Detrazioni fiscali per donazioni e beneficenza - Legge 80/05

Chi dona, non solo compie un gesto d'amore verso i beneficiari finali della donazione stessa, ma fa anche del bene al suo portafogli

Sarà il Quarto Settore, ovvero quello del volontariato, delle onlus e delle associazioni ed aziende che operano il sociale, a salvare l’Italia?
In molti già oggi ne sono convinti, e ciò nonostante questo tanto declamato Quarto Settore sia spesso trascurato da politica, stampa ed opinione pubblica.

Un settore che invece va a coprire tutte quelle richieste di assistenza (che si essa sanitaria piuttosto che psicologica o economica) che ormai da decenni non trovano risposta nel welfare erogato a livello di Governo Centrale e Regioni.
Ed per questo che tali associazioni e onlus, nell’estremo tentativo di sopravvivere alla cronica carenza di fondi, si sono organizzate secondo politiche di autofinanziamento che possono basarsi di volta in volta su attività di vera e propria vendita (pensiamo ad esempio alle Azalee che da anni finanziano la ricerca contro il cancro) o con sistemi di donazioni continuative su cui invece si basano parte delle pratiche di autofinanziamento di enti come la Lega del Filo d’Oro di Osimo.
 
Rispetto alla questione delle donazioni c’è un punto su cui risulta evidente la parziale assenza dei prima citati organi di stampa, che è quello che riguarda la deducibilità delle spese sostenute per donazioni e beneficenza; non viene infatti abbastanza pubblicizzato il fatto che oggi, chi dona, non solo compie un gesto di grande amore verso i beneficiari finali della donazione stessa, ma fa anche del bene al suo portafogli visto che aumenta l’ammontare delle detrazioni esigibili in fase di dichiarazione dei redditi.
La deducibilità di donazioni e beneficenza è variata nel corso del tempo; l’ultimo aggiornamento delle aliquote in tal senso risale al 2014, quando si è stabilito che fosse possibile fruire di detrazioni per le cifre annualmente spese in donazioni e beneficenza per un massimo di 2065 euro.
In particolare la normativa fiscale prevede che per l’ammontare prima citato si abbia diritto ad una detrazione del 26%; in meri calcoli questo si traduce nel fatto che, se si donano 2.000 euro in un anno allora avremo diritto ad uno «sconto» di circa 500 euro da poter esigere all’atto della dichiarazione dei redditi.
Affinché si possa aver diritto alle detrazioni appena citate è necessario che il versamento venga effettuato secondo modalità tracciabili, ovvero, in primis, tramite bonifico bancario, carta di credito, carta di debito, assegno o bollettino fiscale.
 
Va notato che i regolamenti sin qui espressi si applicano alla deducibilità per donazioni e beneficienza di persone fisiche; se invece tali donazioni vengono effettuate da persone giuridiche, e nella fattispecie da aziende allora si si ha diritto ad una detrazione massima del 10% rispetto al reddito complessivo per aziende con redditi che vanno da 20.700 euro fino a 700 mila euro, di 2.065 euro per aziende a reddito negativo o inferiore a 20.658 euro, di al massimo 70 mila euro per le aziende con reddito compreso tra 700 mila e 3.5 milioni di euro, ed infine fino ad un massimo del 2% del reddito per quelle con fatturato superiore 3.5 milioni.
Per chi è titolare di un’azienda e vuole comprendere meglio quali sono i livelli di deducibilità associati al proprio caso il consiglio è quello di discutere le opportunità in materia con il proprio commercialista che saprà meglio consigliare quale tipo di deduzione da sfruttare in base allo stato economico e patrimoniale dell’azienda stessa.
Detto questo però, al di là degli aspetti più «commerciali» della faccenda, resta il fatto che sia per le persone fisiche per quelle giuridiche e per le aziende, e soprattutto per chi è nella posizione economica per poterlo fare, la donazione ed il sostentamento di chi opera nel Quarto Settore dovrebbe diventare a regime un dovere civico che nasce dalla consapevolezza dell’importanza di tale settore nel tessuto sociale italiana.