «Accenture Italia».
Gentilini ha citato le tre «I» che caratterizzano il comune percorso: Innovazione - Impegno - Inclusione e ha sottolineato l’utilità degli interventi formativi sia per docenti che per discenti, già realizzati in alcune scuole superiori, senza dimenticare la collaborazione diretta dei rotariani.
Due le relatrici: la dottoressa Minella Chilà e la dottoressa Anna Maria Maggio che, la prima dal Commissariato di Governo e la seconda dalla Questura, si occupano da tempo di questione femminile, di ordine e sicurezza, di donne vittime di violenza, di ludopatia, racket e usura.
 

 
Dopo un’attenta analisi dei numeri, che ci dicono che ogni due giorni una donna viene uccisa in Italia, Chilà ha ricordato i vari tipi di violenza, dimostrando con dati concreti quanto la violenza psicologica incida sulla vita delle donne, seguita dalla violenza fisica, economica e sessuale.
E ha aggiunto che altre vittime di femminicidio, non meno importanti, sono i bambini: 1.700 negli ultimi 10 anni.
Ma ci ha dato anche la possibilità di sperare in un’assistenza alle donne vittime di abusi, già attuata in sinergia da Forze dell’ordine, Azienda sanitaria e Servizi sociali e ci ha rivelato l’esistenza del Metodo Scotland che prevede la formazione e l’impiego di Consulenti indipendenti capaci di intuire atteggiamenti violenti e abusi e quindi preparati ad assistere, accompagnare e proteggere le vittime.
Questo Metodo, sperimentato con successo nel Regno Unito e attuato anche in Spagna, prevede la costituzione di Tribunali specializzati, l’offerta di servizi di supporto continuativi, la valutazione multidisciplinare delle potenzialità di rischio e infine il monitoraggio degli uomini maltrattanti e l’utilizzo di opportune terapie.
 

 
Anche in Trentino si sta studiando la possibilità di servirsi del Metodo Scotland, esiste già una Commissione presieduta dalla Maggio che ne spiega i compiti con tre sole parole: Prevenzione - Protezione - Intervento rapido.
Si punta dunque sulla possibilità di prevenire la violenza di genere, che è una vera e propria violazione dei diritti umani, una grave forma di discriminazione.
La dottoressa Maggio ricorda il cammino delle leggi, dall’abolizione del delitto d’onore e del matrimonio cosiddetto «riparatore» alla certezza attuale che la violenza sessuale operata dal convivente è - da pochi anni - un elemento aggravante.
E illustra il concetto di «Ammonimento», procedimento amministrativo del Questore nei confronti di un maltrattante, affinché non ripeta l’atto di stalking. Importante sottolineare che tale procedimento può aver luogo in seguito a intervento di un qualsiasi cittadino.
Dunque, entra in campo la responsabilità di tutti i cittadini, chiamati a collaborare perché atti illeciti non avvengano più. Ovviamente, se lo stolker non recepisce l’ammonimento, il reato diventa perseguibile d’ufficio.
 

 
Agli interventi delle relatrici è seguito un vivace dibattito: si è sollecitata l’attenzione del personale del Pronto Soccorso degli Ospedali, si è chiesto un maggiore coordinamento fra forze dell’ordine, servizi sociali e sanitari, si è ricordato che in Toscana, presso gli Ospedali, si attua un codice «Rosa Bianca» che prevede accoglienza, protezione e corrette informazioni per le vittime di violenza, si è parlato del ruolo dei Sacerdoti ai quali spesso, soprattutto nei piccoli paesi, le donne si rivolgono con assoluta fiducia.
Ed è necessario che anch’essi, confortando le vittime, suggeriscano comportamenti adeguati come la denuncia, perché non c’è più sacralità della famiglia dove si pratica e si subisce o si assiste alla violenza.
Insomma, si è discusso di violenza a tutto tondo e ci si è chiesto anche come proteggere i bambini dalla violenza che passa attraverso i media.
Il folto pubblico ha partecipato con grande attenzione e certamente è tornato a casa con la consapevolezza di poter contribuire, anche in prima persona, a combattere la piaga della violenza.

Luciana Grillo