Martiri del 28 giugno: celebrato il 78° anniversario
Svolta in modo congiunto dai Comuni di Arco, Riva del Garda e Nago-Torbole, la solenne commemorazione dei Martiri si è tenuta quest'anno a Nago
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Ancora una volta, quindi, la memoria è tornata ai tragici fatti dell'estate del 1944, quando alcune decine di militari delle SS agli ordini del maggiore Rudolf Tyrolf, comandante della polizia tedesca di Bolzano, eseguirono una spietata azione repressiva: tra Riva del Garda, Arco, Nago e Torbole furono assassinate undici persone e compiuti arresti e torture. Il ricordo di quell'orrore è sempre vivo nelle comunità dell'Alto Garda, che da tempo ne celebrano il ricordo in modo congiunto.
La giornata di commemorazioni è iniziata alle 8 del mattino a Riva del Garda con i tradizionali rintocchi della Renga, la campana della torre civica Apponale, presenti il sindaco Cristina Santi, la Giunta municipale al completo e una rappresentanza del Consiglio comunale con il presidente Salvatore Mamone, oltre alle rappresentanze delle forze dell’ordine, della polizia locale (presente anche il comandante Marco D’Arcangelo) con il Gruppo Alpini (con il consigliere per l’Alto Garda e Ledro Mario Gatto) e l’Associazione nazionale partigiani d’Italia (presenti i presidenti della sezione locale Gianantonio Pfleger e trentina Mario Cossali).
Per il Comune di Arco c’era il consigliere comunale con delega all’inclusione, ai diritti civili, ai beni comuni, alla laicità e alla pace Tommaso Ulivieri, e per Nago-Torbole il sindaco Gianni Morandi, anche in rappresentanza della Comunità di Valle Alto Garda e Ledro, di cui è commissario straordinario. Infine, Adriana Impera, sorella di Eugenio, studente del liceo Maffei assassinato a 19 anni dai nazifascisti, oltre ai due ex sindaci di Riva del Garda Bruno Santi e Claudio Molinari. Come si sa, l’iniziativa è nata nel 2003 dalla proposta di un gruppo di cittadini rivani, accolta all'unanimità dal Consiglio comunale, a ricordo perenne dei Martiri. Dopo i cinque minuti di raccoglimento scanditi dai rintocchi della Renga, la cerimonia è proseguita con la deposizione della corona di fiori alla lapide nella loggia pretoria, seguita dai brevi interventi del sindaco Santi e del presidente dell’Anpi Cossali, che hanno ricordato l’importanza dei fatti della Resistenza nell’Alto Garda e il dovere civico e morale di rendere il giusto tributo di riconoscenza e di memoria ai suoi martiri.
La cerimonia si è conclusa intonando il canto-simbolo della Resistenza: «Bella ciao».
A seguire, delegazioni hanno deposto corone di fiori al sacrario dei Caduti al cimitero del Grez, alla stele al parco della Libertà e ai tre cippi intitolati a Meroni, Impera e Franchetti.
La cerimonia congiunta a Nago è iniziata alle ore 18 al Cimitero Antico con la cerimonia di benedizione e deposizione di una corona di fiori sulla tomba di Gioacchino Bertoldi, per il centenario della nascita, dove c’è stato l’intervento del parroco, don Christian Moltrer, presenti i sindaci Gianni Morandi (Nago-Torbole), Alessandro Betta (Arco) e Cristina Santi (Riva del Garda), con le rappresentanze delle Giunte e dei Consigli dei tre Comuni, della Comunità di Valle, della Polizia locale, delle forze dell'ordine, dei vigili del fuoco, dei gruppi dell'Associazione Nazionale Alpini, dell'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia, del Nucleo Volontari Alpini e delle associazioni combattentistiche e d'arma.
Presenti anche alcuni parenti dei Martiri: Adriana Impera, sorella di Eugenio; e Franco Ballardini, figlio di Renato, protagonista della Resistenza scampato all’eccidio, medaglia d'oro al merito del Comune di Riva del Garda, e figlio di Remo, morto a causa delle torture subite dai tedeschi, che lo arrestarono al posto del figlio.
A seguire, il corteo, preceduto dalla Fanfara alpina di Riva del Garda, si è recato al monumento di via Scipio Sighele, con tappa alla lapide della scuola elementare per la deposizione di una corona di fiori, e alla fontana di via Scipio Sighele, luogo dove fu ucciso Gioacchino Bertoldi, di cui ricorre quest’anno il centenario della nascita, per la deposizione di un mazzo di fiori. Giunto il corteo al monumento in via Scipio Sighele, si è tenuta la cerimonia di deposizione di una corona di fiori con l’esecuzione, da parte della Fanfara, dell’Inno d’Italia.
Il corteo è quindi ripartito alla volta della Piazzola, dove era stato allestito un palco per gli interventi delle autorità e della sig.ra Donatella De Bonetti. Ha preso la parola per primo il sindaco Morandi, che ha osservato come mai si sarebbe aspettato, dopo tanti anni in cui si celebrano cerimonie che ricordano fatti tragici di guerre del passato, di ritrovarsi in una situazione di guerra, quella causata dall’invasione russa dell’Ucraina.
Il sindaco ha quindi parlato del debito che tutta la collettività ha oggi con i Martiri e con chi ha contribuito alla situazione di pace e di democrazia in cui viviamo: «La nostra forma odierna di Resistenza -ha detto- consiste nel mantenere vivi quei valori per cui hanno combattuto e per i quali hanno dato la vita i Martiri del 28 giugno», dicendosi fiducioso che i giovani sapranno fare tesoro di quell’esperienza e costruire un mondo di pace.
Ha preso poi la parola Mario Cossali, presidente dell’Anpi trentina e storico, che ha ripercorso i fatti del 28 giugno 1944 e nominato, una a una le undici vittime: ad Arco Giuseppe Ballanti, Giovanni Bresadola, Giuseppe Marconi e Federico Toti; a Riva del Garda Antonio Gambaretto, Eugenio Impera, Augusto Betta e Enrico Meroni; a Nago Gioacchino Bertoldi; a Limone Franco Gerardi; a Rovereto Angelo Bettini.
A questi, nelle settimane seguenti si aggiunsero Gianantonio Manci, Gastone Franchetti, Giuseppe Porpora, Remo Ballardini e Costante Tonini. Cossali ha poi narrato la vicenda di Gioacchino Bertoldi, ucciso poco distante dalla casa della famiglia con una raffica di mitra alla schiena e, esanime a terra, da alcuni colpi di pistola, da due militari tedeschi guidati (come per tutti i Martiri) da delatori, alla ricerca di armi utilizzate per la Resistenza. Infine, la testimonianza e il ricordo della sig.ra Donatella De Bonetti, che ha letto alcuni brani delle memorie del padre Gino De Bonetti, importante architetto e insigne naghese, scomparso nel maggio 2020 all’età di 96 anni.