Viaggiando nei territori di Israele e Giordania/ 3 – Di Nadia Clementi

Petra è un sito archeologico della Giordania, posto a circa 250 km a sud della capitale Amman ed è Patrimonio dell'Umanità

(Puntata precedente)
 
Petra è un sito archeologico che merita da solo un intero capitolo del nostro viaggio.
Inutile negarlo, in Giordania si viene principalmente per visitare questo scrigno del tempo incastonato nella roccia.
Petra resta un mito e la sua visita non delude, anzi, ne aumenta la fama ed il fascino. La posizione nascosta, tra rocce e pareti scoscese e la disponibilità di acqua fecero del sito un luogo propizio allo sviluppo e alla prosperità di tale città.
Il luogo è accessibile solo da nord-ovest, per uno stretto sentiero di montagna, e da est attraverso un canyon, il Siq lungo circa 1,5 km e profondo fino a 200 metri considerato l'accesso principale.
Il sito è molto vasto ma grazie ai numerosi itinerari possibili, la sensazione di affollamento è presente solamente lungo il Siq e davanti al Tesoro, dove si raduna la totalità dei gruppi turistici e gli spazi sono limitati.
Ma percorrendo i sentieri che si allontanano dal centro, è possibile passare un’intera giornata in assoluta tranquillità, godendo di panorami e paesaggi unici, autentici e indescrivibili.
 

 
Petra è una città scavata nella roccia ad un'altezza tra 800 e 1.396 metri s.l.m. e situata tra anfratti della montagna; roccia e pietra sono visibili in ogni punto del sito.
Le costruzioni della città sono in gran parte ricavate nell'arenaria policroma di età paleozoica, una roccia sedimentaria prodotta dalla sedimentazione e dall'accumulo di piccoli granelli di sabbia.
Il risultato di questo processo è una roccia coerente e resistente, ma al contempo facile da scavare.
Una caratteristica particolare di queste arenarie è la variazione del colore con sfumature che vanno dal giallo ocra al rosso fuoco e al bianco, dovute alla diversa concentrazione degli ossidi durante il lungo processo di consolidamento.
Queste spettacolari variazioni cromatiche sono particolarmente visibili sui soffitti di molti edifici di Petra.
 

 
C’è qualcosa di inspiegabile e misterioso nella perfetta sintonia che l’uomo e la natura hanno saputo creare per dar vita a una delle meraviglie più celebri e sensazionali che esistano sulla Terra.
La bellezza e l’unicità di questo luogo, simbolo per eccellenza della Giordania nonché maggiore attrattiva turistica di questo paese, è difficile da spiegare nonostante siano stati scritti già fiumi di parole.
Gigantesche montagne dalle incredibili sfumature di rosso furono scavate prima dalla natura stessa e, successivamente, dalle laboriose e pazienti mani dei Nabatei, il popolo che si insediò a Petra oltre 2000 anni fa e che ne fece ciò che oggi possiamo ancora ammirare.
Si tratta dopotutto di uno dei monumenti più famosi al mondo, dichiarato Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO nel 1985 e incoronato come una delle «Sette meraviglie del mondo moderno» nel 2007.
 

 
Nonostante le mappe diano una visione piuttosto complicata del percorso da seguire all’interno di Petra (all’ingresso viene consegnata anche una brochure con una cartina più semplice di quelle presenti nelle guide), gironzolare per questo sito è più facile del previsto per almeno un paio di motivi: il primo è che il Siq e la vallata fanno da percorso naturale per la visita senza per questo tralasciare le principali attrazioni e, in secondo luogo, l’orda di turisti segue grosso modo lo stesso itinerario quindi è sufficiente seguire il resto della folla.
Per visitare bene Petra ci vorrebbero sicuramente più giorni poiché la quantità di cose da vedere è elevata e potrebbe richiedere più tempo sia per i monumenti che per l'esplorazione delle zone meno battute. 


 
La storia di Petra è curiosa e ricca di avvenimenti.
E ci si chiede come questa città potesse essere tanto ambita nonostante il luogo arido ed ostile in cui fu collocata.
Nonostante ciò da qui passarono nabatei, romani, bizantini e crociati finché, nel XII secolo venne lasciata a sé stessa. Solo nel 1812, la città fu riscoperta dall’esploratore svizzero Johann Ludwig Burckhard.
In questo luogo ci si sente come dei novelli esploratori e l'emozione che aleggia nell’aria è facile da percepire poiché dietro ogni sentiero potrebbe apparire ciò che ogni visitatore sogna un giorno di vedere con i propri occhi sentendosi un po’ come Indiana Jones alla scoperta di antichi misteri.
 

 
Ed è proprio percorrendo il Siq che ci si avvicina al luogo più misterioso, il Tesoro, che è la facciata della tomba nabatea in tutto il suo splendore dove più di duemila anni di storia sembrano essere volati come sabbia, senza averla quasi scalfita.
È come se il tempo qui fosse rimasto intrappolato in una ragnatela intessuta tra le rocce, la polvere e il cielo.
Le splendide linee ellenistiche, la perfezione delle sue proporzioni, la purezza di quella pietra rossa così finemente scolpita davanti alla splendida facciata del Tesoro si trova in uno stato di perfetta bellezza che è possibile avvertire solo in pochi luoghi al mondo.
 

 
A questo punto il Siq si fa molto più largo fino a raggiungere la vera e propria vallata in cui è stata edificata la città di Petra.
Lungo il tragitto chiamato la «Via delle Facciate» si trovano centinaia di tombe scavate nella roccia.
I colori e le sfumature sono stupefacenti e la grandiosità di questo ammasso di tombe, qualcuna molto semplice ed altre con eleganti portali di accesso, è davvero incredibile.
Una lunga camminata nel sito archeologico tra i ruderi del Ninfeo, del Palazzo Reale, del Tempio dei Leoni Alati conduce verso canyon naturali e splendide vedute sulla vallata.
 

 
Merita una visita la salita degli 800 gradini che, serpeggiando tra spettacolari rocce, conduce al Monastero, la cui vista è molto simile a quella del Tesoro ma scolpito nella pietra gialla e con dimensioni molto più notevoli. Quassù, è possibile sorseggiare una bibita o un tè caldo ammirando questo superbo edificio.
Giunti a questo punto ci si rende conto di quanti chilometri sono stati percorsi durante la visita di Petra e quanti ancora se ne devono percorrere per raggiungere l’uscita che si trova esattamente dall’altra parte del sito.
Con una rapida stima, per visitare Petra, si calcolano circa 20 chilometri di cui una buona parte in salita, ma lo spettacolo supera di gran lunga la fatica.
 

 
 Si continua verso Siq Al-Barid meglio conosciuta come «Piccola Petra» 
La splendida e leggendaria città di Petra, in Giordania, presenta anche una versione più minuta e modesta, ma non per questo meno affascinante. Piccola Petra, conosciuta anche come Petra la Bianca (Beida), è un luogo magico e tranquillo in cui le orde di turisti arrivano solo di rado.
A differenza di Petra, nella quale i nabatei vivevano e seppellivano i propri morti, questo luogo fu progettato per ospitare le carovane provenienti dall’Arabia e dall’Oriente, di passaggio verso la Siria o l’Egitto. 


 
I nabatei scavarono inizialmente delle semplici grotte nell’arenaria destinate ai viaggiatori che qui potevano sostare dopo la traversata del deserto del Wadi Rum.
Col tempo, esse divennero sempre più grandi ed elaborate, andando a rivaleggiare in bellezza con gli edifici di Petra.
Superate le bancarelle dei venditori di cibo e di souvenir, tutta l’area archeologica è collocata all’interno di uno stretto Siq che, in alcuni punti, si stringe fino a far passare a malapena un uomo.
 

 
L’ingresso è assolutamente libero e gratuito (i cancelli aprono la mattina presto e chiudono all’imbrunire).
I passi procedono silenziosi sulla sabbia fine e conducono a diverse grotte adibite ad abitazioni, scavate nella pietra, con portali di ingresso più o meno elaborati. Quasi tutte le abitazioni erano composte da un’unica grande stanza con uno spazio al centro per accendere il fuoco e con dei lunghi blocchi di pietra sui quali venivano sistemati i materassi.
Esse furono in seguito utilizzate anche dai beduini per sostarvi con i propri greggi di capre e pecore e, con la fuliggine dei loro focolari, andarono ad annerire l’arenaria bianca e oscurare gli affreschi che decoravano alcune delle stanze. 


 
L’edificio più bello ed imponente è di certo la Casa Dipinta che spicca fiera al centro del canyon, ben conscia di non avere rivali ed eguali in tutta Piccola Petra.
È possibile arrampicarsi lungo i gradini che conducono alla sala superiore, toccare con mano la pietra scavata sapientemente dai nabatei e scoprire alcune tracce di affresco sopravvissute al passare dei secoli (le uniche rinvenute in tutta la zona).
Ad un certo punto il Siq si restringe improvvisamente e, all’interno di questo stretto passaggio, si erge una scalinata che sembra finire tra le nuvole promettendo uno dei panorami più belli al mondo.
 
Nadia Clementi – [email protected]
(3/4 – Continua)