Storie di donne, letteratura di genere/ 348 – Di Luciana Grillo
Maria Samonà, «La cascia dello zucchero» – La storia della famiglia Merilli che ostenta formalismi ma nasconde costumi avvilenti per il mondo femminile
Titolo: La cascia dello zucchero. Cose di famiglia
Autrice: Maria Samonà
Editore: Entheos 2020
Collana: La narrativa di Entheos
Pagine: 250, Brossura
Prezzo di copertina: € 16
«E chi glielo dice poi a lui, dove mi vado a nascondere!» non è il pensiero di un ragazzino che ha commesso uno sbaglio o di una bambina colta con le dita nel barattolo della marmellata, ma di una giovane donna che ha appeno partorito una figlia femmina (un’altra!) invece dell’erede maschio tanto desiderato da suo marito.
E mentre lei, Elisa, si sentiva in preda a «un senso di colpa crescente… inadeguata… incapace», le sue bambine «erano consapevoli che il padre non le amava».
In questa famiglia siciliana, numerosa e tradizionale, le ragazze crescono allegre e complici, rivelando negli anni ciascuna un proprio temperamento e carattere.
Gli eventi storici accompagnano la storia delle sorelle Merilli per molti anni, dall’unificazione d’Italia alla fine della seconda guerra mondiale: amori, matrimoni, tradimenti, vacanze, tentativi di emancipazione, gesti generosi – come accogliere in casa una piccola «figlia del peccato», Rosetta, abbandonata dal padre naturale e maltrattata dal marito della madre.
Elisa è la mamà di queste ragazze, ha sposato un uomo che non amava dopo una bruciante delusione.
È stata una moglie buona e docile, «rassegnata a vivere nella tranquilla rinuncia a sé stessi»; così è sua figlia Antonietta, mentre l’altra figlia, Annuzza, è «coraggiosa, leale, ingenua… una natura semplice, che non amava la mondanità come sua sorella».
L’ultima figlia, Vera, come le sorelle maggiori, ha avuto la possibilità di studiare «in un posto pubblico, con tanti maschi e pochissime femmine»; le sarebbe piaciuto frequentare l’Università, «ma l’Università no, non dovevano chiederglielo. Le altre figlie non ci avevano neanche pensato, ma Vera pressava insistentemente… Quella ragazza lo metteva in imbarazzo e però era tosta e a lui piaceva: Ah, se non fosse fimmina!».
Orgoglio paterno e timori si alternano nella mente di Gerlando, marito di Elisa e padre di Antonietta, Annuzza, Lilla, Serafina, Luisa e Vera, ragazze «educate per attirare consenso dal mondo maschile, quel consenso che portava all’amore serio, al matrimonio».
Gli anni passano, si afferma il fascismo e si balla il charleston, si celebrano i matrimoni e si battezzano i bambini, le case degli anziani si svuotano e diventano desolatamente grandi, tanto che anche Gerlando ed Elisa mettono in vendita il loro spazioso appartamento.
E la vita continua, con altre nascite, tra cui una bimba down, e la morte di Annuzza: gioie e dolori si alternano, Elisa sembra non sopportare tanta sofferenza, «i parenti la vedevano, dopo un po’ che era seduta, cominciare a sorridere e parlottare a voce bassissima…», solo la fedele Rosetta sa starle vicino, «a lavorare all’uncinetto… la sua solida presenza muta la reggeva…».
La malattia e la scomparsa di Elisa trascinano anche Gerlando che confida alla figlia Vera: «Tu lo sai, io non posso vivere più senza di lei, senza tua madre. La vita se n’è andata con lei. Sono un morto che cammina! Perdonami!».
Le sorelle sanno ritrovarsi nella tenuta di Beddarìa, «ancora per tutto il tempo della guerra», circondate da cameriere e contadini: «erano autosufficienti e i disagi della guerra non si facevano sentire», i loro figli crescono insieme, eppure si respira un senso di disgregazione, mentre ciascuna affronta problemi e difficoltà, e i rapporti con i mariti non sono sempre sereni. «Vera aveva scoperto che senza mamà e papà ogni figlia aveva preso una piega diversa, come se fosse finita quell’omogeneità derivata dalla presenza dei genitori… Tutto… era svanito senza lasciare un’eredità consistente che rendesse ancora validi i principi sui quali si era basata la loro esistenza».
Poi, finita la guerra, con lo sbarco degli americani si riprende la solita vita, le sorelle si salutano e ritornano alle loro case, pur con qualche pensiero…
Infine anche Vera, la piccola della famiglia trova in Antonio l’uomo della sua vita e tutto riprende a girare, come una ruota.
Luciana Grillo - [email protected]
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