Storie di donne, letteratura di genere/ 302 – Di Luciana Grillo
Barbara De Marco, «Senza filo conduttore» – Un delicato mosaico che si legge velocemente e che si potrebbe approfondire in una classe di scuola
Titolo: Senza filo conduttore
Autrice: Barbara De Marco
Editore: Edizioni del Faro 2018
Genere: letteratura contemporanea
Pagine: 75, Brossura
Prezzo di copertina: € 10
Barbara De Marco è una giovane scrittrice già premiata e segnalata per i suoi racconti in concorsi nazionali.
Scrive con garbo, tratta argomenti diversi, tocca problematiche attuali, riflette su sentimenti e comportamenti, invita chi legge a riflettere sulla condizione umana dei nostri giorni.
I racconti raccolti in questa piccola antologia ci presentano un insieme di persone assai diverse fra loro, da Rebecca che si sente sola e compulsivamente si occupa delle sue unghie durante le lezioni, a Stefania e Ilaria che vivono il loro amore sotto gli occhi, prima imbarazzati e poi consapevoli, della loro insegnante, a Chiara che incontra a una festa l’affascinante Goran, del quale non fa in tempo ad innamorarsi perché il destino decide altrimenti.
E poi ci accostiamo allo strano caso di Erica, investita dal ragazzo di Cristina, alla storia di Alessia che per nascondere altri problemi si interessa ai tarocchi, al viaggio a Trieste di una giovane donna che nella vecchia casa dei nonni ritrova vecchie foto e lettere, e comprende comportamenti che prima non aveva capito.
Un racconto dal titolo inequivocabile Alzheimer ci porta nel mondo di una figlia che vede allontanarsi di giorno in giorno sua madre, persa in pensieri confusi:
«È come se ogni tanto si aprissero nella sua mente delle finestre che si affacciano sul passato, in cui ricorda, è più lucida. Finestre che si aprono sempre più raramente e si richiudono quasi subito.»
Altro racconto, altro mondo: l’io narrante descrive un viaggio in Madagascar, con marito e figli.
La guida si fa chiamare Gino, «sembra anche interessato a quello che raccontiamo noi di casa nostra, una realtà tanto diversa dalla sua», a chi scrive non sfuggono la povertà, la fatica delle donne, la natura selvaggia, i lemuri e i camaleonti, la conoscenza degli indigeni relativa a piante e fiori, i bambini che sorridono e giocano sulla sabbia. Spontaneo il commento: «I miei figli hanno tutto e sono spesso lamentosi e scontenti, lei invece non ha niente, ma ride e gioca tranquilla».
Davvero originale è «Il ladro di libri», un uomo che sembra sdoppiarsi…
La protagonista dell’ultimo racconto è Jana, una giovane donna albanese arrivata in Italia con i figli per raggiungere il marito e ricomporre la famiglia: quanto dolore nei suoi racconti, un passato difficile da dimenticare e la paura, sorda, che non l’abbandona mai, la paura che qualcuno possa sottrarle i figli.
De Marco con tratti decisi e coerenza argomentativa ha composto un delicato mosaico che si legge velocemente e che si potrebbe approfondire in una classe, dal momento che con estrema semplicità espressiva l’autrice guarda negli occhi i suoi protagonisti e sembra leggerne il pensiero.
Luciana Grillo - [email protected]
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