Giovani senza lavoro: come fanno a risparmiare?

Un fondo dell’Unione Europea di 1.5 miliardi di euro, messo a disposizione del nostro Paese per la rivalutazione dell’impiego giovanile

I giovani di oggi non studiano. I giovani di oggi non lavorano. E quando saranno gli adulti del domani, che faranno?
Finalmente a livello istituzionale qualcuno ha iniziato a porsi la domanda e soprattutto a suggerire una possibile risposta.
Arriva in quest’ottica il già ribattezzato Youth Guarantee, un fondo dell’Unione Europea di 1.5 miliardi euro, messo a disposizione del nostro Paese per la rivalutazione dell’impiego giovanile.
Un Fondo il cui destino è ancora tutto da definire riguardo a quelli che saranno gli attori principali del suo utilizzo. Nel frattempo la domanda iniziale resta ancora insoluta.
 
Ma un punto da cui si potrebbe partire c’è ed è quello della formazione. È innanzitutto necessario mettere i giovani in condizione di tornare a studiare. Questo avviene dando loro innanzitutto la motivazione che nasce non da una prospettiva fatta di speranza ma da un futuro fatto di opportunità.
Il secondo punto su cui lavorare è quello economico. Molti ragazzi oggi rinunciano a studiare perché sono a loro volta figli di precari e non hanno quindi la solidità economica di base per poter immaginare di sostenere 5 anni di studi.
Una possibile risposta a questa esigenza viene, inattesa dalla laurea a distanza. Perché? Perché le università online, di cui può essere un esempio quella di Niccolo Cusano, abbattono decisamente i costi logistici legati alla frequentazione delle lezioni: si può infatti guardarle da casa anche a centinaia di chilometri dalla facoltà, in streaming su internet.
 
Inoltre, non essendo vincolati temporalmente, gli studenti delle università online sono anche più liberi di iniziare una prima attività lavorativa che magari può essere utilizzata proprio per autofinanziare gli studi.
Come si vede, attraverso una risposta semplice e già attuale (perché già esistono!) le università online sembrano essere oggi l’antidoto a quella sfortunata generazione di teenager dei giorni nostri, quelli di cui si parlava all’inizio. Quelli che non lavorano e non studiano ma che forse, opportunamente incoraggiati, potrebbero ricominciare a farlo già da domani.
 
ER